LATINA — Altro che «pericolo giallo». La Cina può diventare un'opportunità. E se è vero, come è vero, che una miriade di piccole/medie aziende (specie del settore tessile) sono state in Italia letteralmente spazzate via da una concorrenza impossibile da fronteggiare (in provincia di Latina il comparto è di fatto sparito), altrettanto vero è che trasformare il diavolo in acqua santa si può. O, almeno, di questo sono convinti in Assindustria Latina dove hanno messo a punto un articolato piano strategico il cui obiettivo ultimo è quello di portare le piccole e medie imprese pontine a recuperare l'indispensabile competitività.
Un progetto ambizioso. Percorribile, secondo Sergio Viceconte, direttore generale di Confindustria, solo procedendo per step e convincendosi di trovarsi molto spesso di fronte a stereotipi generati da luoghi comuni. Un percorso anche psicologico, dunque, oltre che operativo. Il primo passaggio sarà quello di approfondire la conoscenza del «potenziale nemico». Domani, 20 Ottobre, si svolgerà il convegno d'avvio del progetto: «Cina, una grande opportunità per le piccole e medie imprese», questo il tema sul quale si cimenteranno oltre a Parnolfi di Viceconte (presidente e direttore di Confindustria Latina), Monica Scarabottini di Accademia Oriente, Massimiliano Bertoldi, amministratore di Celab srl (un'azienda pontina che in Cina è riuscita a conquistarsi un proprio spazio di mercato), Alessandra D'Autilia, responsabile China Desk di Banca di Roma, Pierfrancesco Morganti, presidente di Mavi Sud, Paolo De Troia, docente di Studi Orientali alla Sapienza di Roma. Il diktat è: per competere occorre conoscere. Dunque studiare. Tutti a lezione di cultura cinese, quindi. E subito dopo anche di lingua (è previsto un corso di 60 ore, per apprenderne almeno i rudimenti). Non sarà facile. Ma la determinazione è tanta
Fonte: Il Tempo [Rita Calicchia]