No Ogm, più qualità

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Massima soddisfazione della Coldiretti provinciale per avere formalizzato in una norma il divieto di utilizzo di Ogm (organismi modificati ge­neticamente) in tutto il territo­rio laziale. «Tali norme di espressione po­litica trasversale e quasi tutti assunti all'unanimità» dichiara Daniela Santori, Presidente Pro­vinciale Coldiretti «hanno me­ramente voluto esprimere un significato chiaro di volontà po­litica a bandire la presenza di OGM dal territorio provinciale, così da tutelare e valorizzare la qualità e la sicurezza delle nostre produzioni agricole e da preservare incontaminato l'ambiente, vera opportunità di sviluppo socio-economico del futuro. Non modificazioni ge­netiche forzate ma qualità, tipi­cità, distintività e territorialità delle produzioni agro-alimen­tari devono essere le leve com­petitive e il vero valore aggiun­to sul mercato per la nostra agricoltura del futuro. Del resto alle autonomie locali e alle Regio­ni è assegnato un ruolo di grande evidenza per promuovere al massimo la valorizzazione dei territori di propria competen­za. Ben venga, quindi, questa nuova legge regionale rigorosa e forte».

La normativa cui si riferisce la Santori è la legge regionale ap­provata nei giorni scorsi dal Consiglio regionale circa "Di­sposizioni urgenti in materia di organismi geneticamente modificati" con 37 voti favorevoli e 2 astenuti. Questa legge di fatto disciplina la coltivazione e il commercio di Ogm, conferman­do il territorio regionale come area libera da coltivazioni trans-geniche (era, comunque, in vigore fin dal 2004 un dispositivo di divieto come semplice ar­ticolato alla Legge Finanziaria regionale dei 2004.

Nella legge appena approvata si fa divieto a qualsiasi titolo di coltivare, allevare e di fare uso di mangimi Ogm sul territorio regionale. E' vietata anche la di­stribuzione di prodotti Ogm nel­le mense scolastiche, nelle men­se degli uffici pubblici e in quel­le degli ospedali e delle cliniche convenzionate.

La legge, fortemente voluta ed apprezzata da Coldiretti, si po­ne il fine, così come dichiarato dall'assessore regionale al­l'Agricoltura Daniela Valentini di rispettare i dettami del Prin­cipio di Precauzione, sancito nell'articolo 174 del Trattato del­la Comunità europea di Amster­dam.

L'articolo sancisce che tutti i cit­tadini hanno diritto di essere in­formati sulla presenza o meno di Ogm nei cibi e le Istituzioni quello di vietarne la coltivazio­ne e la distribuzione laddove esiste un ragionevole dubbio sulla loro nocività per la salute delle persone e per la contaminazione irreversibile del terri­torio e dell'ambiente. La legge, attraverso i suoi articolati, ga­rantisce il diritto di libera scel­ta aziendale dei produttori agri­coli tradizionali e di quelli bio­logici tutelandoli dai rischi di contaminazione irreversibile delle loro aziende e fissa salde regole per coloro che intenda­no dedicarsi alla ricerca scien­tifica su questa materia.

Di fatto in una situazione di vuo­to legislativo (non vi sono anco­ra i Piani regionali in grado di individuare i paletti per assicu­rare la coesistenza senza danno tra coltivazioni OGM e coltivazioni tradizionali e biologiche così come sanciti da varie leg­gi) il pericolo all'introduzione subdola degli Ogm sul territo­rio non è da sottovalutare come dimostrano i numerosi scanda­li di sementi inquinate e di ali­menti contenenti Ogm non au­torizzati riscontrati dalla crona­ca di questi ultimi anni, con gra­ve rischio per la salute dei cit­tadini e per la tutela dell'am­biente.

«La Coldiretti ferma nella sua posizione contraria si è attiva­ta fin dal 2004 con tutti i Sinda­ci pontini per una loro fattiva collaborazione a far dichiara­re il proprio territorio ammini­strativo "Libero da Ogm" attra­verso un'apposita delibera di Consiglio Comunale», ha ricor­dato la Santori.

In totale sono 17 i Comuni che finora hanno risposto all'appel­lo: Bassiano, Castelforte, Cister­na, Fondi, Latina, Lenola, Mon­te San Biagio, Norma, Pontinia, Prossedi, Roccagorga, Rocca­secca dei Volsci, SS. Cosma e Damiano, San Felice Circeo, Ser­moneta, Sperlonga e Terracina. Da gennaio ha aderito anche il Consiglio provinciale.

Fonte: La Provincia