«Capitani d’industria», l’Ente camerale di Latina e la Provincia hanno tracciato la mappatura

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GAETA — L'Ente camerale di Latina e la Provincia hanno tracciato la mappatura dei «Capitani d'industria» di Gaeta ed emerge uno spaccato economico e di vita sorprendente.

La storia dell'istituto navale Caboto che prende il nome dal grande navigatore che cui ha avuto i natali, all'economia distrettuale, alla storia dei cantieri, al sistema produttivo locale e al profilo delle aziende è affidata a due studiosi dalla pena sottile ed arguta: Fabio Ulgiati e Lino Sorabella autori di uno studio di settore patrocinato dai rispettivi presidenti Zottola e Cusani, nella foto in basso, dal titolo suggestivo «Latina provincia di mare». Nella nostra provincia per metà salvata dalla palude e per metà con radici lontane e preistoriche c'è una realtà ben distinta spesso mai esaltata e messo nella giusta luce. Tra queste Gaeta. Nonostante un passato di gloria raramente emerge una galleria di nomi tutti legati ad un settore: l'andar per mare e non solo per amore o passione ma come frutto di una ingegneria nautica ed economica che ha fatto di Gaeta un polo primario in Italia. Dice Ulgiati «Gaeta è un distretto industriale un sistema produttivo locale una area laziale di investimento frutto di una interazione tra una struttura produttiva, una società locale, ed una comunità di persone che tendono ad interpenetrarsi a vicenda con comportamenti cooperativi e sinergici». Ossia il cuore propulsivo della città, la spina dorsale di una nicchia operativa che ha numeri e nomi di tutto rispetto. Le pagine della storia cantieristica sono affidate a Lino Sorabella. Sorabella pesca nei fondali della memoria e scopre un passato di una suggestione unica tutta legata ai maestri d'ascia oggi professori. C'è traccia dell'elenco dei primi capitani di lungo corso e dei pionieri della cantieristica in un documento dell'Archivio di Stato di Vienna in cui si parla, 4 dicembre 1727, «del patrimonio umano della città: 183 padroni di barche, 799 marinai pescatori, 14 padrone di tartane, e 169 marinai di tartane a Castellone e Mola, oggi Formia si registrano 18 padroni di tartane e 945 marinai a Sperlonga 12 padroni di barche e 78 marinai pescatori». – Un registro navale ma anche un documento sulle capacità economiche e finanziarie di Gaeta. Oggi si potrebbe fare un parallelo con le insidie della Finanziaria di Prodi in tema di lavoro, soldi, e controlli fiscali. E quei numeri si sono moltiplicati nel tempo fino grazie ad un processo di specializzazione e perfezionamento che ha portato ad una «crescita positiva della cantieristica a Gaeta fino a dopo la metà del XIX secolo, tanto che a quell'epoca si avevano due flotte di armatori gaetani: i fratelli Matarazzo e Leboffe». E ancora «La tradizione cantieristica fa si che oltre ad armare le imbarcazioni, in loco vengono formati i comandanti di lungo corso e i macchinisti attraverso l'Istituto Nautico di Gaeta e da Gaeta ci si imbarca per il centro America, con velieri da cinquecento tonnellate. Alcune stampe d'epoca mostrano la fierezza di imbarcazioni a tre alberi e fino al varo della nave «Maria» da mille tonnellate la più grande mai costruita a Gaeta. Lino Sorabella traccia l'evoluzione della cantieristica fino al colpo basso inferto dalle truppe tedesche a tutti gli impianti del golfo con la distruzione dei cantieri. «La ricostruzione successiva, scrive Sorabella, vide impegnate le maestranze locali perché la richiesta di un nuovo naviglio si legava alla totale distruzione della flotta pescheccia. Negli anni tra il 1945 e il 1948 nei cantieri di Gaeta (Orlando Castellano, Gallinaro e Coilozzo) furono costruiti diversi bastimenti per portare gli ebrei in Palestina che nel corso delle notti giungevano furtivamente a Gaeta. Oltrechè nel Golfo di Gaeta nel secondo dopoguerra si sviluppa a Sabaudia un altro centro cantieristico. Nel 196o vi si trasferiscono i cantieri Posillipo e successivamente passati nel 1993 a Gianfranco Rizzardi destinato poi ad acquisire il cantiere «Italcraft» fondato nel 1956 a Gaeta dai Sonnino Sorisio. A Formia il primo cantiere viene impiantato nel 1924 da Paolo Simeone, originario di Gaeta. E tra le tante glorie urbane, scrive Sorabella, c'è l'imbarcazione «Italia» vincitrice di una medaglia d'oro alle olimpiadi di Berlino del 1936, barca dichiarata monumento nazionale dal ministero dei Beni culturali è stata ingradata per una radicale opera di restauro nel cantiere navale Fortunato di Gaeta. Il proprietario dell'imbarcazione, un imprenditore di Napoli dopo una lunga ricerca di mercato, ha scelto una impresa di Gaeta per affidare la sua preziosa imbarcazione in mani sapienti, forti di una tradizione millenaria». Il panorama delle aziende produttrici o comunque legate alla nautica sono molte e molte hanno i gradi di alto bordo. ecco l'elenco. «3F» Fabbrica formiana Fiberglass nata nel 1998 dalla trasformazione della società della ditta individuale Pelliccia Valerio Fiberglass, l'azienda si inserisce nella categoria dei terzisti. La «Biumar nautica» di Spigno Saturnia. la Biumar è una realtà professionale ventennale con prodotti ad alto tasso di personalizzazione. La società «Biumax» di Salto di Fondi ha raggiunto al decimo anno di presenza al salone di Genova con tutti gli obiettivi di sviluppo prefissati. Cantiere Navale Di Paola. Il cantiere navale di Gaeta effettua la sua attività nella costruzione di modelli in legno. «Fratelli Aprea» di Gaeta. I fratelli Aprea, un nome celebre della nautica costruiscono barche bellissime uniche nella loro semplicità e robustezza. «Cantiere Navale Paolo Simeone» di Formia. Paolo Simeone fondò il cantiere a Formia forte di una decennale esperienza in cantieri australiani. La sua è una produzione legata soprattutto alla pesca. «Cantiere Navale Zottola» di Gaeta. Zottola inizia la sua attività nel 1984 e tutto nasce da una forte passione che ha radici nella fanciullezza. «Cantieri Navali Casa» di Gaeta. Le maestranze e il know how dello staff dirigenziale ha consentito di realizzare un progetto di imbarcazione in vetroresina. «Cng» Cantieri Navali del Golfo di Gaeta. La Cng inizia la sua attività nel 1987. Il core business è la progettazione. I «Cantieri navali Di Donna» di Gaeta. La nascita del cantiere è dovuta a Pasquale Di Donna che nel 1960 fondò il cantiere dopo una lunga esperienza nel settore. «Cantieri navali Fortunato» di Gaeta. I cantieri Fortunato sono presenti nello scenario della nautica da quasi mezzo secolo. «Poseidon» cantieri navali di Formia. la nascita del cantiere è dovuto alla intelligenza e volontà imprenditrice del suo fondatore: Emilio Recco. «Cantieri Parisi» di Ponza i cantieri nascono nel 1979 e sono legati all'idea di Luigi Parisi. «Giomar cantieri navali» di Formia. La Giomar presenta imbarcazioni di avanzate qualità tecniche. «Rizzardi». Il gruppo Rizzardi cui sono legati marchi Italcraft, Posillipo nel marchio «InRizzardi» è oggi un marchio di livello mondiale per linee e prestazioni tecniche. «Nautica 3000» di Minturno. La Nautica 3000 è il frutto di un impegno professionale di Benedetto, Patrizio e Massimo Zarritto. «Offshore Costruzioni Nautiche» di Gaeta. La Offshore inizia la sua attività nel 1987 e si fa conoscere ed apprezzare in tutto il mondo. «Parente cantieri navali». I cantieri Parente nascono nel 1992. La Parente è specializzata in scafi tipo gozzo. La «Prisma Costruzioni navali» di Elio De Angelis di Sabaudia la «Silvana Mare» di Minturno, la «Tecnoresina» di Formia, la «Ulisse 2000», la «Wood&Sea» di Itri realizzata da Cristian e Michele De Meo chiudono con orgoglio il panorama dei geni del mare della nostra provincia. Fabio Ulgiati traccia, infine, poi il tessuto economico e le potenzialità del settore «La favorevole congiuntura economica del tempo la particolare ubicazione geografica della provincia attigua ai mercati di Roma e Napoli nonché la presenza di una fascia costiera che ha sollecitato lo sviluppo dell'attività turistiche alberghiere sostengono l'emersione di una nuova struttura industriale che raggiunge in breve tempo un peso economico rilevante in un ambito regionale e nazionale.

Fonte: Il Tempo [Renzo Lo Noce]