A Gaeta i sapori diventano arte

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Tutti i sapori, sostengono gli organizzatori, "portano" a Gaeta. Ed hanno ragione, considerato che è sede di tante manifestazioni enoga­stronomiche, fra cui le più conosciute sono la "Sagra delle tiella" e "Le vie di Gaeta". Per questo fatto, pro­babilmente, il suo centro sto­rico è stato scelto come pal­coscenico per "Arteesapori", la rassegna artistica, storica e gastronomica organizzata dall'associazione "Latium Vivendum" in collaborazione con l'assessorato regionale all'Agricoltura, con l'ammi­nistrazione provinciale di Latina, l'Arsial (Agenzia regionale per lo sviluppo e l'innovazione dell'agricoltura del Lazio) e la camera di commercio pontina. "Arte e sapori, ovvero esposizioni, degustazioni, incontri, rievo­cazioni e percorsi enogastro­nomici – spiegano gli orga­nizzatori – per far conoscere ed apprezzare l'enorme patrimonio della tradizione agricola e culinaria della pro­vincia di Latina. Esibire, rac­contare, far toccare con mano l'arte e i sapori, appun­to, di una terra significa coinvolgere il pubblico dal basso, senza mediazioni. L'abilità di realizzare taluni prodotti tipici e di mantenerne le caratteristiche nel tempo, la capacità di trasformare que­gli stessi prodotti in piatti particolare, caratteristici, tutto ciò vogliamo far scoprire. Sia nella creazione di opere che nella preparazione di piatti – continuano i responsabili di Latium Vivendum – si può parlare di arte ed in entrambi i casi la valenza del "sapore" è determinante. Insieme agli odori, ai profumi, agli umori, alle atmosfere e alle luci. E' que­sto il "menù" della nostra due giorni". A proposito di menù, se nelle altre manife­stazioni gastronomiche che si svolgono a Gaeta a farla da padrone sono i piatti o i pro-dotti tipici del posto, come appunto la tiella, che è una pizza farcita con verdure o pesce, le olive e le alici sotto-sale, oggi (la manifestazione è iniziata ieri) saranno le spe­cialità del comprensorio delle Riviera d'Ulisse e dei Monti Ausoni le festeggiate. Certo, la tiella, le olive e il pesce avranno il loro spazio, ma l'evento sarà dedicato alle cicerchie di Campodimele, ai formaggi freschi e stagionati di Lenola, all'olio e al miele di Fondi e di San Magno, alle salsicce di Monte San Biagio e al sedano bianco di Sperlonga. E se le salsicce verranno cotte alla brace e fatte degustare in mezzo a due fette di pane casereccio, il sedano bianco di Sperlonga, oltre che crudo intinto nel pinzimonio, verrà cucinato all'etrusca. "Pare – ricordano gli organizzatori che i nostri antenati, oltre a Vetis, pensavano anche ai piaceri dello stomaco, utilizzando il sedano per una delle loro più significative pietanze: l'acqua cotta. Tutti lo conoscono, ma pochi sanno che in questo piatto, secondo la tradizione etrusca, si mescolano i quattro elementi primordiali: acqua, terra, aria e fuoco. Quest'ultimo – concludono i responsabili di Latium Vivendum – chiamato a purificare il filo­sofico calderone dove, dopo avere tagliato un'abbondante numero di cipolle e versato una modica quantità di olio, finisce anche il sedano uni­tamente a bietole e brodo vegetale, prima di cadere, assieme ai suoi compagni di ventura, su fette di pane raf­fermo, finendo la sua corsa, magari con una spolveratina di cacio grattugiato, nelle nostre bocche che di tipico hanno ben poco, se non la dentatura e la capacità di assaporare ed apprezzare la qualità di uno dei principali prodotti d'eccellenza del litorale pontino".


Fonte: Il Territorio [Roberto Campagna]