Export, conferme positive per il settore agricolo nei primi sei mesi del 2017

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exportI confortanti dati macroeconomici degli ultimi giorni riferiti alle previsioni di crescita, vengono avvalorati dai positivi risultati delle vendite sui mercati internazionali registrati alla fine del I semestre dell’anno. Alla luce di quanto reso pubblico dall’Istat alla fine del mese di giugno (si rammenta che tali dati sono provvisori e potrebbero subire revisioni da parte dell’Istituto nazionale di statistica), si registra su base nazionale un confortante incremento dell’export (+8%) rispetto al giugno 2016, per un valore di 223miliardi e 300milioni circa di euro di merce esportata.
Crescono anche le importazioni e ad un ritmo ancor più marcato (+11,35%), per un valore complessivo di acquisti dall’estero superiore a 204miliardi e 242milioni di euro, circostanza quest’ultima positiva per un paese trasformatore come l’Italia.
Il surplus commerciale targato I semestre 2017 è pari a 19 miliardi di euro, in flessione rispetto all’analogo periodo dello scorso anno (-18,3%), in ragione della maggiore crescita della spesa sui mercati esteri sopradescritta. Tutto ciò fa ben sperare per la conferma della ripresa economica anche nei prossimi mesi.
Procedendo alla disaggregazione dell’Export nazionale per macro aree territoriali, si rileva un buonissimo risultato per l’Italia insulare che registra una notevole crescita dei flussi per l’estero (+36,9%), che si spiega con il fatto che in Sardegna si trova il più grande impianto di raffinazione petrolifera nazionale; è evidente che tale performance è positivamente influenzata dalla ripresa della domanda globale, che genera di conseguenza un maggior bisogno di prodotti energetici.
Il quadro riassuntivo nazionale per ripartizioni territoriali viene esposto nella tabella sottostante:

Tabella 1 – Import – Export Italia per macroterritori – I semestre 2017 e 2016 (⇓)

Per ciò che riguarda le regioni italiane, la palma d’oro va alla Lombardia, e non è certo una novità, che da sola esprime oltre ¼  dell’Export italico, seguita da Veneto ed Emilia Romagna, che spiegano entrambe intorno al 13% dei flussi verso l’estero.
In termini di crescita, oltre all’exploit sardo, con il roboante +47,5%, si evidenzia anche la considerevole variazione positiva della Sicilia (+30,28%); buona anche la performance laziale, in crescita di oltre il 15%:

Tabella 2 – Import – Export Italia per regioni – I semestre 2017 e 2016 (⇓)

Passando ad esaminare la composizione dell’export nazionale, ciò che cambia rispetto alle precedenti rilevazioni sono i valori relativi e non certo i settori trainanti, che rimangono sempre il Manifatturiero e l’Agricoltura. Alla fine del I semestre del 2017, sul totale esportato l’industria ha registrato un valore complessivo superiore ai 214miliardi e 100milioni di euro, corrispondenti a quasi il 96% di flussi verso l’estero, con un incremento tendenziale del +7,88%. L’Agricoltura, che si conferma il secondo settore in termini di esportazioni (1,61% la quota), ha superato i 3miliardi e 500milioni di euro, con un incremento del + 4,71% rispetto al 2016.
Gli altri settori, come anche nelle precedenti rilevazioni, sono residuali.
Nella tabella seguente è illustrato il quadro riepilogativo delle importazioni e delle esportazioni nazionali articolato per settori:

Tabella 3 – Import –Export Italia per settori – I semestre 2017 e 2016 (⇓)

Per quanto riguarda i mercati verso i quali i prodotti italiani sono esportati, come di consueto al primo posto si colloca l’Europa,che assorbe i 2/3 dell’export complessivo italiano, seguita dall’Asia (15% la quota) e dal continente americano (13% il peso relativo).
Le vendite sui mercati esteri crescono verso tutte le destinazioni, mettendo a segno un recupero tendenziale significativo, soprattutto nei mercati europei; buone le performance asiatiche, nonché le vendite oltre oceano, destinazioni entrambe in crescita dell’11% circa.
Il quadro riassuntivo degli scambi commerciali per continenti viene esposto nella successiva tabella:

Tabella 4 – Import-Export Italia per continenti – I semestre 2017 e 2016 (⇓)

Scendendo nello specifico, l’industria Manifatturiera mostra un incremento delle vendite all’estero in tutti i segmenti (+7,88% la variazione tendenziale), con una menzione ad hoc questa volta per il comparto dei prodotti della Raffinazione che, sebbene “minore” in termini di peso sull’export, mostra un rimbalzo considerevole (+44,86% la variazione tendenziale), in ragione dell’accresciuta domanda di prodotti energetici proveniente da Egitto, Algeria, Regno Unito e Paesi Bassi.
Passando ai “protagonisti” sui mercati internazionali, il comparto trainante è quello dei Macchinari e apparecchi (motori, turbine, pompe idrauliche, compressori, caldaie industriali, macchine per sollevamento, macchine per la metallurgia ecc…) che, con i quasi 40 miliardi di prodotti esportati, rappresenta quasi 1/5 dell’intero export manifatturiero nazionale. A seguire il comparto Automotive, con più di 26miliardi e 300milioni, pari al 12,29% del totale esportato; al terzo posto si collocano i Prodotti tessili e dell’abbigliamento, con poco più di 25miliardi(12% la quota).
In termini di crescita dell’Export rispetto al giugno 2016 (escludendo la Raffinazione prima menzionata) il comparto Farmaceutico e Chimico mettono a segno variazioni positive significative (entrambi intorno al 12%). Buono anche il risultato del comparto Metallurgico con una crescita che sfiora l’8%, per un valore di export di quasi 24miliardi; anche l’Alimentare, un dei comparti leader del Made in Italy, conferma il suo trend positivo con un confortante +7,15% ,per un ammontare complessivo di esportazioni di poco superiore ai 16miliardi di euro.
L’articolazione per segmenti delle importazione ed esportazioni del settore Manifatturiero alla fine del I semestre 2017 è riportata nella seguente tabella:

Tabella 5 – Import-Export Settore Manifatturiero per segmento di attività. Italia– I semestre 2017 (⇓)

In relazione ai mercati verso cui il Manifatturiero trova i maggiori acquirenti, i 2/3 dei flussi verso l’estero sono diretti verso l’Europa, in crescita tendenziale di oltre il 7%; seguono Asia e Americhe, entrambe in crescita tendenziale intorno all’11%.

Tabella 6 – Import-Export Settore Manifatturiero per area geografica di destinazione. Italia– I semestre 2017 e 2016 (⇓)

La provincia di Latina sui mercati internazionali

A giugno 2017 le vendite sui mercati esteri della nostra provincia sfiorano i 2,5 miliardi di euro, archiviando una ulteriore una contrazione tendenziale notevole (-14,09%) rispetto a quanto rilevato nell’analogo periodo dello scorso anno. Tale esito concorda con quanto già emerso nel corso dell’intero anno 2016, riferendosi esclusivamente al comparto farmaceutico, che rappresenta di gran lunga il settore “guida” dell’export pontino. Al riguardo, occorre sottolineare che tali dinamiche sono determinate, molto probabilmente, dalla introduzione di nuove linee produttive negli stabilimenti provinciali, a seguito dell’acquisizione di nuovi brevetti per specialità farmaceutiche innovative e, di solito, tali progetti di ristrutturazione tecnica richiedono periodi di tempo almeno triennali anni per essere realizzati completamente.
In ulteriore peggioramento il deficit commerciale provinciale riferito al primo semestre, in rosso per circa 571milioni di euro, a fronte del disavanzo pari a 139 milioni di euro riferiti all’analogo periodo dello scorso anno. Tale esito è la risultante della contrazione tendenziale delle esportazioni pari a circa 400milioni di euro e di una sostanziale stazionarietà degli acquisti dall’estero.
Il grafico di seguito indicato illustra l’andamento tendenziale trimestrale delle importazioni e delle esportazioni provinciali ed il relativo saldo commerciale con l’estero:

Grafico 1 – Var. % tendenziale delle esportazioni e delle importazioni e saldo bilancia commerciale della provincia di Latina (milioni di euro) – Serie storica (⇓)

Il confronto con le altre realtà provinciali del Lazio mostra il ritorno alla crescita delle esportazioni del viterbese e nella capitale, nonché il deciso rimbalzo del frusinate; quest’ultimo colloca all’estero merce per un valore che supera i 3,8miliardi di euro (+60,1% la variazione tendenziale), confermandosi al secondo posto nella graduatoria delle province laziali, traguardo raggiunto dall’estate del 2016. Dunque, almeno in questa prima porzione d’anno, Latina resta l’unico territorio che mostra una flessione degli acquisti dall’estero, peraltro in accentuazione rispetto alla variazione riferita al primo semestre dello scorso anno.
Al riguardo si potrebbe ipotizzare una sorta di compensazione territoriale, che risponde a logiche di “forniture sostitutive” rispetto ad una domanda estera non più soddisfatta dalla nostra provincia; tuttavia, senz’altro intervengono su tali dinamiche notevoli fattori legati più strettamente a scelte aziendali assolutamente riservate.
Il quadro riepilogativo delle province laziali viene riportato di seguito:

Tabella 7 – Import – Export Lazio per province I semestre 2017 (⇓)

La disaggregazione del dato complessivo locale in funzione delle principali destinazioni mostra una concordanza nel segno per tutte le aree geografiche, con una contrazione significativa verso il continente europeo (-14,63%), principale acquirente estero delle merci pontine.
La tabella riepilogativa dei flussi commerciali con l’estero suddivisa per continenti viene riportata di seguito:

Tabella 8 – Import – Export Latina per continenti – I semestre 2017 (⇓)

Scendendo ulteriormente nel dettaglio dei singoli Paesi, in Europa i principali mercati di sbocco dei prodotti pontini sono in primo luogo il Belgio (58% dei flussi verso le aree europee), destinazione “logistica” della gran parte delle produzioni farmaceutiche locali, per un ammontare di 1miliardo e 265milioni circa di prodotti esportati alla fine di giugno 2017 (-24,05% la variazione tendenziale). Seguono il mercato tedesco, verso il quale invece si registra un significativo incremento delle vendite rispetto al I semestre dello scorso anno (+10,85%), nonché, a notevole distanza, Paesi Bassi (7% la quota europea, -16% la flessione tendenziale) e Francia (6% la quota europea), quest’ultima in crescita (+20% la flessione tendenziale).
Passando al continente americano, sono gli USA il primo cliente delle imprese pontine, con il 70% dei flussi di merce destinati oltre oceano, per un valore pari a 115milioni di euro, in calo del 15%; a seguire Canada e Brasile (entrambi intorno al 7% dei valori esportati verso l’america).
Infine, per quanto riguarda l’Asia, va sottolineato come il Giappone con circa 30milioni e 147mila euro di prodotti acquistai dalla provincia (+20,9% la quota sul continente) sia diventato il primo cliente asiatico, superando la Cina che, a giugno di quest’anno, si è fermata a poco più di 21 milioni di euro (-50,28%).

Le dinamiche settoriali

Abbiamo più volte sottolineato, come il Manifatturiero e l’Agricoltura siano i settori leader dell’export della provincia di Latina, in analogia con quanto riscontrato su base nazionale, spiegando la totalità delle esportazioni provinciali (99,9%).
Ad ogni modo il dato riepilogativo generale riferito al I semestre dell’anno in corso, viene esposto nella successiva tabella:

Tabella 9 – Import – Export Latina per Settori – I semestre 2017 (⇓)

L’Export dell’Agricoltura

Alla fine del I semestre 2017, l’agricoltura ha registrato un incremento delle esportazioni del +16,54% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, mettendo a segno una ulteriore buona performance, che ribadisce l’importanza del settore primario della nostra provincia. Al riguardo si evidenzia che tale settore ha raggiunto un peso specifico sul totale dell’export provinciale pari al 5,06%, di gran lunga più significativo rispetto alla quota rilevata a livello Paese, dove supera di poco l’1,6%.
Il valore delle merci agricole locali collocate sui mercati internazionali ha superato i 126milioni, a fronte di un valore delle importazioni di prodotti agricoli esteri pari a poco più di 53milioni; tali flussi hanno determinato un saldo positivo della bilancia commerciale pari a +73milioni e 116mila euro, pressoché in linea con i valori riferiti al I semestre dello scorso anno.
L’Europa si conferma la principale destinazione (95% la quota sul totale), per una cifra di poco superiore ai 120milioni di euro, in crescita tendenziale del 18%. Chiaramente gli altri mercati sono residuali, circostanza questa che è influenzata anche dalla deperibilità delle merci; il continente americano importa dalla provincia di Latina soltanto 3milioni e 384mila euro di prodotti e ancora inferiori sono le esportazioni verso l’Asia con poco più di 1milione e 731mila euro, anche se in questo ultimo caso va sottolineato l’incremento del +51,45% rispetto al giugno 2016.
Il quadro riassuntivo, per continenti, è rappresentato nella sottostante tabella:

Tabella 10 – Import – Export Latina – Settore Agricolo per continenti – I semestre 2017 (⇓)

Disaggregando le aree geografiche su esposte per singolo Paese acquirente, la Germania si conferma il primo cliente, importando merci agricole pontine per un valore superiore ai 58milioni di euro, in crescita tendenziale del 15% circa; seguono a notevole distanza la Polonia in deciso avanzamento (gli acquisti ammontano ad oltre 13milioni e di euro,+25% la variazione tendenziale), nonché Francia e Paesi Bassi (entrambi con una quota sull’export agricolo di poco inferiore al 10%), la prima in decisa crescita (+27% la variazione tendenziale).
Tra i paesi extraeuropei, pur tenendo conto della relatività numerica di tali dati, vale la pena evidenziare come gli USA siano di gran lunga il primo cliente del continente americano, assorbendo il 96,46% delle esportazioni agricole verso le americhe, per un controvalore di prodotti superiore ai 3milioni e 246mila euro anche se in diminuzione rispetto al 2016 (-16,97%).
Per quanto riguarda l’Asia, il primo paese acquirente dei prodotti agricoli locali è l’Arabia Saudita che assorbe il 56,06% del totale esportato nel continente asiatico, pari ad un controvalore di poco superiore ai 970mila euro, con un incremento tendenziale superiore al 50%. Da notare, a titolo di curiosità, come al secondo posto in questa graduatoria sia comparsa Hong Kong, che ha importato merci agricole dalla provincia di Latina per poco meno di 179mila euro, mentre al mese di giugno dello scorso anno non comparivano esportazioni verso questa destinazione. Ad ogni buon conto vale la pena sottolineare come il continente asiatico abbia fatto registrare un incremento delle importazioni agricole dal territorio pontino di ben il 51,45%.
Per quanto riguarda le tipologie di prodotti agricoli esportati dalla provincia di Latina sui mercati internazionali, al primo posto troviamo le “Colture agricole non permanenti” (cereali e ortaggi), per un valore pari circa a 90milioni di euro, in ulteriore crescita tendenziale del 14% ed un peso pari a quasi i ¾ delle vendite all’estero del comparto agricolo locale. Tornano a crescere (+24% la variazione tendenziale) le vendite di “Colture agricole permanenti” (frutta, uva..), il cui controvalore è superiore ai 21 milioni di euro.
A seguire, le Piante vive (fiori e piante): oltre 13milioni il controvalore in euro, in deciso rimbalzo nella prima porzione d’anno (+26%).
Il quadro riassuntivo nella tabella successiva:
La situazione riepilogativa al giugno 2017 viene riportata nella successiva tabella:

Tabella 11 – Import – Export Latina – Settore Agricolo – I semestre 2017 (⇓)

Il Settore Manifatturiero

Alla fine del mese di giugno 2017, le esportazioni industriali della nostra provincia, che sfiorano i 2miliardi e 366milioni di euro, hanno subito una flessione tendenziale significativa intorno al 15%.
La determinante si conferma essere il settore Farmaceutico (pari a circa il 75% dell’export manifatturiero locale), che registra vendite all’estero per un valore di poco superiore ad 1miliardo e 744milioni, in ulteriore flessione tendenziale di circa 1/5 rispetto al I semestre 2016, per le circostanze già evidenziate nei paragrafi precedenti.
Passando agli altri comparti del manifatturiero, va sottolineata la buonissima performance dell’Industria Alimentare, le cui vendite all’estero (oltre 126milioni di euro) mostrano una crescita del +38,56%, determinando fra l’altro anche un aumento notevole del suo peso sull’intero settore manifatturiero, divenendo quest’ultimo il terzo segmento in termini di importanza (5,3% il contributo alle esportazioni totali manifatturiero), con il sorpasso del segmento metalmeccanico.
Anche il Chimico mostra un incremento delle esportazioni (+22,43% dall’inizio dell’anno), per un ammontare totale di prodotti esportati pari a poco meno di 150milioni di euro (6,33% del totale manifatturiero).
Il quadro riassuntivo nella tabella successiva:

Tabella 12 – Import – Export Latina – Settore Manifatturiero – I semestre 2017 (⇓)

Dall’incrocio tra le merci collocate all’estero e le destinazioni finali emerge un quadro di contrazione diffusa a tutte le aree geografiche.
Il quadro riassuntivo delle importazioni ed esportazioni relative al settore Manifatturiero, suddiviso per continenti, viene esposto di seguito.

Tabella 13 – Import – Export Latina – Settore Manifatturiero per continenti – I semestre 2017 (⇓)

Disaggregando per segmento, tuttavia emergono dinamiche più vivaci per i il chimico, in decisa espansione i flussi verso Francia, Germania e Irlanda; altrettanto l’industria alimentare, cresce verso tutte le destinazioni, in primis in Europa, verso Germania, Francia.

Conclusioni

Come illustrato nell’analisi, i dati degli scambi commerciali con l’estero hanno evidenziato un quadro sostanzialmente più che positivo per il paese Italia, ma non altrettanto può dirsi per la provincia di Latina che conferma un rallentamento delle dinamiche esportative, condizionate dal segmento farmaceutico. Ad ogni modo la situazione generale nazionale, lascia spazio a valutazioni comunque positive, visti i buoni dati macroeconomici resi noti dalle varie fonti di informazione istituzionale. Da sottolineare, tra l’altro, che l’indice di fiducia dei consumatori e delle imprese a settembre 2017 mostra valori positivi. In particolare, l’indice di fiducia delle imprese in relazione agli ordini è in netta ripresa soprattutto nei settori del Manifatturiero (ai valori massimi dal settembre 2007); dello stesso tenore le valutazioni delle imprese operanti nei segmenti delle Costruzioni e del Commercio. In controtendenza, invece, i Servizi. Per quanto i rapporti commerciali con l’estero, inoltre, le imprese che operano nel Manifatturiero e che esportano hanno espresso giudizi sostanzialmente stabili sul fatturato, con positive prospettive di crescita.
Nella stessa direzione gli incentivi introdotti al fine di favorire la digitalizzazione dei processi produttivi, volti a creare i presupposti per una maggiore competitività delle imprese manifatturiere. E’ ovvio che le valutazioni positive, in relazione alle future performance esportative, sono comunque dipendenti da una molteplicità di fattori variabili e di difficile interpretazione e previsione. Basti pensare alle tensioni internazionali emergenti in estremo Oriente, che potrebbero avere ripercussioni sui commerci verso quelle aree; oppure, ancora, alle più volte invocate (ma fortunatamente non ancora operanti) politiche protezionistiche da parte di paesi come gli USA, un mercato di grande importanza per le imprese italiane. Altrettanto incerte le conseguenze che la Brexit potrà avere nei prossimi anni sul commercio globale. Ampliando ulteriormente gli orizzonti, occorre tener conto della conferma dei livelli di crescita dell’economia cinese, come delle conseguenze positive che potrebbero aversi con l’entrata in vigore del CETA (Comprehensive Economic and Trade Agreement), trattato stipulato tra l’Unione Europea ed il Canada, ancora non ratificato dall’Italia, che apre interessanti scenari per le imprese, in virtù dell’abolizione del 99% dei dazi doganali sulle merci provenienti dalla UE. Inoltre il CETA prevede da parte del Canada l’apertura delle proprie gare d’appalto pubbliche alle imprese europee, in modo più ampio rispetto ad altri paesi, dando l’opportunità di poter partecipare a gare per la fornitura di beni e servizi non solo a livello federale, ma anche provinciale e municipale. Non secondario sarà anche il mercato energetico e le eventuali oscillazioni dei prezzi petroliferi, alla luce anche del rialzo delle tensioni politiche tra Iran e USA, oltre quelle già esistenti tra il Qatar e gli altri Paesi arabi del Golfo.
Infine, non vanno sottovalutate le decisioni di politica monetaria della BCE e della Federal Reserve dei prossimi mesi, ma non meno importanti saranno anche le decisioni del Congresso del Partito Comunista Cinese, che si terrà in questi giorni, in cui vengono esposte le strategie di politica economica che saranno seguite nei prossimi anni dal più grande mercato orientale. E’ in una fase di stallo, invece, il famoso trattato TTIP (Transatlantic Trade and Investment Partnership) di cui avevamo fatto cenno nei precedenti report, benché, alla luce degli ultimi sviluppi riferiti alle divergenze di vedute tra UE e USA, sembra difficile che possa giungere ad una positiva conclusione. In definitiva le prospettive sembrano volgere al meglio, sempre che non ci siano avvenimenti al momento imprevedibili sul piano internazionale, ma ciò non toglie che proprio approfittando di queste situazioni congiunturali favorevoli debbano essere implementate le politiche espansive per poter conquistare nuove quote di mercato nei paesi in cui già si è presenti e nello stesso tempo cercare sempre nuovi sbocchi per i prodotti italiani, che continuano ad essere oggetto di domanda crescente sui mercati internazionali. In tale ottica si muove il protocollo d’intesa siglato tra Ministero dello Sviluppo Economico ed Unioncamere a sostegno dell’internazionalizzazione delle imprese italiane. Con tale protocollo si da attuazione a quanto è stato previsto nel disegno di riorganizzazione delle Camere di Commercio, prevedendo una serie di attività preparatorie per le PMI interessate ad operare all’estero, attraverso opportune iniziative congiunte con l’ICE, affinché le imprese possano essere assistite in maniera unitaria e coordinata dal loro territorio fino ai mercati stranieri di interesse.