Economia del Mare

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La Camera di Commercio di Latina guida il processo nazionale sulla semplificazione nell’Economia del mare.

Nuovo appuntamento a La Spezia con gli Stati Generali delle Camere di Commercio sull’Economia del Mare, ideati dalla Camera di Commercio di Latina e da Unioncamere e nati a Gaeta nell’ambito dell’ultima edizione dello Yacht Med Festival.
Nell’ambito del convegno intitolato “L’interoperabilità tra gli enti del mare per rendere semplice la vita delle imprese”, coordinato dal presidente della Camera di Commercio di Latina e del comitato filiera nautica di Unioncamere Vincenzo Zottola, le più importanti istituzioni dell’Economia del Mare si sono confrontate nell’ambito della Festa della Marineria sui temi della semplificazione.
“Nel corso dell’ultima edizione dello Yacht Med Festival” ha commentato il presidente Zottola “le Camere di Commercio hanno iniziato a ragionare per la prima volta sull’Economia del Mare ed in particolare su due filoni trasversali, logistica integrata/trasporti e turismo, e su cinque temi strategici: competitività, formazione, internazionalizzazione, semplificazione dei rapporti tra imprese e Pubblica Amministrazione e osservazione dei dati. Allora è emersa l’esigenza di creare un luogo comune dove elaborare politiche condivise, un luogo di interoperabilità tra quelli che abbiamo chiamato gli Enti del mare, che da un lato favorisca la riduzione degli adempimenti, diminuendo il lavoro delle stesse Pubbliche Amministrazioni coinvolte e dall’altro garantisca alle imprese un’unica interfaccia operativa. Da qui la nascita a Gaeta del primo laboratorio nazionale tra Capitaneria di porto, Autorità portuale, Agenzia delle dogane e Camera di commercio che ha l’obiettivo di individuare, condividere e attuare procedimenti unici, snelli e utili alle imprese. I settori su cui stiamo lavorando sono: traffico merci, traffico passeggeri, diporto, nautica, pesca. 
Tra le azioni operative, prioritaria e urgente è certamente la semplificazione delle procedure burocratico-amministrative e gestionali.
Secondo una recente indagine Unioncamere riferita al 2012, complessivamente, gli impegni amministrativi costano al sistema produttivo una cifra che supera l’1% del Pil nazionale. In media per ciascuna impresa, l’aumento dei costi per la burocrazia è stato del 2,4% rispetto all’anno precedente. Sulla base dei risultati dell’indagine, tra le imprese che hanno deciso di effettuare in modalità telematica quelle operazioni amministrative già disponibili online, ben il 43,4% dichiara che il loro utilizzo ha indotto una riduzione delle spese: in media, il calo stimato è stato del 4,7%. Le Camere di Commercio possono mettere a disposizione una rete fatta innanzitutto di competenze (SUAP, registro imprese, comunicazione unica, autorizzazione unica ambientale) e poi di strumentazioni informatiche (firma digitale e portale impresainungiorno.gov). Strumenti già previsti dalla normativa vigente e richiamati dalla direttiva servizi dell’Unione Europea”. Nel 2011, le attività riconducibili all’economia del mare (costituite quasi totalmente da imprese e solo in minima parte da istituzioni pubbliche) hanno prodotto complessivamente un valore aggiunto di oltre 41,3 miliardi di euro, con un’incidenza sul totale dell’economia pari al 2,9%.
Ma l’economia del mare è in grado di attivare indirettamente ulteriori effetti sul sistema economico, generando per ogni euro prodotto altri 1,9 nel resto dell’economia.
In valori assoluti questo significa che, con riferimento al 2011, ai 41,3 miliardi di valore aggiunto prodotti dalle attività direttamente legate al mare nel 2011 hanno fatto riscontro altri 77 miliardi di euro attivati sul resto dell’economia, per un totale di 118 miliardi di euro di valore aggiunto, pari all’8,4% dell’economia complessiva.
Sul fronte occupazionale, l’Economia del Mare nel 2012 ha fatto registrare un dato in controtendenza rispetto al complesso dell’economia nazionale: a fronte della perdita totale nel periodo di 97.000 posti di lavoro (-0,4%), ha fatto segnare un incremento stimato di 11.000 unità (+1,4%).
Il recente studio della Commissione europea sulla Crescita Blu attesta, invece, che l’Economia del Mare fornisce posti di lavoro a 5,4 milioni di persone e produce un valore aggiunto complessivo di circa 500 miliardi di euro.
Si prevede che entro il 2020 queste cifre salgano a 7 milioni di occupati e quasi 600 miliardi di euro di fatturato.

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