E’ l’ora del novello, i consigli della Coldiretti

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Da ieri è possibile stappare In Italia la produzione di 18 milioni di bottiglie di novello, realizzata in Italia nel 2006 da meno di 400 aziende, che saranno in vendita in negozi, ristoranti, enoteche, winebar e vinerie per essere consumate entro i prossimi sei mesi, termine ultimo consigliato affinché il primo vino dell'annata a essere imbottigliato mantenga inalterate le proprie caratteristiche.

E' quanto afferma la Coldiretti nel sottolineare che la quantità prodotta in Italia è rimasta praticamente stabile rispetto allo scorso anno con un fatturato stimato pari a 80 milioni di euro, mentre l'aumento dei prezzi è rimasto contenuto al di sotto del tasso di inflazione su valori compresi tra i tre e i sette euro a bottiglia, con una media di 4,5 euro. Fino all'inizio della prossima estate – sottolinea la Coldiretti – saranno consumate in media almeno centomila bottiglie di vino novello Made in Italy al giorno, soprattutto da giovani e donne, per «riscaldare» le serate in compagnia. Le bottiglie di novello Made in Italy arrivano sul mercato, secondo quanto previsto da un de­creto ministeriale, con ben un­dici giorni di anticipo rispetto al concorrente beaujolais nouveau francese, che si potrà assaggiare solo a partire dal terzo giovedì di novembre (il 16), quando è previsto il deblocage. A differenza di quanto accade per i cugini d'oltralpe, la produzione italiana è diffusa praticamente in tutte le regioni ed è caratterizzata sopratutto da no­velli monovitigno con l'utilizza­zione di un'ampia gamma di vi­tigni autoctoni. Quelli più uti­lizzati sono nell'ordine Merlot, Sangiovese, Cabernet, Monte­pulciano e Barbera. Oltre un ter­zo del totale delle bottiglie di no­vello. Rispetto alla produzione vitivinicola nazionale comples­siva, che è stimata per il 2006 leggermente inferiore ai 50 mi­lioni di ettolitri, il novello Ma­de in Italy con 130mila ettoli­tri è pari appena allo 0, 25 per cento, ma ha conquistato fette di mercato soprattutto tra le nuo­ve generazioni che ne apprezza­no la trasparenza del colore, la bassa gradazione alcolica (11 gra­di), la leggerezza e il bouquet aromatico.

Fonte: La Provincia