XI Giornata dell’Economia “Imprese ed Economia: quale il ruolo dei giovani ?”

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Si è svolta oggi a Latina l’XI Giornata dell’Economia, occasione annuale per fare il punto sulla situazione economica provinciale, in linea con quanto accade in tutta Italia.

Accompagna la consueta analisi strutturale, un focus monografico sul tema di approfondimento scelto quest’anno da Unioncamere, il ruolo dei giovani nell’impresa. Dopo i saluti istituzionali da parte del Sindaco di Latina Giovanni Di Giorgi e del Segretario Generale della Camera di Commercio di Latina Pietro Viscusi, gli interventi introduttivi di Bernardino Quattrociocchi, Presidente del Consiglio di Area Didattica della Facoltà di Economia e Sandra Verduci, Osservatorio della Camera di Commercio di Latina Osserfare. Ad aprire i lavori un confronto aperto tra due giovani imprenditori, Giampaolo Olivetti (Amministratore delegato Olsa Informatica e Amministratore Unico For Company Solutions) e Roberta Scarpellini (titolare dell’Azienda Agricola Biologica Scarpellini – il Casale degli oleandri) e il responsabile Risorse Umane della Jansenn Pietro Santoro. A seguire gli interventi di Salvatore Izzo (Format Research), Luca Proietti (Facoltà di Economia dell’Università Sapienza – Sede di Latina), Mauro Napolitano (Etasconsult), Luca Targa (Ulisse S.p.A.).
I movimenti demografici per l’anno 2012 confermano la situazione di difficoltà del sistema imprenditoriale locale, tuttavia ancora una volta, pur di fronte al momento congiunturale negativo, la nostra provincia ha evidenziato un’elevata vivacità imprenditoriale (+1,22% il tasso di crescita delle imprese. Latina si posiziona, infatti, al 10° posto nazionale, dimostrando ancora una volta la buona vocazione a fare impresa e la disponibilità a rischiare che ci contraddistingue.
Tuttavia, occorre sottolineare che la demografia imprenditoriale della nostra provincia mostra un progressivo rallentamento dei flussi per un bilancio dell’ultimo anno che rappresenta un ulteriore minimo in serie storica, riportando indietro le lancette all’anno 2009, il peggiore dall’inizio della crisi. Tali tendenze sono frutto della maggiore complessità di entrata, in ragione del pesante deterioramento delle condizioni di mercato, nonché di un più elevato rischio di uscirne. D’altronde, le analisi concordano nell’indicare in flessione il tasso di sopravvivenza delle imprese entro i primi tre anni, riconosciuti come i più complicati nell’intrapresa di un percorso imprenditoriale nuovo.
A pagare il conto più salato sono le piccole imprese, difatti si evidenzia la faticosa tenuta dell’artigianato locale che torna su un sentiero di crescita negativo; tra l’altro la contrazione è la più pesante da inizio crisi: sono 840 le imprese che hanno chiuso i battenti, più di due al giorno (35 in Italia). La fibrillazione negativa è particolarmente evidente per i comparti industriali, che rappresentano oltre la metà dell’artigianato influenzandone le tendenze complessive.

Il 2012 registra un ulteriore primato negativo: il tasso di disoccupazione si impenna, raggiungendo il 13,9% (a fronte del 9,8% del 2011), per la cifra record di 17 mila disoccupati nella nostra provincia; crescono inoltre le persone in cerca di occupazione: si tratta di un l’elemento che rappresenta una significativa discontinuità in serie storica. Solo nel 2012 mediamente si sono aggiunte ulteriori 10 mila persone in cerca di un impiego, per un balzo senza precedenti (+47%), che porta a quota 33 mila l’esercito degli inoccupati interessati a trovare un impiego. Tale boom rappresenta un importante cambiamento dei comportamenti socio-economici avvenuti non solo a Latina, ma su tutto il territorio nazionale, in quanto nell’ultimo anno si sono sentiti sui bilanci familiari in misura ancor più evidente gli effetti dei licenziamenti, della crescita esponenziale delle ore di CIG autorizzate, nonché della politica restrittiva di risanamento dei conti pubblici, in primis attraverso l’introduzione dell’IMU.
Consueto contraltare alle tendenze economiche appena descritte, l’andamento positivo dell’export: le vendite complessive pontine all’estero raggiungono il valore di 3,9 miliardi di euro, per una variazione positiva del 14,6%, in ulteriore accelerazione rispetto alla già positivo biennio precedente.
Dal confronto con le altre province, così come elaborato dall’Istat, emerge che Latina si posiziona tra le realtà territoriali più dinamiche sia in termini di variazioni percentuali che di contributo alla variazione delle esportazioni nazionali.
Per quanto riguarda il focus sulle nuove generazioni, argomento divenuto prioritario sui tavoli europei, i giovani nell’attuale contesto economico di grave acuirsi della crisi stanno pagano il prezzo più alto.
Allarmante la progressione crescente del tasso di disoccupazione giovanile (40% nella nostra provincia), nonché la marcata la flessibilità che contraddistingue l’ingresso delle giovani generazioni nel mondo del lavoro, il che implica dei costi sociali ed economici molto alti e di lungo periodo.
Occorre inoltre aggiungere che nonostante le opportunità di impiego siano sempre meno numerose, l’inconveniente del difficile reperimento delle figure professionali richieste dalle imprese rimane un nodo non risolto nel nostro Paese, dietro al quale si figurano le consuete difficoltà di individuazione dei fabbisogni e dei tempi di organizzazione dell’offerta formativa, che non sono in grado di stare al passo con il continuo cambiamento imposto dai mercati.
Ma andando oltre le statistiche del mercato del lavoro, esiste anche un universo di risorse giovanili che si propongono sui mercati, che investono sulle proprie abilità, rispondendo ad un proprio bisogno di autorealizzazione, di valorizzazione delle proprie competenze ed esperienze professionali, di desiderio di conseguimento del successo personale ed economico, su cui occorre puntare i riflettori.
I giovani capitani di impresa a Latina sono 7.132 ed esprimono rapporti superiori alla media nazionale: 63 giovani a Latina sono impegnati in un’attività imprenditoriale, a fronte dei 59 nella media nazionale, con dinamiche di demografia imprenditoriale che descrivono un universo imprenditoriale significativamente più vivace rispetto alle imprese “adulte”.
Tra le diverse componenti che contribuiscono a caratterizzare il profilo dell’universo dei giovani imprenditori pontini rispetto agli over35 è senz’altro il genere: con una presenza tra le “giovani leve” pari al 31% di imprese in rosa, le capitane di impresa sono più presenti tra le giovani generazioni non solo rispetto alla media nazionale (27% le juniores), ma anche rispetto alle all’intero universo femminile.
Si conferma inoltre crescente il ruolo del business straniero nella nostra provincia, per un tasso di sviluppo superiore alla media nazionale, alimentato anche dalla giovanilità che caratterizza i flussi migratori di intensità significativa nel nostro territorio, che generalmente interessano individui in età lavorativa.
Tra le idee imprenditoriali più frequenti, il settore che attrae maggiormente i giovani capitani d’impresa è quello del commercio, dove si contano oltre 2 mila imprese, pari al 30% del totale delle aziende “under 35”; d’altronde, si tratta di un settore con minori barriere d’ingresso in termini di capitale iniziale e di competenze specifiche.
A seguire, sebbene a distanza ragguardevole, le costruzioni, con 990 imprese giovani, per una quota del 14%, su cui incide significativamente la presenza straniera.
Altrettanto importante l’agricoltura che conta 907 aziende, pari al 13% di tutte le attività guidate da giovani; dato decisamente superiore alla media nazionale (9%) e che rispecchia le più recenti tendenze che stanno avvicinando le giovani generazioni all’agricoltura, sdoganando il mondo dell’attività rurali dal concetto di luoghi imprenditoriali poco dignitosi e poco remunerativi, riportandole al rango di sbocchi professionali qualificati.
Le motivazioni che spingono i neo-imprenditori ad intraprendere il percorso dell’imprenditorialità sono il forte il desiderio di autorealizzazione, mettendo a frutto il proprio bagaglio di esperienze e di conoscenza dei mercati; ma fanno la differenza per il successo delle nuove iniziative imprenditoriali il possesso di attitudini gestionali e organizzative indispensabili nel governare l’ingresso nei mercati e nel posizionamento competitivo dell’azienda
“Sono tutte risorse queste” ha commentato il Segretario Generale della Camera di Commercio di Latina Pietro Viscusi “che vanno alimentate, perché lo sforzo collettivo verso cui tendere è quello dell’iniezione di fiducia verso una generazione che, pur vivendo l’attuale fase difficile di transizione oggi è chiamata a dare il proprio contributo alla crescita del nostro territorio, approfondendo le proprie competenze e preparandosi con sforzi senz’altro superiori a quelli richiesti alle precedenti generazioni”.

“Il quadro impone dunque” ha concluso “interventi su più fronti: dall’orientamento ai ragazzi in relazione alle professioni a ai fabbisogni professionali del mondo imprenditoriale, all’integrazione e dialogo tra mondo del lavoro e il sistema italiano dell’istruzione di ogni grado, con l’obiettivo di avvicinare i giovani alla realtà delle imprese”.

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