L’Andamento Congiunturale della Provincia di Latina

1 Stella2 Stelle3 Stelle4 Stelle5 Stelle (Nessun voto)
Loading...

http://www.cameradicommerciolatina.it/images/imgnews/osserfare.bmp

Il Consuntivo per il I Quadrimestre 2010 e le previsioni per il II Quadrimestre
Il Fondo Monetario Internazionale ha recentemente rivisto al rialzo le stime di crescita dell’economia mondiale (+4,6% nel 2010), in prevalenza grazie alla robusta crescita dell’area asiatica, tuttavia “i rischi al ribasso delle attuali tendenze economiche sono aumentati…” ; le turbolenze dei mercati finanziari confermano il perdurante nervosismo in relazione ai rischi del debito sovrano ed alla necessità di attuare strategie che non limitino la crescita e restituiscano fiducia.

L’euro-zone, dopo l’ottima performance in chiusura del 2009, conferma prospettive di crescita piuttosto modeste (+1,0% le previsioni per il 2010), a causa di notevoli vettori di incertezza: “…l’esaurimento dello stimolo fiscale, le manovre correttive che potrebbero determinare un effetto depressivo sulla domanda interna, le condizioni di credito ancora restrittive e la volatilità dei mercati finanziari dovuta alle recenti crisi del debito sovrano…” . La domanda estera, in prevalenza dei Paesi emergenti dell’Asia e dell’America Latina, ha contribuito al rimbalzo della produzione industriale europea, rispetto alla domanda interna che si conferma stagnante.
L’Italia conferma d’essersi avviata lungo un sentiero di crescita più lenta rispetto alle principali economie europee: la debolezza della componente interna della domanda, consumi e investimenti, la crescente disoccupazione, con il conseguente calo del reddito disponibile delle famiglie, rischiano di rallentare ulteriormente i tempi di recupero. Dall’ultima indagine di Bankitalia  sembrerebbero emergere indicazioni che la fase di decumulo delle scorte da parte delle imprese si sia ultimata, nonostante la capacita produttiva inutilizzata resti ancora elevata. Sebbene permanga lontana dai livelli pre-crisi, la produzione industriale è tornata ad accelerare nel primo trimestre di quest’anno e il FMI ha rivisto al rialzo le stime di crescita del PIL italiano, che nel 2010 si espanderà dello 0,9%.
A livello provinciale, le opinioni delle imprese, in peggioramento in apertura 2010, mostrano un’inversione di tendenza, riposizionandosi su valori prossimi allo stesso periodo dell’anno precedente ed annullando il parziale recupero che si era registrato nel corso del 2009. Le tendenze su esposte sono determinate da una minore quota di imprese che dichiara in incremento la domanda (10,1%, rispetto al 13,3% del quadrimestre precedente) e che si sposta prevalentemente in un’area di invarianza (40,6% la quota), comunque, su livelli di persistente criticità. Dunque, la domanda si conferma debole, con la maggioranza delle imprese (49,3%) che lamenta diminuzioni degli ordinativi. Il fatturato mostra un arretramento congiunturale più marcato passando da un saldo negativo del -33,9% al -41,6%, in ragione di una minore quota di imprese che afferma in crescita i propri ricavi (11,3%, rispetto al 16,7% del quadrimestre precedente) e della prevalenza degli intervistati (52,9% la quota, rispetto al 50,6% del quadrimestre precedente) che lamenta diminuzioni.
Entrambe le variabili tornano a registrare valori minimi in serie storica in ragione del prevalere di opinioni di una maggior incertezza riguardo la stabilità della ripresa.

Serie storica trimestrali dei saldi  relativi a domanda e fatturato
Totale attività

http://www.cameradicommerciolatina.it/images/pdf/Comunicati_stampa/Congiuntura_I_quadrimestre2010/tabella_01.jpg

L’analisi per settori di attività economica lascia intendere il probabile avvio di una diversificazione delle tendenze economiche tra i diversi comparti di attività per tempi ed intensità dell’arretramento: i servizi ed il turismo, superando il punto di minimo, sembrano mostrare l’accenno ad una maggiore stazionarietà sia in termini tendenziali (rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente), sia in termini congiunturali (rispetto al quadrimestre precedente), tra l’altro particolarmente apprezzabile per il comparto turistico che è consueto mostrare nel I quadrimestre tendenze “fuori stagione”, dunque peggiorative.
Le attività commerciali, a meno di qualche irrisorio spostamento delle opinioni delle imprese di qualche punto percentuale verso una stazionarietà più diffusa ed una minore quota di imprese che dichiara incrementi della clientela, non sembrano avvertire significativi cambiamenti nei comportamenti dei consumatori rispetto ad una situazione di forte compressione della domanda che permane sui livelli minimi; diversamente, il fatturato delle attività commerciali mostra un ulteriore e significativo peggioramento diffuso a tutti i segmenti, segnando un punto di minimo in serie storica. Su tale tendenza contribuisce il sensibile deterioramento congiunturale delle attività all’ingrosso, che annullano il consueto differenziale rispetto agli altri segmenti che in passato si traduceva in performance relativamente migliori, posizionandosi oggi in linea con la media delle altre attività commerciali.
Anche le attività industriali mostrano un ulteriore arretramento degli ordinativi, ancor più evidente per il fatturato; tessile, legno e costruzioni sono i settori che mostrano le variazioni negative più significative.
I prezzi di vendita nell’attuale contesto congiunturale forniscono segnali di una tendenza in linea con quanto registrato nel corso del 2009, ossia di una prevalenza di imprese del campione che dichiara una sostanziale stabilità (62,8%); inoltre, tra quante hanno indicato variazioni, si conferma superiore la quota di imprese che è intervenuta con ribassi su listini per contenere gli effetti della crisi (21,7%), a fronte del 15,5% delle imprese ha dichiarato un aumento dei prezzi.

Le evoluzioni sopra descritte sono diffuse in tutti i comparti con qualche eccezione come il settore del turismo che vede solo un 2,1% di imprese che dichiara l’aumento dei listini (la media dei settori è del 15,5%) a fronte di una stazionarietà dei prezzi (79,4% delle imprese) che si conferma superiore rispetto agli altri comparti e crescente. Il settore del commercio è l’unico in contro tendenza, in quanto tra le imprese che hanno dichiarato variazioni prevalgono incrementi dei prezzi praticati superiori alla media (21,6% delle imprese). Da segnalare, inoltre, che sono il 28,5% le imprese industriali che dichiarano una diminuzione dei prezzi di vendita, il 30% in più rispetto alla media a totale economia, che dimostra come attualmente l’impatto della crisi in questo settore sia più forte, da indurre gli imprenditori ad adottare politiche di prezzo più incisive per non perdere quote di mercato.
Per quanto riguarda le opinioni relative ai costi di esercizio, si conferma prevalente ed in diminuzione, sebbene più contenuta in apertura 2010, la quota di operatori che dichiara un aumento dei costi (51,8%, rispetto al 54,3% relativo al III quadrimestre 2009). Si modifica l’ordine di graduatoria dei costi aziendali per i quali le aziende manifestano maggiore sensibilità: al primo posto le utenze, in crescita per il 40,8% delle imprese intervistate, ossia per una quota che si è  comunque fortemente ridimensionata rispetto alla rilevazione precedente (49,4%); altrettanto vale per le materie prime e i semilavorati (in incremento per il 34,5% del totale delle imprese del campione) e a seguire costi per il personale (crescono per il 20,9% delle imprese). Infine, gli oneri finanziari, in crescita per il 34,5% degli intervistati, non mostrano variazioni altrettanto significative rispetto alla chiusura 2009.
La situazione relativa alla liquidità aziendale si mantiene in linea con le ultime rilevazioni: la proporzione di aziende che dichiara un peggioramento della situazione finanziaria si conferma prevalente e pari alla metà campione. Il comparto industriale continua a mostrare le maggiori preoccupazioni (54% la quota di imprese che dichiara in peggioramento la liquidità aziendale praticamente invariate rispetto all’ultimo trimestre 2009). Inoltre il comparto turistico rispetto al quadrimestre precedente ha registrato un sostanziale calo: sono il 45,3% le imprese che dichiarano un peggioramento della liquidità, in sensibile incremento rispetto a fine 2009 ( 36,5% nel quadrimestre precedente).
Per quanto riguarda le dichiarazioni sugli investimenti per l’anno in corso, l’80% delle imprese intervistate dichiara che non sono previsti investimenti, gli effetti del perdurare della crisi sembrano, infatti, scoraggiare gli imprenditori e solo il 20% intende attuare programmi di investimento; si tratta di una quota inferiore rispetto ai valori dell’anno precedente che si attestavano al 25,8%. L’autofinanziamento, con il 44,5% degli intervistati, è la scelta prevalente; a seguire il sistema bancario, con il 22,2% di imprese che hanno fatto ricorso a finanziamenti ed il 10,2% che ha richiesto anticipi su conto corrente e scoperti bancari.
In tutti i settori la destinazione degli investimenti più diffusa è l’ampliamento e ammodernamento delle strutture, con una più forte preferenza da parte delle attività turistico-commerciali. L’industria, inoltre, sceglie di intervenire sul prodotto, sul ciclo produttivo e di orientarsi sempre più alle tematiche ambientali; le tecnologie informatiche confermano un particolare appeal per il settore dei servizi.
I dati relativi al mercato del lavoro, oltre alla consueta e storica stazionarietà espressa dai ¾ del campione, mostrano chiaramente come la crisi stia ancora determinando effetti negativi sull’occupazione, in linea con le tendenze a livello nazionale, sebbene i segnali per la nostra provincia destino maggiori preoccupazioni quanto alla dimensione di tali variazioni negative . Infatti, tra le imprese che indicano variazioni degli organici, prevalgono nettamente e in misura sensibilmente maggiore rispetto agli ultimi quadrimestri quante affermano di avere ridotto il numero degli occupati fissi (20,2%, contro il 15,1 in media nel 2009). Altrettanto vale per l’occupazione atipica per la quale si assiste ad una prevalenza ed ad un incremento delle aziende che ne affermano una riduzione (16,8% delle imprese, era il 13,9% in media nel 2009).
Si attesta ai minimi in serie storica (di poco superiore al 4,0%) la quota di imprese che dichiara incrementi degli occupati per entrambe le tipologie di impiego; è il comparto industriale a mostrare le variazioni più negative, sia in serie storica, che rispetto agli altri comparti e a destare le maggiori preoccupazioni per i risvolti socio-economici che ne derivano.

 

LE PREVISIONI PER IL II QUADRIMESTRE
Le attuali tendenze congiunturali hanno prodotto un effetto depressivo di gran lunga più evidente sul clima di fiducia degli operatori locali, determinando un significativo deterioramento delle attese relative al quadrimestre successivo. Si amplifica, dunque, l’opinione riguardo ad un possibile peggioramento delle condizioni di mercato previste nel breve periodo, tra l’altro registrando una brusca inversione di tendenza rispetto alle attese formulate nei precedenti periodi. D’altronde, come già sottolineato, le recenti turbolenze dei mercati e le incertezze sui bilanci pubblici di alcuni Paesi europei hanno senz’altro contribuito al diffuso peggioramento del clima di fiducia.


Serie storica trimestrale dei saldi  relativi alle attese su domanda e fatturato
Totale attività

http://www.cameradicommerciolatina.it/images/pdf/Comunicati_stampa/Congiuntura_I_quadrimestre2010/tabella_02.jpg

Sono il 42,0% le imprese che si attendono in flessione la domanda per il prossimo quadrimestre (la quota era pari al 34,6% nella rilevazione precedente); il peggioramento è ancor più evidente in termini di fatturato, le cui attese arretrano di oltre 10 punti percentuali (45,8% la quota di imprese che si attende una diminuzione dei ricavi, a fronte del 35,5% del I quadrimestre 2010). Le attese sfavorevoli sono più accentuate per il settore turistico (40,9% il saldo negativo per la domanda, ben al disotto della media a totale economia 29,1%), mentre mostrano un maggiore ottimismo i servizi (16,1%) con attese al di sopra della media, comunque in peggioramento rispetto alla rilevazione precedente. Le stesse considerazioni valgono in termini di fatturato
Riguardo alle opinioni sul mercato del lavoro, come di consueto, la maggioranza degli intervistati (oltre i 3/4) prevede un’invarianza dell’occupazione fissa, come di quella atipica; tuttavia il quadro delineato da quanti dichiarano variazioni degli organici conferma il sensibile peggioramento rispetto alle attese relative al quadrimestre precedente. Infatti, prevale la quota di aziende che prevede una riduzione degli occupati fissi (il 13,2% del totale, rispetto al 3,5% degli intervistati che prevede un aumento), come degli occupati atipici (l’11% prevede una riduzione, rispetto al 5,3% che ne prevede una crescita). I segnali meno incoraggianti per quanto riguarda le previsioni circa l’occupazione fissa vengono dai comparti industriale e turistico, per i quali sono attese contrazioni degli organici in misura più diffusa rispetto alla media; altrettanto vale, seppur con differenziali più contenuti rispetto alla media, per le tipologie di impiego atipiche.
Le politiche di prezzo già avviate nel primo quadrimestre di quest’anno proseguiranno lungo lo stesso percorso di ridimensionamento dei listini, con una particolare evidenza per gli operatori industriali e del turismo (con un saldo rispettivamente del 13,9% e del 16,0%, rispetto alla media a totale economia del 4,0%); diversamente, le attività commerciali sono le solo per le quali prevalgono attese di crescita dei prezzi.

L’andamento delle principali variabili economiche
nell’opinione delle imprese del campione di Osserfare

http://www.cameradicommerciolatina.it/images/pdf/Comunicati_stampa/Congiuntura_I_quadrimestre2010/tabella_03.jpg

 

http://www.cameradicommerciolatina.it/images/pdf/Comunicati_stampa/Congiuntura_I_quadrimestre2010/tabella_04.jpg