Stabilità politica e dinamismo della società civile fanno della Tunisia il paese al quale guardare per attuare l'internazionalizzazione delle imprese pontine. Una realtà dove si è riusciti a coniugare tradizione e progresso, aperta da sempre ai contatti con il mondo che, come ha affermato l'ambasciatore Habib Mansour, intervenuto a "Tunisia, Mediterraneo prossimo venturo", il convegno organizzato da Federlazio e Seci "può, insieme all'Italia, attraverso l'economia e l'imprenditorialià, promuovere il grande mercato comune Euromediterraneo. Il nostro paese" ha proseguito Mansour "è fortemente liberale. lo stato si sta ritirando progressivamente dalla scena economica, lasciando spazio all'iniziativa dei privati. L'Italia è il secondo partner economico della Tunisia e gli investimenti italiani delle aziende presenti superano i 600 milioni di euro. Puntiamo molto, inoltre, sui settori ad alto valore aggiunto con un forte contenuto tecnologico: in questo comparto l'Italia rappresenta il primo partner commerciale.
Crediamo molto sull'innovazione delle informazioni e sulle tecnologie, al punto che l'11 per cento del Pil tunisino viene investito in ricerca e sviluppo. per quanto riguarda il costo del lavoro" ha concluso Mansour "in Tunisia si parla di cifre assolutamente concorrenziali rispetto all'Europa. Il know how delle risorse umane, inoltre, è molto buono, grazie alla crescita avvenuta negli ultimi anni nel sistema dell'istruzione che sta formando professionalità di ottimo livello".