MOVIMPRESE ANNO 2015 L’andamento demografico alla fine dell’anno mostra finalmente qualche segnale positivo

1 Stella2 Stelle3 Stelle4 Stelle5 Stelle (Nessun voto)
Loading...

OsserfareI dati raccolti alla fine dell’anno 2015, confermano quanto si è rilevato durante l’intero periodo a cadenza trimestrale: la ripresa in termini demografici della crescita imprenditoriale, che su base nazionale mostra un buon +0,75% (a fronte del +0,53% riferito ai dodici mesi precedenti), certifica dinamiche in atto sempre più convincenti, anche in considerazione di un trend in progressivo e costante incremento nell’ultimo biennio, a dimostrazione che il periodo più difficile sembra essere stato superato.
Il dato più confortante che si è evidenziato è quello relativo al saldo positivo di +45.181 imprese, determinato dalla differenza tra le 371.705 nuove iscrizioni e le 326.524 cessazioni; di fatto, nel corso dell’ultimo anno si assiste ad un deciso rimbalzo in termini di demografia imprenditoriale, essendo il valore netto sopraindicato quasi il 50% superiore alle analoghe risultante riferite ai dodici mesi precedenti (+30.718 il saldo riferito al 2014), attestando dunque la ripresa della fiducia a fare impresa. Ciò è confermato anche dalle dichiarazioni rilasciate dal Presidente di Unioncamere, Ivan Lo Bello, che ha sottolineato il notevole contributo alle dinamiche appena descritte apportato dall’imprenditoria giovanile, con circa 120.000 nuove imprese under 35, nonché dalla componente femminile e straniera.
Le imprese registrate su base nazionale a fine anno 2015 ammontano a 6.057.647 unità, di cui 5.144.383 risultano attive, valore corrispondente a quasi l’85% del totale.
Le dinamiche imprenditoriali sopra descritte sono state determinate da un tasso di natalità del 6,15%, che mostra un’inversione del trend, tornando quest’ultimo a crescere rispetto ai dodici mesi precedenti, a fronte di un tasso di mortalità del 5,40%, in ulteriore rallentamento.
Su scala regionale, il Lazio conferma la migliore performance in termini di crescita, con un +1,71%, seguito a breve distanza dalla Campania (+1,56%) e dalla Calabria (+1,31%).
Di seguito la tabella riassuntiva in serie storica delle iscrizioni e cessazioni e relativi tassi di natalità, mortalità e crescita demografica a livello nazionale riferita agli ultimi dieci anni:

Tab. 1 – Serie storica delle iscrizioni, delle cessazioni e dei relativi tassi per anno (⇓)

Più contenuti gli effetti positivi delle tendenze in atto sulla componente artigiana dell’universo imprenditoriale, atteso che, come già ribadito in questa stessa sede, tale segmento è più esposto alle fluttuazioni che la congiuntura restituisce in relazione agli shock esterni, come le recenti flessioni dei mercati finanziari, che si manifestano con una frequenza la cui imprevedibilità e durata è di più difficile assorbimento da parte della piccola impresa, per sua natura maggiormente esposta alle problematiche di carattere finanziario. Pur mantenendosi su di un sentiero di decrescita imprenditoriale, l’artigianato conferma il progressivo allentamento della morsa: nel corso del 2015 si registra una flessione che sfiora le 19mila imprese, determinata dalla differenza tra le 87.929 nuove unità e le 106.867 cessazioni, per un tasso di crescita pari a -1,37%. Si tratta di un lieve miglioramento rispetto agli anni passati, ma pur sempre ampiamente negativo. Il quadro riassuntivo su base annua viene riportato nella sottostante tabella:

Tab. 2 – Serie storica delle iscrizioni, delle cessazioni e dei relativi tassi di ogni anno (⇓)

Passando alle tendenze rilevate a livello regionale, come sottolineato in precedenza, il Lazio è la regione che mostra la migliore performance in termini di crescita demografica rispetto alle altre realtà regionali (+1,71%), sebbene mostri una lieve minore accentuazione del passo rispetto alla performance riscontrata alla fine del 2014 (+1,80%).
Scendendo nello specifico, su base provinciale, come di consueto, la Capitale conferma il valore di crescita demografica più elevato (+2,05%), anche se di poco inferiore rispetto ai dodici mesi precedenti (+2,24%). Subito dopo Roma, Latina si conferma la provincia più vivace in termini di crescita imprenditoriale (+1,01%), peraltro, in decisa accelerazione rispetto alle analoghe risultanze del 2014 (+0,66%). In lieve miglioramento anche la provincia di Frosinone (+0,83%, a fronte del +0,61% del 2014). Il quadro riassuntivo nella successiva tabella:

Tab. 3 Movimento Totale delle imprese anno 2015 presso il Registro Imprese camerale (⇓)

Per quanto riguarda i valori di crescita trimestrali, anche a fine anno si confermano le dinamiche rilevate nelle precedenti rilevazioni, con la provincia di Latina (+0,19%) che si mantiene al di sopra del valore di crescita registrato su base nazionale (+0,10%), nonché al di sotto delle dinamiche regionali (+0,35%), influenzate sostanzialmente dalla performance “metropolitana” della provincia di Roma. Occorre inoltre sottolineare che, come rappresentato nel grafico sottostante, per la prima volta in serie storica, il IV trimestre 2015 chiude con un bilancio positivo a tutti i livelli territoriali, fattore che depone a favore della auspicabile continuità della recupero del clima di fiducia in atto.

Graf. 1 – Andamento del tasso di crescita Latina, Lazio e Italia (serie storica) (⇓)

Passando ora a esaminare la provincia di Latina, a fine 2015 lo stock di imprese è pari a 57.659 unità registrate, di cui quasi l’82% attive, per un saldo positivo in termini assoluti di 579 unità, determinato dalla differenza tra le 3.803 iscrizioni dell’anno e le 3.224 aziende cancellate nello stesso periodo. Il tasso di natalità provinciale si attesta al +6,61%, in miglioramento rispetto alle evidenze rilevate l’anno precedente (+6,40%), a fronte di un tasso di mortalità del 5,60%  lievemente inferiore a quanto emerso nel 2014 (5,73%). La risultante è un ribalzo in termini di crescita, che dallo 0,66% del 2014, si alimenta di nuove energie imprenditoriali, superando la soglia dell’1%, abbandonata a partire dal 2012.
Ad ulteriore conferma di un clima più favorevole, vale la pena ricordare anche che nel corso dell’ultimo anno le aperture di procedure concorsuali (fallimenti e concordati) in provincia di Latina si sono ridotte in misura considerevole, attestandosi a 110 unità, circa 1/3 in meno rispetto alle risultanze 2014.
Cresce anche il tasso di sopravvivenza delle imprese attive entro il secondo anno di vita rispetto a cinque anni fa, attestandosi al 74,6%, a fronte del 71,8% riferito alle imprese iscritte nel corso del 2010; l’indicatore migliora per la gran parte dei settori, fatta eccezione per l’agricoltura, che in ogni caso mostra valori nettamente superiori alla media (nel corso del 2015 si attesta all’85,8% la quota di imprese sopravvissute entro il secondo anno di attività) e per il commercio (70,3%).

L’ANDAMENTO DEMOGRAFICO PER SETTORE ECONOMICO

Alla fine dell’anno 2015 il quadro riassuntivo relativo alla provincia di Latina, disaggregato per settori economici, viene evidenziato nella tabella successiva, elaborata sulla base del criterio di classificazione delle attività imprenditoriali ATECO 2007:

Tab. 4 – Movimento delle imprese presso il Registro camerale per ramo di attività anno 2015 (⇓)

A differenza di quanto evidenziato alla fine del 2014, anno in cui prevalevano bilanci in rosso, negli ultimi dodici mesi si registra la maggioranza di esiti positivi e, laddove si conferma una decrescita demografica imprenditoriale, si rileva una diffuso contenimento dei saldi.
In termini assoluti l’Agricoltura mostra il saldo negativo più marcato (-136 unità, pari ad una flessione dello stock del -1,31%), sebbene la “sottrazione” delle realtà agricole al tessuto imprenditoriale assuma un’accentuazione minore in termini tendenziali (-1,58% la decrescita targata 2014). D’altronde, tale fenomeno non è certo nuovo, atteso che la difficoltà del settore non è un’esclusiva dell’Italia, ma riguarda la gran parte dei maggiori paesi agricoli europei. Le componenti che contribuiscono a rendere critico il contesto sono, in primis, l’andamento dell’inflazione alimentare (con riduzioni trasversali a tutti i segmenti e punte significative per il caseario, le carni, ortofrutta) coerente con lo scenario di caduta delle quotazioni delle materie prime, indotto dalla crollo del prezzo del petrolio. Inoltre, lato offerta pesa l’embargo della Russia, tra i principali partner commerciali dei paesi europei, imposto su gran parte dei prodotti agroalimentari provenienti dai Paesi UE, che ha contribuito a penalizzare fortemente le quotazioni della gran parte delle filiere, per eccessi di produzione, tanto da indurre l’intervento della Commissione europea ad adottare misure a favore dei produttori, prevedendo il ritiro dei quantitativi di prodotti ortofrutticoli eccedenti, nonché misure di “mancata raccolta” e “raccolta prima della maturazione”.
Tornando al bilancio 2015 del comparto agricolo locale, tra i segmenti che hanno maggiormente influito sul risultato complessivo, si devono menzionare le più significative flessioni delle coltivazioni di ortaggi (-75 imprese il saldo alla fine del 2015) e delle colture permanenti (-60 imprese). In controtendenza invece le coltivazioni da alberi da frutto (+42 imprese).
Soffermandoci ora sul Manifatturiero, il tasso di variazione dello stock rispetto al 2014, negativo per il -0,86%, mostra comunque un lieve recupero rispetto ai dodici mesi precedenti (-0,97%); il che attesta per lo meno che si è ridotta, anche se di poco, l’emorragia di imprese. Al riguardo, la gran parte del trend decrescente è attribuibile alla componente artigiana.
Nello specifico, contribuiscono a tale contrazione il comparto Chimico-farmaceutico (-3,5% la flessione dello stock), la Fabbricazione di apparecchiature e macchinari elettrici ed elettronici (-4,2% la variazione acquisita) ed i comparti del Tessile e del Legno, in linea questi ultimi con il trend degli anni precedenti. Diversamente, mettono a segno un bilancio annuale positivo le Industrie alimentari, la Fabbricazione di prodotti in metallo e la Riparazione, manutenzione ed installazione di macchine ed apparecchiature.
Passando alle attività terziarie, i Trasporti e magazzinaggio mostrano la riduzione dello stock più significativa in termini percentuali: -2,22% la flessione dello stock di imprese, per un saldo negativo di -39 unità. Tale settore, trasversale all’intera economia, risente ovviamente della contrazione dell’industria manifatturiera e, soprattutto, delle dimensioni molto spesso ridotte delle realtà imprenditoriali in esso contenute; in prevalenza si tratta dei cosiddetti “padroncini”, che operano con un parco veicoli molto ridotto. A ciò va aggiunto il fatto che molte imprese operanti in tale segmento di attività hanno scelto la strada della delocalizzazione in paesi con sistemi fiscali e contributivi più vantaggiosi rispetto all’Italia.
Per quanto attiene alle dinamiche caratterizzate da una maggiore vivacità, spiccano le Attività di supporto alle imprese,che registrano un tasso di crescita dello stock in decisa accelerazione (+7,79%, per un saldo positivo tra le iscrizioni e le cessazioni di +47 unità); in espansione anche i consueti Servizi di pulizia. Rilevante anche la crescita delle Attività professionali, scientifiche e tecniche, il cui rimbalzo del +2,67% è attribuibile soprattutto alla componente delle consulenze di direzione aziendale e gestionali, nonché al rinnovato interesse per le Agenzie pubblicitarie.
Si confermano in crescita e peraltro in decisa accelerazione rispetto alle dinamiche precedentemente rilevate i Servizi alla persona, che mettono a segno un bilancio annuale positivo pari a 60 unità in più (+3,47% la variazione dello stock).
Un miglioramento in termini di stock si registra anche per il Commercio (+0,41% dove era stato di -0,33% lo scorso anno), sebbene le performance dei diversi segmenti commerciali confermino le divergenze già emerse lo scorso anno. In particolare, mostrano un rinnovato appeal le attività legate al settore auto, in ragione del recupero delle dinamiche di mercato (la variazione dello stock si attesta al +2,22%, in accelerazione sul +0,74% del 2014); l’ingrosso si conferma in contrazione, sebbene con toni più contenuti (-0,50% la flessione, a fronte del più pesante -1,80% targato 2014); diversamente, la crescita degli esercizi al dettaglio raddoppia il passo rispetto ai dodici mesi precedenti (+0,52% la variazione percentuale dello stock, a fronte del +0,23% riferito al 2014).
Si conferma positivo il bilancio dei Servizi di alloggio e ristorazione (+2,75%, in crescita sul +2,37% riferito ai dodici mesi precedenti), trainati delle nuove attività nel campo della ristorazione e dei pubblici esercizi.

LE FORME GIURIDICHE

Anche l’anno appena trascorso conferma il trend positivo delle Società di Capitali, che hanno evidenziato un tasso di crescita del +4,36%, in ulteriore accelerazione rispetto allo scorso anno (+3,77%), per un saldo positivo in valore assoluto di +730 unità. Tali forme societarie corrispondono ormai a quasi un terzo delle imprese registrate; a titolo di curiosità, va sottolineato come nell’ultimo anno nel territorio provinciale le società di capitali risultino essere state una forma giuridica particolarmente apprezzata per lo svolgimento di attività di impresa sia dalla componente femminile, che giovanile.
Diversamente, le Società di persone confermano la flessione demografica anche nel 2015 (-1,49%, il tasso di crescita), per un bilancio in rosso tra nuove iscrizioni e cessazioni di -112 unità.
Prosegue inesorabile la contrazione delle ditte individuali, sebbene nel corso dell’ultimo anno il calo si sia dimezzato: -0,22% il tasso di crescita, a fronte del -0,50% riferito ai dodici mesi precedenti; al riguardo, lo “spazio imprenditoriale” delle ditte individuali rimane comunque ancora al di sopra del 50% del totale imprese, grazie al contributo della componente straniera, che ne alimenta in maniera cospicua le fila. Il quadro riassuntivo nella successiva tabella:

Tab. 5 – Movimento delle imprese presso il Registro camerale per forma giuridica anno 2015 (⇓)

L’ARTIGIANATO

Come accennato in precedenza, continua il momento poco brillante per il comparto artigiano, che alla fine dell’anno 2015 registra uno stock di 9.213 imprese iscritte al relativo Albo, delle quali 9.102 attive (98,8%); rispetto all’intero universo imprenditoriale locale, l’Artigianato rappresenta il 19,25% del tessuto produttivo (al netto delle imprese agricole).
Passando ai dati congiunturali, il bilancio targato 2015 risulta nuovamente in rosso per 84 imprese, che si traduco in un tasso di decrescita demografica del -0,90%, comunque in deciso miglioramento rispetto alle dinamiche riferite ai dodici mesi precedenti (-1,44%). Il ridimensionamento della contrazione è determinato dalla differenza tra il tasso di natalità attestatosi al +6,73%, in esito alle 626 iscrizioni, che conferma una rinnovata vitalità (6,51% nel corso del 2014), a fronte di un tasso di mortalità in decisa accelerazione (7,63%, a fronte del 7,94% riferito ai dodici mesi precedenti), risultante di 710 cancellazioni.
Nel grafico di seguito si riporta l’andamento del tasso di crescita trimestrale dell’artigianato confrontato con le tendenze della componente imprenditoriale non artigiana (escluse le imprese agricole che hanno un’incidenza pressoché nulla su tale comparto):

Graf. 2 – Andamento del Tasso di crescita delle imprese artigiane e non in Provincia di Latina (serie storica) (⇓)

Dall’andamento del grafico è evidente come, ad eccezione dei picchi negativi particolarmente evidenti per la componente artigiana, che si rilevano per consuetudine ad ogni inizio anno in relazione ai tempi amministrativi di registrazione delle cessazioni avvenute entro il 31 dicembre, nel corso del 2015, grazie alla decisa accelerazione registrata nella seconda porzione d’anno, e a dinamiche che si configurano più prossime alla stazionarietà nei trimestri successivi, l’anno appena trascorso, come già evidenziato, segna complessivamente un ridimensionamento della perdita. Al riguardo, l’intero tessuto produttivo, considerato al netto della componente artigiana  che non appartiene al comparto artigiano mostra un consolidamento del trend più significativo.
Esaminando ora la disaggregazione settoriale del comparto evidente è la crisi del settore Manifatturiero che ha fatto registrare un saldo negativo dello stock pari a -54 imprese, che in termini percentuali equivale ad una contrazione dello stock del 2,72%, peraltro in accelerazione rispetto all’anno precedente. Al riguardo, torna su un sentiero di decrescita il segmento chimico-farmaceutico (-4,51% la variazione dello stock); l’inversione di rotta avviene anche per l’alimentare (-3,99% la variazione dello stock) e si conferma la flessione anche della metallurgia (+2,24%), in linea con i valori riferiti ai dodici mesi precedenti.
Continua anche nel 2015 la contrazione dello stock per le imprese operanti nel campo delle Costruzioni, sebbene con un’accentuazione più contenuta rispetto alle evidenze riferite al 2014 (-0,92% la variazione, a fronte del -2,55% precedente), in coerenza con le dinamiche negative emerse a livello nazionale.
Diversamente, risultano più positive le dinamiche dei Servizi alle imprese, trainate dalle attività di cura e manutenzione del paesaggio, e gli Altri servizi, influenzati dal recuperato appeal delle attività di estetiste e parrucchieri.
Di seguito la tabella dell’Artigianato suddivisa per settori:

Tab. 6 – Movimento delle imprese artigiane presso il Registro camerale per ramo di attività-anno 2015 (⇓)

LE IMPRESE STRANIERE

Passiamo all’esame dell’imprenditoria straniera in provincia di Latina. Lo stock al 31 dicembre 2015 ammonta a 3.978 imprese registrate, di cui 3.459 attive (86,95%), per una quota sull’universo imprenditoriale locale in costante crescita e giunta quasi al 7% (nel 2014 si attestava al 6,41%), a conferma di un trend demografico in continua crescita. Al riguardo, occorre sottolineare che tali valori si mantengono a considerevole distanza sia dalla dimensione straniera laziale, dove la componente estera ha superato l’11% del totale, grazie alle dinamiche attrattive metropolitane della Capitale, sia rispetto alla diffusione rilevata su scala nazionale, attestata intorno al 9%.
Il bilancio targato 2015 tra nuove iscrizioni e cessazioni è stato positivo per +301 imprese, trainato dal significativo contributo della realtà extracomunitarie, che incrementano le proprie fila di ulteriori 265 unità. Gli esiti complessivi conducono ad un tasso di crescita delle imprese straniere, certificato da Infocamere all’8,14%, che anche nel corso dell’ultimo anno si conferma superiore alle modeste dinamiche messe a segno dalle realtà “indigene” (+0,52% la relativa variazione), sebbene emerga un leggero rallentamento tendenziale del passo (+8,75% nel 2014).
Nel grafico seguente vengono riportati i tassi di crescita registrati su base trimestrale dalle imprese straniere e italiane:

Graf. 3 – Andamento del tasso di crescita dell’imprenditoria straniera e a totale economia provinciale. (⇓)

Le spezzate sopra illustrate mostrano come nell’ultimo anno l’ampiezza dello spread tra il tasso di crescita delle imprese italiane e i valori evidenziati dalle realtà straniere si mantenga pressoché costante e particolarmente sostenuto nell’ultimo biennio rispetto al 2013.
Per quanto attiene all’articolazione settoriale delle attività, il Commercio mostra il maggiore appeal (1.559 aziende, per un peso percentuale sul totale delle imprese straniere pari al 39,19%); seguono le Costruzioni (655 imprese, pari al 15,46% dell’universo imprenditoriale estero) ed in terza posizione per la prima volta si collocano i servizi di supporto alle imprese con 312 realtà (in prevalenza volantinaggio e affissione dei manifesti, nonché cura e manutenzione del paesaggio e attività di pulizia), che complessivamente hanno superato di qualche unità il tradizionale comparto agricolo, per una quota che per entrambi sfiora l’8%.
In termini di incidenza percentuale sull’insieme delle imprese della nostra provincia che compongono i diversi segmenti di attività, la penetrazione degli stranieri è più significativa in primis nel sopra descritto settore dei Servizi alle imprese, dove ogni 100 imprese iscritte 16 sono non indigene, a fronte di un valore medio pari a 7 unità; seguono le già menzionate attività commerciali e le costruzioni.

Tab. 7 – Movimento delle imprese straniere presso il Registro camerale per ramo di attività anno 2015 (⇓)

Le realtà straniere mostrano per la gran parte dei settori valori in crescita, con performance particolarmente positive per quanto riguarda i Servizi di supporto alle imprese (+32,2% la variazione dello stock rispetto a fine 2014), che mostrano il secondo miglior saldo in termini assoluti (+76 aziende). Avanzano anche le attività commerciali e le costruzioni, queste ultime tuttavia in netta decelerazione rispetto alle analoghe risultanze rilevate nei dodici mesi precedenti (3,71% la variazione dello stock, a fronte del 7,01% targato 2014).
Di seguito la tabella comparativa relativa all’andamento demografico delle imprese in provincia di Latina suddivise per nazionalità.

Tab. 8 – Movimento delle imprese straniere e non presso il Registro camerale anno 2015 (⇓)

IMPRENDITORIA GIOVANILE

Come di consueto chiudiamo la disamina relativa all’andamento demografico delle imprese nella provincia per l’anno 2015, andando a dare uno sguardo all’imprenditoria giovanile. Alla fine dell’anno 2015 le imprese giovanili iscritte in provincia di Latina risultano essere 6.782, di cui 5.831 attive (circa l’86%).
L’aggregato delle imprese giovanili rappresenta l’11,76% dell’universo imprenditoriale locale, laddove nel 2014 era pari al 12,05%, dunque in leggera flessione. In termini di valori assoluti, il maggior numero di imprese giovanili è concentrato nelle attività commerciali (1.932 imprese), le quali rappresentano quasi un terzo degli imprenditori juniores, peraltro con un tasso di crescita in accelerazione tendenziale (+4,88%, a fronte del +3,83% riferito al 2014);  seguono a notevole distanza le Costruzioni (852 unità, per una quota del 12,56%), il cui trend mostra anch’esso una crescente accentuazione positiva rispetto alle risultanze dell’analogo periodo dell’anno precedente (+6,13%, a fronte del +5,11% del 2014). A notevole distanza si collocano le Attività di somministrazione di alimenti (ristoranti, pizzerie e bar), e l’agricoltura entrambi presenti per una quota intorno al 10% dell’universo giovanile.
Diversamente, l’incidenza[1] della componente giovanile sui singoli segmenti economici risulta più elevata nelle attività terziarie; sono le Altre attività di servizi (parrucchieri e centri di estetica) a mostrare la quota più significativa di juniores: a Latina, ogni 100 imprese operanti in tale segmento, 19 sono condotte da giovani, a fronte di un valore medio pari a 12. Seguono, tra le attività con maggiore appeal per le giovani generazioni la ristorazione e i Servizi di informazione e comunicazione.
Passando ai dati congiunturali, il bilancio annuale attesta un saldo positivo tra iscrizioni e cessazioni pari a 750 unità, che si traduce in un tasso di crescita demografico del +10,81%, in leggero aumento rispetto agli esiti del 2014 (10,39%), confermandosi molto significativo.
Al riguardo, le dinamiche regionali mostrano un passo più accentuato (+12,74%, il tasso di crescita targato 2015), sebbene in rallentamento rispetto ai dodici mesi precedenti (+13,85%); diversamente, le performance di tale componente imprenditoriale su scala nazionale approssimano maggiormente i valori pontini, attestandosi al +10,35% (+10,52% nell’anno 2014).
Per quanto attiene la disaggregazione settoriale delle tendenze su esposte, va sottolineato il dato in controtendenza rispetto alle dinamiche generali del settore agricolo, che si conferma in crescita (+2,37%), sebbene in sensibile rallentamento rispetto alle analoghe risultanze rilevate nei dodici mesi precedenti (+5,73% il tasso di sviluppo nel 2014).
Le attività industriali mostrano variazioni positive ed in accentuazione grazie al segmento alimentare (produzione di prodotti da forno) e alla fabbricazione di prodotti in metallo; il commercio avanza anch’esso, trainato dal segmento degli ambulanti.
In accelerazione significativa le Attività finanziarie e assicurative (+13,48%, a fronte del +7,28 targato 2014); altrettanto notevole la crescita delle Attività professionali, scientifiche e tecniche (+11,03%).
Di seguito viene riportata la tabella riepilogativa suddivisa per settori:

Tab. 9 – Movimento delle imprese giovanili presso il Registro camerale per ramo di attività anno 2015 (⇓)