Osserfare

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osserfareAlla fine di settembre si intravede qualche lieve miglioramento nell’andamento demografico delle imprese a livello nazionale; si registra, infatti, dall’inizio dell’anno un tasso di natalità pari al 4,70% ed un tasso di mortalità del 4,24%, che hanno prodotto un indice di crescita del +0,46%, valore superiore a quanto rilevato nei primi nove mesi della precedente annualità (+0,13%). Non sono certo numeri che possano portare ad affermare che il peggio sia passato, ma, se non altro, segnano una lieve inversione di tendenza. D’altronde, occorre sottolineare che il periodo estivo, influenzato dalla componente stagionale, mostra di consueto i flussi migliori nell’arco dell’anno; tuttavia, la performance del terzo trimestre, seppur in miglioramento tendenziale, risulta determinata dal più contenuto turnover: le nuove iscrizioni mostrano il risultato peggiore degli ultimi dieci anni; altrettanto le cessazioni mostrano valori ai minimi dal 2005 ad oggi. Circostanza questa che interferisce sulla capacità di creare ricchezza dell’Italia, anche in considerazione del fatto che nel nostro Paese la propensione all’imprenditorialità è intrisa di valori legati alla storia, alla collettività ed al territorio; al riguardo, analisi econometrie recenti dimostrano che un elevato turnover imprenditoriale influenza positivamente la crescita economica complessiva, alimentando la spinta alla concorrenzialità.

Quanto sopra descritto conferma quanto già affermato in questa stessa sede, in relazione al cambiamento dei comportamenti socio-economici, per una propensione al rischio in deciso rallentamento, considerate le complesse prospettive future che non consentono di fare previsioni certe di sostenibilità imprenditoriale nel medio-lungo periodo.

D’altronde con una domanda interna che non sembra dare segnali di risveglio, è implicito che non possano esserci grosse prospettive di miglioramento in termini di demografia delle imprese.

Lo stesso presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello afferma che: “…I dati provenienti dal Registro delle imprese indicano il persistere di una fase di stagnazione che sta colpendo il nostro sistema produttivo frenando la spinta a fare impresa e facendo aumentare le attività economiche che portano i libri in Tribunale…”

Dall’inizio dell’anno sono nate in Italia circa 285mila imprese a fronte di circa 257mila cessazioni (al netto delle cancellazioni d’ufficio), per un saldo positivo di 27.665 imprese, e un dato di stock su base nazionale che si attesta su circa 6milioni e 50mila imprese; la Lombardia guida la classifica con più di 950mila imprese registrate, pari quasi al 16% del totale nazionale. Di seguito la tabella riepilogativa dei tassi rilevati sul territorio nazionale nei III trimestri dell’anno a partire dal 2005:

Tab.1 – Serie storica delle iscrizioni, delle cessazioni e dei relativi tassi nel III trimestre di ogni anno  (⇓)

L’attuale scenario economico sta producendo effetti strutturali sul comparto artigiano deprimendone la capacità di alimentare la crescita del tessuto produttivo, come avveniva in passato; ciò determina importanti effetti sul mercato del lavoro, che nella piccola e media impresa trovava uno “spazio” significativo.

Nella tabella successiva la serie riepilogativa dei tassi registrati su base nazionale dal comparto artigiano nel trimestre oggetto della nostra disamina:

Tab.2 – Serie storica delle iscrizioni, delle cessazioni e dei relativi tassi nel III trimestre di ogni anno (⇓)

Passando alle dinamiche a livello regionale, il Lazio mostra la performance di crescita più significativa, peraltro in crescita tendenziale (+1,43% contro il +1,03% del 2013), seguito dalla Lombardia (+0,81%).

Andando ad esaminare le tendenze provinciali nell’ambito della Regione Lazio, cosa che ci interessa più da vicino, vediamo che subito dopo Roma, il cui tasso di crescita risulta in netta accelerazione rispetto alle analoghe risultanze dello scorso anno (+1,77% dall’inizio del 2014, rispetto +1,29% rilevato a settembre 2013), si conferma il posizionamento di Latina, sebbene il relativo tasso di crescita sia in rallentamento tendenziale (+0,63%, a fronte del +0,72% a settembre 2013).

L’andamento del tasso di crescita relativo all’Italia, alla Regione Lazio e alla provincia di Latina, viene riportato nel successivo grafico, dal quale emerge come, diversamente dal passato, le dinamiche pontine abbiano perso la consueta vivacità posizionandosi sui valori che approssimano le risultanze nazionali.

Graf.1: Andamento del Tasso di crescita Latina, Lazio e Italia (serie storica) (⇓)

I dati demografici di sintesi alla fine del III trimestre 2014 per la regione Lazio, disaggregata per province, e per l’Italia sono riportati nella tabella successiva:

Tab.3: Movimento Totale delle imprese al III trimestre 2014 presso il Registro Imprese camerale (⇓)

La situazione al 30 settembre in provincia di Latina mostra uno stock di imprese pari a 57.686 unità registrate, di cui quasi l’82% attive, per un saldo positivo in termini assoluti di 367 unità, determinato dalla differenza tra le 2.823 iscrizioni dall’inizio dell’anno e le 2.456 aziende cancellate nello stesso periodo.

Il tasso di natalità provinciale si attesta al +4,87%, in diminuzione rispetto all’indicatore relativo allo stesso periodo dell’anno precedente (+5,56% a settembre 2013); più contenuta la flessione del tasso di mortalità, pari al 4,24%, anch’esso inferiore a quanto rilevato alla fine del III trimestre 2013 (4,84%). Tali dinamiche risultano in linea con le tendenze riscontrate a livello nazionale, in termini di minore turnover imprenditoriale, a conferma di una situazione di stagnazione che tende a protrarsi nel tempo.


L’ANDAMENTO DEMOGRAFICO PER SETTORE ECONOMICO

Il quadro riepilogativo alla data del 30 settembre relativo alla provincia di Latina, disaggregato per settori economici, viene evidenziato nella tabella successiva, elaborata sulla base del criterio di classificazione delle attività imprenditoriali ATECO 2007:

Tab.4: Movimento delle imprese presso il Registro camerale per ramo di attività al III trimestre 2014 (⇓)

La situazione che si presenta alla fine del III trimestre non muta significativamente rispetto a quanto rilevato nella precedente rilevazione; anzi considerato che tale periodo coincide con il periodo estivo ed è dunque fortemente influenzato dalla componente stagionale, la situazione non è per nulla incoraggiante.

Sono praticamente tutti i settori a mostrare valori di crescita negativi, ma sempre più preoccupanti sono i dati che si rilevano per settori cardine, come il Manifatturiero (-1,70% dall’inizio del 2014, a fronte del -0,53% rilevato a settembre del 2013), per un saldo negativo di 82 imprese dall’inizio dell’anno, determinato dalla differenza tra le 98 nuove iscrizioni a fronte delle 180 cessazioni non d’ufficio. Il che significa che, nei primi nove mesi dell’anno in corso, a fronte dell’apertura di una nuova attività industriale, si sono registrate circa due cessazioni! Nell’ambito del comparto i settori che più degli altri si mostrano in flessione sono la Fabbricazione dei Prodotti in metallo e l’Industria del Legno (saldo negativo dall’inizio dell’anno tra nuove iscrizioni e cessazioni rispettivamente pari -22 e -19 unità). Continua a protrarsi la situazione di difficoltà per il Commercio, che alla data del 30 settembre, mostra un tasso di crescita negativo pari a -1,67%, mentre lo scorso anno alla stessa data si attestava al -0,23%. La componente al dettaglio risente in misura più accentuata dell’appesantimento del contesto economico complessivo, registrando dall’inizio dell’anno un saldo negativo pari a -152 unità. Si colloca in area negativa anche il settore degli Alloggi e della Ristorazione, che registra alla fine del III Trimestre 2014 un tasso di crescita pari a -0,90%, quando lo scorso anno alla stessa data era stato del +0,09%. I segmenti che mostrano le maggiori criticità in termini di demografia imprenditoriale sono le attività di ristorazione ed i Bar. In brusca flessione anche i tassi di crescita rilevati per i Servizi di Informazione e comunicazione (-0,38% nel 2014, contro il +1,50 del 2013) e per le Attività immobiliari (-2,32%), queste ultime fortemente condizionate dalle performance negative del mercato. Ma le dolenti note non risparmiano neanche il settore della Altre attività dei servizi (-1,73%) e quelle delle Attività ricreative, artistiche, sportive e di intrattenimento (-0,72% contro il +1,93 del 2013). Insomma una situazione difficile che vede il solo segno positivo per le Attività relative alla Sanità e Assistenza sociale (+2,68%) e per le attività del Noleggio, agenzie di viaggio e servizi di supporto alle imprese (+0,34%), ma in netta flessione queste ultime rispetto a quanto riscontrato lo scorso anno (+2,81%).

 

LE FORME GIURIDICHE

Si conferma il trend positivo delle Società di Capitali, che alla fine di settembre registrano un tasso di crescita pari al +3,05%, grossomodo in linea con il +3,09% del 2013), per un saldo positivo di 495 società. Si mantiene sul sentiero negativo, peraltro con una maggiore accentuazione quest’anno, la dinamica delle Società di persone (-1,03%): il saldo è negativo per 82 unità. Dello stesso segno i risultati relativi alle Imprese individuali, che registrano un tasso di crescita del -0,26%, per un saldo negativo di 79 imprese.

In termini di peso percentuale non si segnalano delle sostanziali differenze rispetto alle rilevazioni precedenti; le forme societarie nel complesso superano di poco il 42% delle imprese registrate.

Nella tabella successiva i dati rilevati al 30 settembre di quest’anno.

Tab.5 Movimento delle imprese presso il Registro camerale per forma giuridica al III Trimestre 2014 (⇓)

 

L’ARTIGIANATO

Nella situazione generale precedentemente esposta, le risultanze degli andamenti demografici relativi al comparto dell’Artigianato, non possono essere molto diverse, anzi l’accentuazione negativa diviene più significativa.

Alla fine di settembre le imprese artigiane iscritte al relativo Albo ammontano ad un dato di stock pari a 9.334 imprese; il segmento imprenditoriale artigiano rappresenta il 19,76% delle imprese registrate, valore pressoché inalterato rispetto a quanto rilevato al termine del primo semestre dell’anno in corso. In termini di flussi, nei primi nove mesi del 2014 il comparto ha evidenziato una decrescita del -1,17%, in lieve miglioramento rispetto alle analoghe risultanze del 2013 (-1,31%), per un saldo negativo di -111 imprese. Il tasso di natalità si è attestato al 4,96%, a fronte di un tasso di mortalità del 6,14%; in termini assoluti, dall’inizio dell’anno si sono registrate 469 iscrizioni e 580 cessazioni.

Nel grafico di seguito l’andamento dei tassi di crescita trimestrali dell’Artigianato è confrontato con quello riferito alle imprese non artigiane (escluse le imprese agricole):

Graf.2: Andamento del Tasso di crescita delle imprese artigiane e non in provincia di Latina. (serie storica) (⇓)

Dall’andamento del grafico, si nota come, ad eccezione dei picchi negativi particolarmente evidenti per la componente artigiana, che si rilevano per consuetudine ad ogni inizio anno (dovuti al tempi amministrativi di registrazione delle cessazioni avvenute entro il 31 dicembre), nel corso del 2014 i tassi di crescita delle piccole imprese sembrano attestarsi su valori più prossimi alle dinamiche riferite all’intero tessuto imprenditoriale locale, considerato al netto del comparto agricolo.

In termini di crescita demografica, a settembre si conferma l’appeal crescente delle attività di ristorazione, prevalentemente rosticcerie, friggitorie, pizzerie a taglio (+1,99%, a fronte però del -1,76% relativo allo stesso periodo del 2013); buono il momento anche per il segmento dei Servizi alle imprese (+3,44% a settembre 2014, contro il +0,70% del settembre 2013), nel quale hanno un ruolo predominante le attività di pulizia. Passando all’esame delle tendenze negative, si deve segnalare il -1,30% del Settore delle Altre attività di servizi, in netto peggioramento rispetto alle analoghe risultanze del 2013 (+0,31%). Tale dato negativo si è venuto a determinare a causa della forte incidenza delle cessazioni relative alle attività di Parrucchieri ed estetisti e alle Lavanderie. Di segno negativo anche le tendenze delle Costruzioni: -1,56% il tasso di crescita, in deciso peggioramento rispetto al -0,74% del settembre 2013, per un saldo negativo dall’inizio dell’anno di -52 imprese, dato dalla differenza tra le 175 iscrizioni e le 227 cessazioni; tuttavia tali dinamiche non rappresentano una novità, come evidenziato anche nelle precedenti rilevazioni trimestrali. Si ridimensiona il calo delle attività di Trasporto e magazzinaggio (-0,93%, in recupero rispetto al – 4,19% del 2013). Ad ogni modo il quadro del comparto artigianato può essere esaminato nella successiva tabella riepilogativa per settori:

Tab.6: Movimento delle imprese artigiane presso il Registro camerale per ramo di attività- III trimestre 2014 (⇓)

 

LE IMPRESE STRANIERE

Passiamo ora ad esaminare le imprese straniere il cui dato di stock rilevato alla fine del III trimestre conta 3.610 imprese straniere, che hanno superato recentemente la soglia del 6,26% del tessuto imprenditoriale pontino; occorre comunque per correttezza evidenziarsi che il peso delle imprese straniere in provincia di Latina si mantiene ancora al di sotto di quanto rilevato a livello regionale e nazionale, dove rispettivamente rappresentano il 10,34% e l’8,49% del totale delle imprese iscritte ai registri camerali.

In termini di flussi le realtà non “indigene” hanno sempre evidenziato tendenze di un certo interesse, risultando costantemente più vivaci rispetto alle imprese italiane; tale affermazione trova conferma anche questa volta, infatti, alla fine di settembre, le imprese straniere operanti in provincia risultano di gran lunga più vitali delle italiane: le nuove iscrizioni dall’inizio dell’anno ammontano a 401, mentre le cessazioni a 158, per un saldo positivo di +243 imprese. Ad ogni modo, su base provinciale va evidenziato come il tasso di crescita delle realtà straniere alla fine di settembre (+4,31% per le comunitarie e +8,64 per le extracomunitarie) sia di gran lunga superiore a quello messo a segno dalla componente italiana (+0,25%), come evidenziato nel successivo grafico:

Graf.3: Andamento del tasso di crescita dell’imprenditoria straniera e a totale economia provinciale. (⇓)

Le spezzate nel grafico mostrano come nel tempo la forbice tra il tasso di crescita delle straniere e delle italiane si vada ad attestare su un paio di punti percentuali a favore delle realtà “estere”, le cui dinamiche sono costantemente superiori, peraltro in netto miglioramento rispetto agli esiti rilevato nel corso del 2013. Il tasso di crescita delle imprese straniere si attesta al 7,18%, in decisa accelerazione rispetto ai valori relativi allo stesso periodo dell’anno precedente (+3,98% la crescita a settembre 2013), a confermare un’annualità che sembrerebbe all’insegna di una ritrovata vivacità imprenditoriale della componente straniera, dopo l’appesantimento dei flussi di demografia imprenditoriale del trascorso biennio. La distribuzione delle imprese straniere suddivise per settore nella Provincia al 30 settembre 2014 è riportata nella successiva tabella:

Tab.7: Movimento delle imprese straniere presso il Registro camerale per ramo di attività al III trimestre 2014 (⇓)

Tra le variazioni più significative, si registra la brusca accelerazione delle Costruzioni, che mettono a segno una crescita del +4,85%, a fronte del +0,36% relativo allo stesso periodo dell’anno precedente (il saldo al 30 settembre è di +23 imprese); in accelerazione anche le performance delle attività commerciali: +4,19% l’avanzamento a settembre, dato nettamente superiore ai valori rilevato a settembre 2013 (+2,36%).

Significativa la variazione positiva rilevata per le attività di Noleggio,agenzie di viaggio e servizi di supporto alle imprese (+13,78%), per un saldo di +27 imprese dall’inizio dell’anno; settore quest’ultimo che risente prevalentemente dell’incremento delle realtà operanti nei servizi alle imprese e delle attività di giardinaggio. In termini di peso percentuale sul totale delle imprese straniere operanti nella Provincia i settori che hanno il maggiore appeal tra gli stranieri sono il Commercio (39,36% la quota) e le Costruzioni (16,32% il relativo peso percentuale); tuttavia non è da sottovalutare anche la preferenza verso le attività agricole (8,28%). In relazione invece alla incidenza della componente straniera su quella italiana, questa è più significativa nel settore del Noleggio, agenzie di viaggio e servizi di supporto alle imprese (12,8% del totale), seguito dal Commercio (9,12%). Di seguito la tabella riepilogativa degli andamenti demografici per nazionalità, nella provincia di Latina:

Tab.8: Movimento delle imprese straniere presso il Registro camerale per al III trimestre 2014. (⇓)


IMPRENDITORIA GIOVANILE

Chiudiamo la disamina relativa all’andamento demografico delle imprese nella provincia andando a dare uno sguardo all’Imprenditoria giovanile. Alla data del 30 settembre le imprese giovanili iscritte in provincia di Latina risultano essere 6.670, di cui 5.730 attive (quasi l’86%). Il tasso di crescita dall’inizio del 2014 si è attestato al +7,69%, che di per sé è sicuramente un valore ottimo, ma rispetto alle performance dell’anno precedente (+9,76%) mostra un rallentamento delle dinamiche, a dimostrazione, ancora una volta di quanto l’attuale contesto economico non positivo stia producendo effetti, sebbene con accentuazioni diverse, su tutte le componenti del tessuto imprenditoriale. Meno evidente il rallentamento a livello regionale (+10,51%, a fronte del +11,16% nel 2013) e nazionale (+8,03 a settembre di quest’anno, contro il +8,15% dello scorso anno).

Le imprese giovanili rappresentano l’11,56% delle totale delle imprese registrate in provincia, per una giovanilità che si riscontra maggiormente nelle Altre attività dei servizi, dovel’incidenza di imprenditori junior è di poco inferiore ad 1/5; altrettanto vale per il settore del Noleggio, agenzie di viaggio e servizi di supporto alle imprese.

In termini di disaggregazione settoriale, le imprese giovanili operano prevalentemente nelle attività commerciali (1.919 imprese, per un peso dell’28,7%), nelle costruzioni (835 unità, 12,6% la quota); notevole anche il peso dell’Agricoltura (751, in termini relativi pari al 11,3%).

Passando ai flussi di demografia imprenditoriale, l’agricoltura mostra le tendenze più significative, continuando a registrare incoraggianti valori di crescita (+5,35 %), peraltro in miglioramento tendenziale a dimostrazione di come il comparto agricolo possa rappresentare un ottimo sbocco imprenditoriale per le nuove generazioni. Certamente tale settore risente positivamente delle politiche a sostegno dei giovani imprenditori agricoli ,caratterizzate dalla possibilità di accedere a mutui a tassi agevolati e dalle misure a sostegno delle filiere agroalimentari.

La gran parte degli altri comparti di attività si mantiene su un sentiero di crescita positiva, sebbene in deciso rallentamento rispetto alle analoghe risultanze rilevate lo scorso anno; al riguardo le Altre attività dei servizi mostrano il rallentamento più significativo: dal +11,81% del settembre 2013, il tasso di sviluppo si attesta al +2,14% di quest’anno. Si dimezza la performance dei Servizi di informazione e comunicazione (dal +14,38% del 2013, passa al +7,36% di quest’anno).

In flessione, invece, le Attività immobiliari (-4,17%), l’Istruzione (-2,86%), i settore dei Trasporti e magazzinaggio (-0,58%). Il dato riassuntivo viene esposto nella successiva tabella:

Tab.9: Movimento delle imprese giovanili presso il Registro camerale per ramo di attività al III trimestre 2014 (⇓)


ANALISI CONGIUNTURALE III TRIMESTRE 2014

Dall’analisi congiunturale condotta dall’Osservatorio economico emerge che nel terzo trimestre il clima di fiducia degli imprenditori tende verso il pessimismo sia per ciò che riguarda la situazione economica a livello nazionale, sia in relazione alla propria attività. Questo a causa del rallentamento degli ordini, che inevitabilmente si ripercuote sulle prospettive di ricavo previste e tutto ciò si sovrappone alla non facile situazione occupazionale e alle crescenti difficoltà ad ottenere finanziamenti da parte del sistema creditizio. Pertanto, gli imprenditori non si aspettano sostanziali cambiamenti, almeno nel breve periodo e il comune sentire a livello locale non si discosta sostanzialmente da quanto rilevato a livello nazionale in merito alle prospettive economiche per il Paese. Diversamente, si amplia la forbice se la valutazione viene effettuata considerando le prospettive relative alla propria attività, a rappresentare una percezione di maggiore preoccupazione da parte degli imprenditori locali rispetto ai valori medi nazionali. Infatti, alla domanda ” Come giudica l’andamento economico generale della Sua impresa negli ultimi tre mesi, rispetto ai tre mesi precedenti”, le imprese della Provincia hanno restituito risposte abbastanza pessimistiche, con un’inversione di tendenza del sentiment ed un outlook negativo, come dimostra il grafico sottostante; il confronto con le risultanze nazionali mostra l’ampliarsi del differenziale a sfavore del nostro territorio.

Graf.4: Come giudica l’andamento economico generale della Sua impresa negli ultimi tre mesi,rispetto ai tre mesi precedenti (⇓)

La complessità del momento viene confermata implicitamente dal livello di ricavi, attesi in diminuzione e lontani dai livelli precedenti l’inizio della spirale economica negativa che ha investito il Paese, con le inevitabili ripercussioni sui livelli occupazionali.

Qualche miglioramento lo si rileva nei rapporti commerciali con i fornitori, ma in un’ottica economica recessiva era facilmente prevedibile, poiché il prezzo è una delle prime leve a cui si fa ricorso per incrementare la domanda. Altro dato che viene rilevato in peggioramento è quello concernente i tempi di pagamento da parte dei clienti, che tornano ad allungarsi, con una prospettiva per l’ultimo trimestre dell’anno in leggero miglioramento. Per quanto riguarda gli investimenti, solo il 20% delle imprese della provincia ha dichiarato di aver effettuato interventi in questo senso negli ultimi due anni.

Graf.5: Come giudica l’andamento economico generale della Sua impresa negli ultimi tre mesi,rispetto ai tre mesi precedenti (⇓)

Tale performance si colloca al di sotto dei valori nazionali, che si mantengono su livelli superiori al 30%. Ciò è implicitamente indice di una debolezza strutturale del tessuto imprenditoriale provinciale, strettamente correlata alle difficoltà di finanziamento di breve periodo comuni alla maggior parte delle imprese intervistate, che meriterebbe di essere considerata in maniera adeguata al fine di permettere un rilancio in termini di produttività e di competitività.

Disaggregando il clima di fiducia espresso dagli imprenditori nei vari settori di attività, nel comparto manifatturiero (23,8% l’indicatore di fiducia relativo all’andamento della propria azienda) si registra un leggero miglioramento rispetto ai valori dei trimestri precedenti; sostanzialmente non mutano i giudizi degli imprenditori intervistati operanti nell’industria alimentare, mentre il chimico-farmaceutico mostra un lieve peggioramento del sentiment. Continua l’incertezza nel metalmeccanico. In leggera ripresa invece il clima di fiducia per il comparto del tessile, probabilmente connesso alle buone performance delle vendite verso l’estero; netto invece il peggioramento nel legno, laddove hanno dato una risposta positiva sullo stato attuale della loro impresa soltanto il 18,3% degli intervistati, a fronte del 26,8% del trimestre precedente.

L’intero comparto industriale mostra una leggera flessione del livello degli ordini, ma con una lieve ripresa della domanda interna e la quasi sostanziale conferma di quella estera. Ancora basso il livello di produzione registrato nel trimestre considerato, anche se in lieve miglioramento rispetto al periodo precedente di rilevazione. La crescita dell’indicatore relativo al livello dei prezzi praticati dai fornitori si attesta intorno al 30% da inizio anno, confermando una sostanziale stazionarietà delle quotazioni nel corso del 2014. Sono invece molto elevati i livelli delle scorte, dato non certamente positivo a dimostrazione di un livello di invenduto molto elevato e questo lo si rileva in gran parte tra le imprese di piccole dimensioni.

Graf.6: Come giudica il livello delle scorte dei prodotti finiti rispetto ai tre mesi precedenti (⇓)

Il grado di utilizzo degli impianti si conferma su livelli ottimali per le imprese di dimensioni maggiori, mentre è piuttosto basso per le imprese più piccole.

Graf.7: Grado di utlizzo degli impianti (⇓)

Passando al comparto del commercio si rileva un sostanziale peggioramento del clima di fiducia delle imprese, che passa dal 18% del trimestre precedente all’attuale 13,8%, con un crollo del comparto del commercio all’ingrosso e al dettaglio. Ma anche i pubblici esercizi e le riparazioni mostrano un peggioramento, sebbene più contenuto.

Gli operatori del turismo mostrano un clima di fiducia modesto se rapportato al trimestre precedente, ma ciò era ampiamente prevedibile in considerazione della stagione estiva appena trascorsa, caratterizzata da un diffuso maltempo che ha influenzato inevitabilmente qualunque valutazione. In questo senso il dato del trimestre che si è chiuso a settembre si attesta al 15%, a fronte del 22,9% del trimestre primaverile.

Il clima di fiducia nei Servizi invece sembra in miglioramento, almeno stando a quanto dichiarato dalle imprese intervistate: l’indice si attesta al 24,2% del III trimestre, rispetto al 20% del periodo precedente. In questo ambito si rileva un rimbalzo notevole del comparto relativo alla Intermediazione finanziaria (26,8% l’indice a fronte del 12% del trimestre precedente), ed il miglioramento dei Servizi personali (35,0%).

Continua la situazione di grande difficoltà per il settore delle Costruzioni che registra un clima di fiducia sempre più basso, tanto che nel III trimestre dell’anno l’indice relativo all’andamento economico delle aziende edili si posiziona appena all’11,5% (a fronte del 17,5% riferito all’intero tessuto imprenditoriale locale), in brusco calo rispetto al 21% del trimestre precedente.

D’altronde, il livello di attività economica dell’edilizia si conferma ai minimi, sebbene l’ultimo trimestre registri un singulto da valutare nelle rilevazioni successive, in relazione alla eventuale ed auspicabile continuità.

Non si inverte la tendenza per quanto concerne la capacità delle imprese della provincia di Latina nel far fronte ai propri impegni finanziari, laddove al III trimestre l’indicatore relativo al fabbisogno finanziario si attesta al 29,9%, in ulteriore calo in serie storica, come illustrato nel grafico seguente:

Graf.8: Come giudica la capacità di fare fronte al fabbisogno finanziario della Sua impresa, ovvero la situazione della liquidità negli ultimi tre mesi, rispetto ai tre mesi precedenti (⇓)

Le risultanze dell’Osservatorio sul Credito (approfondimento ad hoc realizzato in sede di indagine congiunturale) mostrano un incremento delle imprese che si sono rivolte al sistema bancario per aperture di credito (15,4%), ma di queste soltanto il 27% ha visto l’accoglimento della propria istanza per intero, a fronte di un dato nazionale che si posiziona al 32%.

Si conferma perciò una situazione caratterizzata dalle rigide regole imposte alle banche in merito al Patrimonio di Vigilanza da parte della Banca d’Italia; dunque, gli Istituti di credito si mantengono estremamente prudenti nell’assumersi rischi finanziari connessi alle concessioni di credito a favore di imprese di Piccole e Medie dimensioni, senza rating e non quotate.

Nel terzo trimestre la quota di imprese che si sono rivolte al sistema bancario per un fido, un finanziamento o la rinegoziazione di un fido sale al 15,4%, avvicinandosi ai valori nazionali (17%), peraltro questi ultimi in crescita costante dall’inizio dell’anno.

Si assiste contestualmente ad un nuovo aumento dell’area di irrigidimento a livello locale (65,3%), microscopicamente superiore ai valori nazionali (49,1%), anch’essi in crescita.  Grafici (⇓)

Contribuiscono a tali dinamiche l’aumento della quota respinta delle domande di finanziamento presentate dalle aziende pontine (34,3%), mentre il dato medio nazionale tende, pur se di poco, a diminuire (22,1%). Unico aspetto positivo che si può cogliere anche in questo trimestre è quello relativo alla percezione da parte delle imprese intervistate della riduzione dei tassi di interesse praticati; tuttavia, continuano ad essere ritenuti eccessivi i costi connessi al finanziamento e l’ammontare delle garanzie richieste da parte degli Istituti di Credito.

Sistema Informativo Excelsior

Sintesi dei principali risultati – Anno 2014

In una situazione di prolungata crisi economica, come quella che sta attraversando il Paese, i dati relativi all’occupazione lasciano poco spazio all’ottimismo. A questo proposito l’ultima rilevazione Istat (ottobre 2014) fornisce un quadro a tinte fosche, caratterizzato da un tasso di disoccupazione[6] pari al 13,2%. Ancora più preoccupante in questa ottica è il dato relativo alla disoccupazione giovanile (15-24 anni) che ha raggiunto la soglia record del 43,3%. Proprio partendo da questi dati si può comprendere la portata delle informazioni che vengono fornite dalla indagine Excelsior, che permette di avere a disposizione un quadro di riferimento unico nel panorama nazionale in relazione alle figure lavorative e professionali che vengono maggiormente ricercate dalla imprese, rappresentando così un supporto importante per le stesse imprese, la politica, le forze sociali e le persone in cerca di occupazione.

Per quanto riguarda la provincia di Latina, considerato il protrarsi della crisi, nonché l’ulteriore deterioramento dei principali indicatori economici, l’indagine non poteva restituire risultati molto diversi da quelli emersi su base nazionale. In questo senso per il 2014 è prevista una flessione occupazionale pari a mille e 650 unità, comunque in miglioramento a fronte delle 2mila 250 unità nette attese in uscita nel 2013.

Dunque, nonostante il parziale recupero, le attese per il 2014 rimangono su un preoccupante sentiero negativo di decrescita occupazionale: il saldo tra il tasso di entrata ed il tasso di uscita si attesta al -2,2%, allungando una serie storica che purtroppo è ininterrottamente negativa partire dal 2009.

Passando all’analisi delle tendenze nei diversi comparti di attività, in primis occorre sottolineare che si dimezza la flessione del comparto industriale, in ragione del calo più contenuto in tutti i settori, soprattutto per quanto attiene al settore edile (-3,1%, a fronte del 6,4% atteso l’anno precedente); tuttavia, contrariamente a quanto rilevato per il 2013, nell’anno in corso nessun settore industriale ha formulato programmi di ampliamento degli organici.

Estendendo l’orizzonte temporale di osservazione, emergono fasi cicliche differenti per i diversi comparti di attività, atteso che chiaramente l’attenuazione dei saldi negli ultimi anni contiene anche il diffondersi crescente di forme di impiego “non ufficiali”, a causa delle difficoltà di mercato che lasciano più spazio ad una sorta di informalità. D’altronde, dopo la prima fase di contrazione, avvenuta tra il 2008 e il 2009 che ha colpito tutti i comparti, ma con maggiore intensità la produzione industriale e l’edilizia, con più evidenti cali dell’occupazione in tali settori e nei servizi alle imprese (trasporti e servizi finanziari), è seguito un nuovo episodio recessivo molto più lungo, a partire da maggio 2011, non ancora conclusosi, che ha avuto un impatto di intensità notevolmente superiore, in quanto ha modificato, deprimendoli in maniera strutturale, i comportamenti dei consumatori.

Si conferma, inoltre la sempre più accentuata componente stagionale (50,0%) delle nuove opportunità di impiego nella nostra provincia, caratteristica che non si riscontra con la stessa evidenza a livello regionale e nazionale, dove oltre il 70% delle nuove assunzioni di personale dipendente sono non stagionali.

Tale risultante quest’anno presenta una componente di discontinuità rispetto al passato in quanto è influenzata dal maggiore peso dei servizi sulle previsioni di assunzione formulate dalle imprese della nostra provincia; in particolare, le assunzioni attese dalle attività turistiche crescono considerevolmente: con 2mila nuove assunzioni, gli esercizi turistico-ricettivi mostrano previsioni di un deciso incremento degli organici (nel 2013 le attese erano circa ¼ inferiori). Tuttavia, occorre prendere con la dovuta cautela tali programmi di ampliamento degli organici aziendali, considerata la pessima stagione estiva appena trascorsa.

Anche gli esercizi commerciali si confermano in ulteriore crescita (le previsioni di assunzione si raddoppiano negli ultimi due anni); mentre non presentano significative variazioni gli altri comparti.

Figure ricercate: Titolo di studio e professioni richieste

Anche per l’anno in corso dall’indagine emerge che le figure maggiormente richieste sono le “professioni commerciali e di servizi”; peraltro la quota risulta in significativa crescita (46,2%, a fronte del 38,4% della precedente rilevazione); si conferma inoltre, la punta massima riscontrata nel settore della Ristorazione e del Turismo (88,9%).

Per quanto riguarda l’Industria, gli Operai specializzati si confermano le figure più appetibili per le imprese (42,3% la quota sugli ingressi previsti complessivi del manifatturiero), con una prevalenza di richieste nei settori delle costruzioni (53%) e nelle industrie meccaniche e dei metalli (48,1%).

Con riferimento agli indirizzi di studio maggiormente richiesti dalle imprese provinciali emerge che: tra i titoli universitari confermano avere il maggior appeal il Chimico-farmaceutico e quello economico.

Diversa è la situazione relativa alla ricerca di personale in possesso di titoli di istruzione secondaria e Qualifica Professionale: ben spendibili sono infatti gli indirizzi inerenti il settore turistico-alberghiero e tecnico amministrativo.

Tuttavia, oltre al titolo di studio le imprese molto spesso, richiedono delle competenze trasversali, che esulano dunque dal bagaglio formativo strettamente scolastico; in primis, fondamentale nella maggior parte dei casi è la capacità di lavorare in team, richiesta per il 40,1% delle assunzioni previste. Inoltre, parimenti molto apprezzate sono la propensione alla flessibilità e adattamento e la capacità di agire in maniera autonoma.