L’agricoltura moderna contro la fame nel mondo

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E' una tavola rotonda che raccoglie esperti del settore, docenti universitari e associa­zioni di categoria (Cia, Coldiretti, Confagricoltura, Unione generale coltivatori), davanti a una platea composta anche dagli studenti dell'istituto agrario San Benedetto di Latina.

Il tema scelto è l'investimento nell'agri­coltura per la sicurezza alimentare e a promuoverla è la Prefettura di Latina, in occasione della "Giornata mondiale dell'alimentazione".

Il confronto, presieduto dal prefetto Alfonso Pironti, si apre così sulle nuove prospettive del settore, nell'ottica dell'in­ternazionalizzazione dell'economia. Si parla di processi alimentari di qualità, di ricerca, di marchi ed etichette per meglio orientare i consumatori, ma anche di malattie e contaminazioni e di cibi danno­si per la salute umana. Primo passo: investire, partendo dal piano locale e puntando alla sicurezza e a un nuovo concetto di qualità della vita. Con un occhio, però, al mercato del lavoro e al bagaglio di competenze delle risorse uma­ne.

«Sono ormai necessarie — spiega Corra­do Fanelli, docente di patologia alimenta­re della Sapienza — l'acquisizione di inno­vazioni tecnologiche, la diversificazione delle attività, l'integrazione di interventi tra enti e imprese». Si punta, come precisa lo stesso prefetto, «a stimolare la riflessio­ne sulla valenza dell'alimentazione come fattore di sicurezza, valorizzando al con­tempo l'investimento nel settore come fattore di superamento delle disuguaglian­ze e di progresso civile».

Perché di agricoltura non ce n'è una sola. «Esiste quella di nicchia, fatta delle imprese e costruita sull'innovazione tec­nologica, propria delle nazioni ricche – aggiunge Luca Targa, presidente della Cia – e quella dei paesi in via di sviluppo, essenzialmente di sostentamento».

Quale allora il ruolo dei nostri paesi? «Non quello di portare cibo – spiega ancora Targa – ma conoscenze, formazio­ne, assistenza tecnica ed esperienza».

Fonte: Il Messaggero [Laura Pesino]