CISTERNA — E' il giorno di selex Communications. O meglio il giorno della presentazione del piano industriale che dovrà chiarire e definire il futuro dei lavoratori dei 7 siti del colosso di Finmeccanica sparsi nello Stivale.
L'azienda illustrerà oggi in sede di Confindustria, a Roma, le proprie strategie per il biennio a venire. E le prospettive, va detto, non sono rosee visto che da Bruxelles, nel frattempo, nessuno fa luce sullo stato burocratico della ormai famosa commessa Selex, dalla quale dipendono le sorti (meglio, una parte significativa) del gruppo e quindi dei livelli occupazionali dell'azienda. La crisi, si sa, è profonda e strutturale. Selex il 24 luglio scorso ha presentato richiesta di cassa integrazione ordinaria per 1.968 lavoratori su un organico totale di 3.462 unità. Un numero importante e significativo, se si considera che trattasi di un terzo del globale, e che peraltro inciderà proporzionalmente in maniera forte soprattutto sullo stabilimento di Cisterna che fra l'altro – ed è elemento di ulteriore preoccupazione per i lavoratori e gli esponenti sindacali di Fim, Fiom e Uilm, è anche quello meno interessato alla eventuale «soluzione-Tetra» visto che tale sistema di comunicazione interforze (commessa che – porterà nelle casse del gruppo consistenti entrate economiche, oltre 500milioni di euro) verrà realizzato soprattutto nello stabilimento di Genova (sono solo una ventina le unità lavorative pontine coinvolge nel progetto). Per lo stabilimento al confine tra Cisterna e Latina, resta l'annuncio di 80 operai da licenziare subito (perlopiù lavora-tori interinali e/o a scadenza) e di 250 esuberi dal 2007. Numeri ai quali si aggiungono quelli riguardanti la cigs, e che riguardano 434 dei 799 dipendenti. Il confronto odierno – spiega Vincenzo Quaranta, segretario provinciale della Fiom-Cgil – servirà a far luce sugli intendimenti del gruppo, alla luce di una situazione che oggettivamente è complessa. La crisi di Selex, Tetra a parte, è sostanzialmente una crisi di mercato legata ai tagli graduali ed inesorabili delle ultime Finanziarie in tema di investimenti nel campo della Difesa. Il caso-Tetra, dicono i sindacati, è solo l'ultimo anello di una catena infinita fatta di disimpegni (Selex fa parte del gruppo Finmeccanica e lavora soprattutto con commesse governative) in tema di investuimenti pubblici. Nello specifico, ci si troverebbe di fronte anche ad un nodo di natura «politica»: Tetra era stata attribuita a Selex dal precedente esecutivo ed il rinvio a Bruxelles, deciso dall'attuale guida politico-amministrativa del Ministero competente, è dovuta alla richiesta di verificare se sia necessario o meno effettuare una sorta di gara pubblica – in luogo dell'avvenuto affidamento diretto – su un investimento di così imponente consistenza finanziaria. Dal canto suo, Selex lamenta una forte esposizione preventiva effettuata per far fronte al complesso programma messo ora in stand by dalla interminabile azione ispettiva messa in campo dall'organismo europeo. Va aggiunto che le mediazioni messe in campo dal Prefetto di Latina, dalla Regione Lazio e dallo stesso governo nazionale, si sono improvvisamente arenate, nonostante una «missione» a Bruxelles finalizzata ad accelerare i tempi di definizione della vicenda. Oggi il confronto in Assindustria, dunque, all'interno di uno scenario sempre più confuso.
Fonte: Il Tempo [Rita Calicchia]