La provincia si ferma

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LATINA — Due giorni all'«ora x». Quarantotto ore per mettere a punto la prova di forza che Marrazzo non è riuscito ad evitare, nonostante il tavolo di concertazione messo in piedi in quattro e quattr'otto, ieri l'al­tro, e la promessa di tornare a Latina, il 18 novembre, per concretizzare con i rappresen­tanti istituzionali e del mondo economico pontino una serie di interventi a sostegno (me­glio, per il rilancio) dell'econo­mia pontina.

Si fermeranno per 8 ore, il 10 novembre, il mondo dell'industria e quello del commercio: in piazza ci saranno i lavoratori delle tante aziende che hanno chiuso i battenti negli ultimi anni ed anche quelli (altrettanto numerosi) il cui futuro è sospeso nelle more di focolai di crisi che si moltiplicano ormai in ogni comparto. Non rispar­miando neanche i settori tradi­zionalmente forti del Sistema Pontino, come il chimico-far­maceutico e/o l'agro-alimenta­re. Non è del resto casuale, spiega il segretario generale della Cisl Pasquale Verrengia, la scelta di concentrare la mo­bilitazione in questi comparti. E' strategia d'azione, anche questa. Si procederà per setto­ri, aggiunge, fino a pretendere di ottenere risposte certe e concrete in ogni campo. Una de­terminazione assoluta, insom­ma, che la delicatezza del mo­mento del resto richiede. A dare manforte all'esponente sin­dacale, del resto, lo stesso as­sessore provinciale Silvio D'arco. Non siamo gente che si piange addosso, ha detto ieri, nè vogliamo assistenzialismo dalla Regione. «Pretendiamo, quello sì – ha aggiunto il dele­gato provinciale alle attività produttive – di essere trattati alla stregua delle altre provin­ce del Lazio e dunque avere le infrastrutture necessarie ed i finanziamenti adeguati per rea­lizzare i servizi che servono re­almente alle nostre popolazio­ni locali ed alla competitività del nostro sistema economico e produttivo provinciale». Una premessa indispensabile per sostanziare di contenuti quel tavolo di concertazione che al­trimenti rischia di restare (co­me le analoghe iniziative sin qui varate a livello provinciale) una entità fine a se stessa se non l'ennesima esercitazione teorica sulle crisi …contingenti. In verità, gli elementi per una certa diffidenza iniziale ci sono tutti. Dalla intempestiva convocazione (per ammissio­ne degli stessi sindacati più protesa ad evitare – senza suc­cesso – la manifestazione di piazza) al mancato invito delle rappresentanze imprenditoria­li provinciali al confronto. Ciò che rende di fatto incompiuto il concetto di 'concertazione «che per essere veramente tale – ammonisce D'Arco – non può fare a meno del pieno coinvolgimento delle parti so­ciali, non solo sindacali ma an­che dei diversi rappresentanti delle categorie economiche ed imprenditoriali che operano sul territorio». Nell'attesa di co­noscere la lista dei convocati al confronto del 18, l'attenzio­ne è tutta concentrata sullo sciopero generale del 10. Il con­centramento è previsto alle 9 in Piazza della Libertà: sarà l'occasione per chiedere inter­venti legislativi mirati ed agevo­lazioni capaci di mantenere il sistema industriale pontino nel suo complesso evitandone ulteriori cedimenti, ma anche per avanzare proposte concre­te di rilancio che costituiranno poi oggetto della piattaforma che sarà presentata a Marraz­zo una settimana dopo. «Sta­volta – commenta verrengia – che sarà contro lo s viluppo del territorio verrà allo scoper­to». Staremo a vedere.

Fonte: Il Tempo [Rita Calicchia]