Osserfare

1 Stella2 Stelle3 Stelle4 Stelle5 Stelle (Nessun voto)
Loading...

http://www.cameradicommerciolatina.it/images/imgnews/osserfare.bmp

Diramati i dati di Movimprese relativi all’anno 2013

Si chiude un anno che ha evidenziato più ombre che luci per l’imprenditoria italiana. I dati diramati da Unioncamere hanno evidenziato alla fine dell’anno un tasso di crescita del + 0,21%, in calo rispetto al già debole +0,31% del 2012. Sicuramente migliore il dato regionale, laddove il Lazio si è posizionato al vertice nazionale per tasso di crescita (+1,39%), davanti alla Campania (+0,88) e alla Lombardia (+0,72%). Nonostante il primato, però, anche il Lazio mostra un evidente rallentamento delle dinamiche di crescita imprenditoriale (alla fine del 2012 il tasso di crescita laziale si attestava al +1,54%). Il grafico seguente raffronta l’andamento del tasso di crescita demografico trimestrale registrato nell’ultimo triennio, in provincia di Latina, nel Lazio e in Italia. L’andamento delle spezzate mostra come la Regione si collochi costantemente al di sopra delle dinamiche nazionali; altrettanto avviene per la nostra provincia che presenta dinamiche pressoché simili a quelle laziali, sebbene nell’ultimo anno la forbice tenda ad allargarsi. I picchi negativi che si registrano nei primi trimestri sono l’effetto amministrativo delle cessazioni di fine anno, i cui esiti burocratici si concludono nei 30 giorni successivi (ossia entro il mese di gennaio dell’anno successivo).

graf. 1: Andamento del Tasso di crescita Latina, Lazio e Italia (serie storica)

I dati della Regione suddivisi per provincia e quelli nazionali sono riepilogati nella successiva tabella e mostrano le consuete dinamiche capitoline nettamente superiori alle altre realtà provinciali, sebbene in leggero rallentamento; altrettanto consueto il posizionamento della nostra provincia subito dopo Roma, per un tasso di crescita che si è attestato al +0,87% (a fronte del + 1,02% del 2012).

Tab. 1 Movimento delle imprese nell’anno 2013 presso il Registro Imprese camerale

Nella graduatoria a livello nazionale Latina si posiziona al 12° posto, dove il primato in termini di vivacità imprenditoriale spetta alla provincia di Isernia (+2,84% il tasso di crescita).
La performance pontina è stata determinata dalla differenza tra le 4.114 nuove iscrizioni e le 3.609 cessazioni non d’ufficio, per un saldo complessivo di +505 imprese; al 31 dicembre 2013 risultano iscritte al Registro camerale di Latina 57.952 imprese, delle quali 47.242 attive (81,52%).

L’ANDAMENTO DEMOGRAFICO PER SETTORE

La situazione relativa a tutti i settori della provincia di Latina, è riepilogata nella successiva tabella, elaborata tenendo conto del criterio di classificazione delle attività imprenditoriali ATECO 2007:

Tab.2: Movimento delle imprese presso il Registro camerale per ramo di attività

L’esame per settori di attività economica, fa rilevare l’ennesimo peggioramento delle dinamiche dell’Agricoltura: dopo qualche segnale di timida ripresa dei trimestri precedenti, si registra un ulteriore ridimensionamento del tasso di crescita, che scende al – 2,84%, per un saldo negativo di 311 unità, dato dalla differenza tra 315 iscrizioni e ben 626 cessazioni dall’inizio dell’anno.
Preoccupante anche la tendenza negativa del Manifatturiero, che con un tasso pari al -1,19%, si posiziona al di sotto dei valori registrati al 31 dicembre dello scorso anno (–0,62% nel 2012), confermando nuovamente la dinamica di contrazione del settore rilevata in serie storica, peraltro in linea con le analoghe risultanze nazionali.
In tale contesto di rallentamento del comparto industriale, fanno eccezione il chimico-farmaceutico e l’alimentare, che risultano pressoché stazionari, mentre la “Riparazione e Manutenzione di macchinari e apparecchiature elettroniche” conferma una buona crescita anche nel 2013.
Il bilancio per il settore delle Costruzioni si appesantisce in misura significativa nel corso del 2013 (–0,93% il tasso di crescita, a fronte del -0,08% dell’anno precedente), il che comprova la difficoltà attraversata dal settore. Ancora più marcato il peggioramento rilevato per le attività di Trasporto e magazzinaggio (-3,45%) che riscontravano un +0,94% alla fine dello scorso anno; il saldo negativo è particolarmente pesante, attestandosi su 66 imprese in meno. Non certamente migliore il risultato riscontrato per le Altre attività dei servizi (-0,92%), a fronte di un +0,59% del 2012; nello specifico si tratta prevalentemente di attività dei servizi alla persona (estetiste, parrucchieri), che mostra una minore vitalità in ingresso.
Anche il Commercio consuntiva un bilancio demografico che torna su un sentiero negativo (-0,60%), risultante di tassi di crescita negativi messi a segno da diversi trimestri; significativo il calo rispetto al dato 2012 (+0,14%). Infine, si registra la brusca inversione di tendenza anche per le Attività di ristorazione e per le Attività professionali, scientifiche e tecniche, che registrano entrambe un tasso di crescita negativo pari al -0,70%, laddove i valori alla fine dello scorso anno si attestavano rispettivamente al +0,78% e al +3,52%.
Le note positive riguardano, per quanto attiene ai settori più significativi in termini di imprese iscritte, i Servizi di informazione e comunicazione che risultano in accelerazione (+1,22%, contro +0,37% di dicembre 2012), le Attività Immobiliari (+1,77%), in ripresa rispetto allo scorso anno (-0,55%) grazie ad una maggiore vitalità in ingresso e ad una minore mortalità, le Attività artistiche, sportive e di intrattenimento (+1,44%), sebbene siano in rallentamento rispetto al 2012 (+2,85%); buona anche la performance delle Attività di servizi per edifici e paesaggi (prevalentemente i tratta dei segmenti dei servizi di pulizia, cura e manutenzione del paesaggio) e per le attività di supporto alle imprese che crescono soprattutto nel segmento delle attività di supporto per le funzioni di ufficio (il complesso di tali attività registra una crescita del +2,99%, a fronte tuttavia del +4,07% dello scorso anno).
In significativa attenuazione la tendenza negativa delle Attività finanziarie e assicurative, il cui tasso di crescita è passato dal -2,59% del 2012 al -0,58% del 2013.

LE FORME GIURIDICHE

Tra le forme giuridiche prevale, come peraltro avviene a livello nazionale, l’impresa individuale che rappresenta a fine 2013 oltre il 53% del tessuto economico; tuttavia, occorre sottolineare che nell’ultimo anno si allarga il differenziale in termini di dinamiche congiunturali tra le diverse tipologie di organizzazione imprenditoriale: al riguardo, le ditte individuali confermano un tasso di crescita negativo (-0,71%), in accentuazione rispetto ai 12 mesi precedenti (–0,09%); diversamente, si conferma il trend positivo delle Società di Capitali, che registrano un tasso di crescita del +3,88% dall’inizio dell’anno, in aumento rispetto al dato riferito al 2012 (+3,65%), per un saldo in valore assoluto di ben 610 unità. Negativo, invece, il dato per le Società di persone (-1,02%), in peggioramento rispetto al dicembre dello scorso anno (-0,62%), per un saldo di -84 unità.
In termini di peso percentuale sul totale delle imprese registrate alla data del 31 dicembre le forme societarie hanno raggiunto il 41,77% del totale, in aumento, seppur contenuto, rispetto allo scorso anno (41,49% la quota 2012).
Passando alle tipologie di impresa meno diffuse in termini quantitativi, le “Altre Forme” (società cooperative, consorzi, società consortili..) registrano un tasso di crescita positivo del 3,70%, sebbene sia in diminuzione rispetto ai valori dell’anno precedente (+4,40%). Ricordiamo, infine, che le nuove tipologie individuate nelle “Persone Fisiche” rappresentano le iscrizioni al Registro Imprese da parte degli Agenti Affari in Mediazione, a seguito dell’avvenuta abolizione dell’Iscrizione a Ruolo ex Dec. Leg.vo 59/2010; trattandosi, dunque, di un nuovo aggregato statistico mostra percentuali di crescita notevolissime esclusivamente perché le variazioni sono influenzate dalla ridotta dimensione quantitativa dello stesso. Il quadro riassuntivo è illustrato nella tabella successiva:

Tab.3: Saldo tra iscrizioni e cessazioni, tasso di crescita e peso % per forma giuridica Anno 2013

L’ARTIGIANATO

Continua il momento estremamente difficile del comparto artigiano che alla fine del 2013 fa registrare una dinamica demografica fortemente preoccupante, a conferma di quanto già evidenziato nelle precedenti rilevazioni. L’intero comparto registra un tasso di crescita negativo pari al -1,45% (-0,50% nel 2012), in netto peggioramento rispetto alle analoghe risultanze del 2012. Il saldo in valore assoluto di -139 imprese, dato dalla differenza tra le 717 nuove iscrizioni e le 868 cessazioni, mostra infatti un brusco ridimensionamento congiunturale del comparto rispetto ai valori dell’annualità precedente (-48 unità nel 2012).
Nel grafico successivo è riportato l’andamento del tasso di crescita negli ultimi otto trimestri delle imprese Artigiane, nonché quello relativo al tessuto imprenditoriale non artigiano e mostra molto chiaramente il divario tra le due componenti:

graf. 2: Andamento del Tasso di crescita delle imprese artigiane e non in provincia di Latina

Lo “spazio” artigiano nell’universo imprenditoriale locale è in corso di ridimensionamento; le imprese iscritte all’apposito Albo sono scese a quota 9.453, il 7% in meno rispetto all’inizio della crisi; al riguardo anche la consistenza dello stock sull’intero tessuto imprenditoriale, considerato al netto del comparto agricolo irrilevante nella componente artigiana, si riduce al 20% (ad inizio crisi superava il 22%).
L’artigianato, come è noto, è caratterizzato dalla prevalenza delle imprese individuali (il 79,69% al 31/12/2013), tuttavia risultano in costante aumento le Società di Capitali che hanno raggiunto quota 5,56% del totale e che insieme alle Società di persone, rappresentano poco meno del 20% del segmento dell’artigianato.
I tre settori più rappresentativi sono le Costruzioni, con oltre 1/3 delle realtà artigiane locali, l’Industria Manifatturiera, pari al 20% del comparto,e le Altre Attività dei Servizi, che spiegano quasi i ¾ del totale delle imprese artigiane, prevalentemente grazie alle attività di estetiste, parrucchieri e istituti di bellezza.
In termini di crescita demografica, al 31 dicembre, i settori che registrano valori positivi sono i Servizi di Informazione e Comunicazione (+11,90%), sebbene in rallentamento rispetto al 2012 (anno in cui il tasso di crescita era stato del +13,51%), i servizi di supporto alle imprese (+2,46%), anche se nei dodici mesi precedenti si registrava una crescita nettamente superiore (+11,33%) ed infine le Altre attività di Servizi (+0,12%, anch’esse in rallentamento rispetto alle risultanze 2012 (+0,31%).
Per tutti gli altri settori si registrano esclusivamente valori negativi.
I dati più preoccupanti sono quelli rilevati per il Trasporto e magazzinaggio (-5,24% il tasso di crescita 2013, rispetto al -0,68% del 2012) il cui un saldo è negativo per 30 imprese; altrettanto negative le tendenze delle Attività professionali, artistiche e tecniche (-5,26%), dato che risente sicuramente del ridotto numero di imprese operanti, circostanza che amplifica le variazioni, sebbene occorra sottolineare che lo scorso anno si registrava una crescita del +8,97%.
Si accentua le flessione delle Attività Manifatturiere, che registrano un tasso del -2,55%, in ulteriore diminuzione rispetto al 2012 (-1,87%), per un saldo negativo in termini assoluti di ben -53 imprese. Il dato marcatamente negativo delle Attività artistiche, sportive, di intrattenimento (-19,05%) risente particolarmente del ridotto numero delle imprese operanti per poter essere significativo, sebbene risulti comunque in accentuazione rispetto all’annualità precedente

Tab. 2: Movimento delle imprese artigiane presso il Registro camerale per ramo di attività

LE IMPRESE GIOVANILI

Le notizie migliori anche in questa rilevazione arrivano dalle imprese giovanili. Alla fine del 2013 infatti le imprese giovanili registrate presso la Camera di Comercio di Latina hanno superato le 7 mila unità, di cui circa 6 mila attive (86,27%); tali realtà imprenditoriali rappresentano in termini relativi il 12,11% del totale delle imprese, valore superiore al dato regionale (10,31%) e nazionale (10,77%). Il saldo alla fine dell’anno tra nuove iscrizioni e cessazioni non d’ufficio è stato pari a +826 unità, quale risultato della differenza tra le 1.448 iscrizioni e le 622 cessazioni non d’ufficio. Il che si è tradotto in un tasso di crescita del +11,58%, inferiore alle analoghe risultanze regionali (+14,4%), ma superiore a quanto rilevato a livello nazionale (+10,48%). I settori nei quali si hanno il maggior numero di imprese giovanili registrate sono il Commercio (2.060, imprese pari quasi al 30% di tutte le imprese giovanili), seguito dalle Costruzioni (919 unità, corrispondenti al 13,09%) e dall’Agricoltura (803 aziende, pari all’11,44%). Tali comparti rappresentano quasi il 54% dell’insieme delle imprese junior.
In termini di crescita, sostenuta in tutti i settori con variazioni spesso a due cifre in ragione delle consistenze numeriche piuttosto contenute nei diversi segmenti di attività, il settore leader che ha registrato il migliore risultato è stato quello dei Servizi di informazione e comunicazione, in decisa accelerazione (+16,44%, a fronte del +6,13% dell’anno scorso); subito a ridosso si posiziona il Settore dei Servizi di supporto per le imprese (+16,08%, mentre nel 2012 si era fermato al 13,86%). Due tipologie di attività che dimostrano come le nuove generazioni di imprenditori si indirizzino verso opportunità di business più rivolte ai servizi piuttosto che ai settori tradizionali. Buono il risultato anche per il Manifatturiero, che a livello giovanile mostra un tasso di crescita nell’anno 2013 di +8,25%, a fronte delle analoghe risultanze rilevate per l’intero comparto, indipendentemente dall’età degli imprenditori (-1,19%); tirano tra i giovani il segmento dell’industria alimentare, in particolare la produzione di pane e prodotti di pasticceria fresca, la fabbricazione di prodotti in metallo e le attività di manutenzione di macchinari . In termini di incidenza della componente giovanile nei diversi segmenti di attività, i servizi alla persona mostrano la maggiore presenza di juniores, per una penetrazione superiore al 20%, seguiti dalle attività di supporto alle imprese (17,53%). Il quadro riassuntivo al 31 dicembre scorso è illustrato nella successiva tabella:

Tab. 3: Movimento delle imprese giovanili presso il Registro camerale per ramo di attività

LE IMPRESE STRANIERE

Come di consueto, chiudiamo la rilevazione con le imprese straniere che 31 dicembre 2013 risultano essere 3.384, per un saldo positivo di 173 unità dall’inizio dell’anno. Esse rappresentano il 5,38% del totale delle imprese provinciali, un valore inferiore a quanto rilevato su base regionale (9,7%) e nazionale (8,17%), ma in costante crescita. Per avere una idea del dinamismo dell’imprenditoria straniera, di seguito abbiamo messo a raffronto l’andamento del tasso di crescita dell’imprenditoria straniera con quello rilevato a livello generale nella provincia negli ultimi otto trimestri, come evidenziato dal successivo grafico:

graf. 3: Andamento del tasso di crescita dell’imprenditoria straniera e a Totale economia provinciale

Va detto però che la situazione di difficoltà rilevata a livello generale inevitabilmente ha ripercussioni anche sull’imprenditoria straniera, che pur evidenziando una maggiore vivacità in termini di crescita demografica imprenditoriale, mostra un rallentamento delle dinamiche in atto.
Infatti, il settore nel quale si riscontrano più presenze straniere è il Commercio (1.269 imprese che rappresentano più dell’8% del totale) che registra un tasso di crescita dimezzato: +3,78%, a fronte del 6,5% dell’annualità precedente.
Altrettanto vale per le Costruzioni che mostrano un brusco rallentamento delle dinamiche, le quali quest’anno registrano un valore appena superiore allo zero (0,18%, a fronte del +7,72% del 2012).
Il solo segmento che registra tendenze in crescita e pressoché in linea con i valori dello scorso anno sono i Servizi alle imprese (+21,88% a fronte di un +19,85% dell’anno precedente).
Per gli altri settori i valori sono fortemente influenzati dalla scarsa rilevanza in termini assoluti delle imprese ivi operanti.
Tornando alle dimensioni di stock, il maggior numero di imprese straniere, come già evidenziato, afferisce alle attività commerciali con oltre 1.200 imprese, seguite dalle Costruzioni (557 imprese); a significativa distanza l’Agricoltura (280 unità) e le Attività dei servizi di alloggio e ristorazione (237 aziende). In termini di peso percentuale sul totale delle imprese straniere operanti, i settori del Commercio e delle Costruzioni rappresentano da soli quasi il 56% di tutte le imprese straniere. Il quadro riassuntivo per settori nella seguente tabella:

Tab. 4: Movimento delle imprese straniere presso il Registro camerale per ramo di attività