Fiera floroagroalimentare, il kiwi è il vero marchio d’eccellenza

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Sarà il kiwi l'ospite d'onore della fiera floroagroalimentare che si volgerà dall'8 al 10 dicembre. Presenza immanca­bile, ovvio, in una manifstazio­ne che ha come ambizione quella di promuovere le colture locali, il frutto sarà accompa­gnato dalle cinque aziende di frutta e verdura che esporran­no i loro prodotti, offrendo l'opportunità ai visitatorie di degustare quelle prelibatezze, proprio in occasione della fiera.

Si tratta di Agri Produttori associati, Maule Frutta di Tatoli Maria & C. Azienda Agricola, Aziende Agricole Martufi srl, Azienda Agricola Roberto Cosmi e Apofruit Coop. Ar.l. Tra la frutta e la verdura nello stand allestito dall'assessorato alle attività produttive in collabo­razione con l'azienda del Comune Promozione e Sviluppo, ci saranno i noti pro­dotti locali esportati in tutto il mondo come le susine e in par­ticolare il kiwi. Il kiwi ha avuto il riconoscimento Igp di quali­tà il 20 agosto 2004 per un vasto territorio che va dal Sud della Provincia di Roma a 9 Comuni della provincia di Latina. $i estende da terreni a 300 metri dal livello del mare, come per esempio nella zona dei Castelli, alla valle, in un microclima che ne permette l'ottima maturazione e che, quindi, consente al prodotto di essere di eccellenza. Sono io mila le aziende che coltivano kiwi nel territorio e che produ­cono beni milione e 500 mila quintali. Di questa produzione più della metà viene esportata all'estero. "L'Italia -spiega Gianni Cosmi, Presidente del Consorzio Igp- è uno dei prin­cipali produttori di kiwi e nel nostro paese il territorio ponti­no è il primo in materia di pro­duzione e di qualità. Il terreno è qui migliore per la coltivazio­ne che sfrutta un clima molto mite e permette una raccolta tardiva. Ad esempio in Emilia Romagna il kiwi viene raccolto ai primi di ottobre, da noi invece a novembre, il che consen­te al frutto di stare più tempo sulla pianta e godere della luce del sole. Questo permette una maturazione naturale che arricchisce il kiwi di sapore e zuccheri. E questo permette anche una maggiore conser­vazione del prodotto che può durare ben 6 mesi". "Negli ultimi anni -spiega sempre Cosmi- anche la commercializ­zazione è stata ottima. Abbiamo instaurato contatti con gli Stati Uniti, con la Polonia anche se si dovrebbero potenziare le strutture per la conservazione. Ad oggi metà del prodotto locale prende le vie del commercio senza esse­re stato conservato sul posto. E' come se la produzione di una macchina venisse fatta in Italia e poi assemblata dai cinesi". Circa l'8o% della pro­duzione di kiwi si dirige su mercati esteri. "E' anche que­sta una carenza che dovremo superare con il tempo -conti­nua Cosmi- e dipende dai bassi consumi del prodotto. Ad oggi viene consumato in Italia per appena 2 kg a testa perché l'abitudine è indirizzata su altri tipi di frutta".

Fonte: Il Territorio [Carmen Porcelli]