I sindacati scendono in piazza

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I sindacati insorgono contro lo stallo dell'economia pontina. La mobilitazione alla fine ci sa­rà e sarà una mobilitazione di massa.

I sindacati confederali pontini intendono così denunciare il fer­mo economico e sociale che la nostra provincia si trova a vivere da diversi anni nonostante le potenzialità per far meglio ci siano. A pesare, secondo i se­gretari provinciali di Cgil, Cisl e Uil è l'assenza delle istituzio­ni locali. Dopo le numerose ri­chieste di intervento rivolte alle istituzioni si è scelta, quindi, la via della protesta di piazza. Un'azione che i sindacati pro­vinciali attuano in sintonia con le direzioni nazionali degli stes­si.

Venerdì 10 novembre è stato indetto uno sciopero generale di 8 ore che vedrà di coinvolgere tutti i rami occupazionali del territorio pontino. Una reazio­ne che era già nell'aria: e lo sciopero risponde a quanto accadu­to nei tempi recenti. In occasio­ne della ripresa dei lavori l'8 set­tembre scorso, infatti, i segre­tari generali Salvatore D'Incer­topadre (Cgil), Pasquale Verren­gia (Cisl) e Luigi Garullo (Uil), avevano denunciato che dalle promesse di primavera passan­do per la stagione estiva nulla si era mosso a livello istituzionale: tra tavoli disattesi in Regione dopo le promesse dichia­rate da parte, del governatore Marrazzo e la cabina di regia mai partita ad opera dell'Am­ministrazione provinciale, per poi arrivare alla lettera succes­siva – a distanza di una settima­na – indirizzata proprio al pre­sidente regionale, al presiden­te provinciale Armando Cusa­ni e al sindaco Vincenzo Zaccheo, primo cittadino del capoluogo pontino, per cercare di sensibilizzarli.

La decisione della mobilitazio­ne di piazza è stata presa ieri mattina durante la riunione dell'attivo da parte dei tre sinda­cati. Ad essere convocati, a La­tina, presso l'aula magna del Li­ceo scientifico Grassi, sono stati i delegati del settore industriale delle tre confederazioni.

L'incontro si è svolto alla presenza di Gianni Baratta, segre­tario confederale Cisl, Carmelo Barbagallo, segretario confe­derale Uil, e Teti Croci, segre­tario regionale Cgil.

E' stato proprio Gianni Baratta ad aprire uno squarcio sulle pos­sibilità di rilancio del territorio pontino. «Prendere esempio dal­la mia Civitavecchia – ha det­to il segretario regionale cislino: è diventato nel breve il secon­do porto del Mediterraneo do­po Barcellona, vi transitano circa 1 milione di persone duran­te l'anno ma questo passaggio non viene valorizzato in modo opportuno. Voi, invece, avete uno splendido golfo di Gaeta e un porto che potrebbe seguire la scia di Civitavecchia, in più avete un equilibrio paesaggisti­co che pochi hanno e, quindi, puntate sulla risorsa turismo. Ma cercate di destagionalizzar­lo». Il segretario confederale Baratta ha poi toccato anche argomenti nazionali. «La Finanziaria? Vanno riviste alcune cose, cerchiamo di tassare maggiormente i liberi professionisti e non i lavoratori dipendenti. Le tasse d'ingresso nelle città? Non portano benefici diretti alle in­frastrutture cittadine…».

L'attivo nazionale Cgil, Cisl e Uil, ribadisce con forza la ne­cessità di una programmazione dello sviluppo locale tra tutti i soggetti interessati, sia pubbli­ci che privati, per individuare in un progetto comune, priori­tà di intervento ed obiettivi, in modo da finalizzare sforzi e risorse. A tal proposito, l'invito rivolto alle Segreterie provinciali dai quadri nazionali è quello proseguire sulla strada del confronto con i soggetti istitu­zionali locali, in particolare Provincia e Regione, con i quali van­no definite intese per il rilancio del territorio, con un criterio di collegialità ed osmosi evitando dannose contrapposizioni con­cettuali. «Tutto questo perché si è capito che non è più accet­tabile il rinvio di un reale mo­mento di confronto sui pro­blemi del territorio – ha detto il segretario generale di Latina Verrengia – c'è oggi più che mai la necessità di pervenire ad uni­voche proposte di intervento a sostegno dell'economia locale, in un "Progetto Latina" capace di dare nuove possibilità di ri­lancio economico ed occupazio­nale al nostro territorio, coin­volgendo in uno sforzo comu­ne le associazioni dei lavorato­ri, le istituzioni e le forze im­prenditoriali». Questo obietti­vo può essere perseguito at­traverso l'affermazione di un modello di sviluppo, sia econo­mico che sociale, del territorio pontino, nell'ambito più com­plessivo di un processo di svi­luppo del Lazio, integrato tra l'area romana ed il resto delle province laziali; in particolare con le province meridionali del Lazio – Latina e Frosinone-, che presentano tra loro diversi fat­tori di possibili integrazioni. A tale scopo i rappresentanti na­zionali dei tre sindacati hanno dato mandato alle segreterie provinciali di proseguire a ge­stire la "Vertenza Latina" con un documento programmatico per il rilancio e lo sviluppo del­l'economia pontina, – ha sotto­lineato Luigi Garullo della Uil – che affronti nel dettaglio gli ele­menti portanti delle difficoltà strutturali di cui soffre la pro­vincia di Latina e nel quale si individuino gli obiettivi che il Sindacato pontino ritiene indi­spensabile perseguire nei pros­simi anni, per superare l'at­tuale momento di crisi che ca­ratterizza la provincia di Latina. «La piattaforma sindacale – ha affermato Carmelo Barbagallo, segretario confederale Uil – de­ve tenere conto dei meccanismi macroeconomici, tornare alla concertazione, però, significa mettere al centro le esigenze di lavoratori e pensionati, in una battaglia per la legalità e lo svi­luppo».

Fonte: La Provincia [Cristiana Cappabianca]