E ora tutti in piazza. Dopo l'attivo dei tre sindacati confederali, Cgil, Cisl e Uil di ieri mattina si è giunti alla decisione che il io novembre Alla fine la grande mobilitazione da parte dei sindacati pontini ci sarà. E sarà una mobilitazione di massa, proprio per denunciare l'insostenibile situazione di stallo sociale ed economico che la provincia di Latina vive da diversi anni. E' stato indetto uno sciopero generale di 8 ore che vedrà di coinvolgere tutti i rami occupazionali del territorio pontino. I segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Salvatore D'Incertopadre, Pasquale Verrengia e Luigi Garullo, alla ripresa dei lavori dopo la pausa estiva denunciarono che dalle promesse di primavera non si era mosso nulla a livello istituzionale. Al centro delle contestazioni Piero Marrazzo, presidente della Regione Lazio, che aveva promesso che entro giugno sarebbe partito un tavolo per affrontare l'emergenza industriale. Tavolo mai partito, nonostante reclamato in più occasioni. E Armando Cusani, presidente della Provincia di latina, che doveva attivare una cabina di regia per la concertazione tra i vari livelli istituzionali. Si è arrivati al vertice dell'attivo da parte dei tre sindacati ieri mattina, presso l'aula magna del liceo Grassi alla presenza di Gianni Baratta, segretario confederale Cisl, Carmelo Barbagallo, segretario confederale Uil, e Teti Croci, segretario regionale Cgil. I temi sui quali si va in piazza il io novembre partono dalla necessità di una programmazione dello sviluppo locale tra tutti i soggetti interessati, sia pubblici che privati, per individuare in un progetto comune, priorità di intervento ed obiettivi, in modo da finalizzare sforzi e risorse. I tre segretari hanno ribadito con forza l'inderogabilità del confronto "C'è oggi più che mai la necessità di pervenire ad univoche proposte di intervento a sostegno dell'economia locale – ha dichiarato Pasquale Verrengia, della Cisl – in un "Progetto Latina" capace di dare nuove possibilità di rilancio economico ed occupazionale al nostro territorio, coinvolgendo in uno sforzo comune le associazioni dei lavoratori, le parti datoriali e le istituzioni". Il tutto dovrebbe essere inserito, finalmente, in un progetto più ampio, nel sistema Lazio. Latina dovrebbe finalmente uscire dal suo provincialismo e competere prima a livello regionale con le altre province e poi crescere. Nasce, così, la "vertenza Latina" con un documento programmatico per il rilancio e lo sviluppo dell'economia pontina, che affronti nel dettaglio gli elementi portanti delle difficoltà strutturali di cui soffre la provincia di Latina e nel quale si individuino gli obiettivi che il sindacato pontino ritiene indispensabile perseguire nei prossimi armi, per superare l'attuale momento di crisi che caratterizza la provincia di Latina.