Osserfare: i dati Movimprese della provincia di Latina nell’anno 2018

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OsserfareOsserfare, l’Osservatorio Economico della Camera di Commercio di Latina, come di consueto, rende pubblici i dati Movimprese relativi all’anno appena concluso sulla base dei dati messi a disposizione da Unioncamere e Infocamere.

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DATI NAZIONALI

A dicembre si è chiuso un anno, il 2018, che mostra un andamento demografico delle imprese italiane in affanno, consegnando nei dodici mesi un avanzo che sfiora appena le 31mila unità, in ridimensionamento di circa 1/3 rispetto al flusso determinatosi nel 2017 (45.710 le imprese in più); tale saldo è l’esito della differenza tra le 348.492 iscrizioni (8.400 in meno rispetto al 2017) e le 317.570 cessazioni (oltre 6mila in più rispetto allo scorso anno). In termini relativi, il tasso di natalità si è attestato al 5,72%, in leggero rallentamento rispetto ai valori precedenti (5,88% nel 2017); diversamente, la mortalità sale al 5,21% (a fronte del 5,12% riferito ai dodici mesi precedenti), mostrando un’inversione di tendenza rispetto al lento progressivo contenimento che si era avviato nel quadriennio precedente. Il bilancio complessivo riporta, dunque, le lancette della demografia imprenditoriale al 2014, come illustrato nel grafico seguente:

Graf. 1 – Andamento del saldo totale imprese Italia. Serie storica annuale (⇓)

Di seguito si riporta la tabella riepilogativa dei tassi annuali rilevati su base nazionale a partire dal 2008

Tab. 1 – Serie storica delle iscrizioni, delle cessazioni e dei relativi tassi per anno (⇓)

Il Presidente di Unioncamere ha sottolineato che “..Resta alta la voglia di impresa degli italiani, anche se si avvertono segnali di indebolimento da non trascurare. Occorre sostenere ancora questa vitalità imprenditoriale, anche se la sfida per il sistema Paese è quella di permettere alle aziende di restare sul mercato, contribuendo così alla stessa crescita occupazionale”.

Tab. 2 – Nati-mortalità delle imprese registrate per regioni – Anno 2018 (⇓)

Il ridimensionamento dei flussi è condiviso da tutte le macro ripartizioni territoriali, con le due aree del Nord che si confermano al di sotto del valore medio nazionale, presentandosi il Nord-Est quale unica eccezione in campo negativo (-0,07%, pari aduna decrescita di 769 imprese). Di fatto, la crescita imprenditoriale targata 2018 è attribuibile quasi per intero al Centro ed al Mezzogiorno.
Ai primi posti per tasso di sviluppo demografico annuale troviamo il Lazio (+1,57%) e la Campania (+1,34%), seguite da Puglia e Calabria (rispettivamente +0,91% e +0,75%), come illustrato nella tabella precedente.
In termini di disaggregazione settoriale, le attività turistico-ricettive, quelle professionali, scientifiche e tecniche, nonché i Servizi alle imprese evidenziano i valori positivi più elevati in valore assoluto del saldo imprenditoriale, come illustrato nella tabella seguente:

Tab. 3 – Imprese registrate per i principali settori di attività economica (⇓)

Passando al comparto dell’Artigianato, alla fine dell’anno 2018, le imprese iscritte nell’apposito Albo presso le Camere di Commercio italiane ammontano a 1.309.478; tale segmento conferma un bilancio in rosso che sale a -13.433 unità, determinatosi dalla differenza tra le 80.027 iscrizioni e le 93.460 cessazioni (non d’ufficio). In termini relativi la decrescita torna a superare la soglia dell’1% in significativo peggioramento (-1,01%, a fronte del -0,85% riferito ai dodici mesi precedenti), in ragione del maggior numero di cessazioni, cui si accompagna la contestuale contrazione delle iscrizioni. Di seguito si riporta la tabella riepilogativa dei saldi annuali e relativi tassi a far a data dal 2008

Tab. 4 – Serie storica delle iscrizioni, delle cessazioni e dei relativi tassi per anno- Artigianato (⇓)

La rappresentazione grafica della serie storica dei saldi registrati dal comparto a partire dal 2008 di seguito riportata mostra valori costantemente in area negativa, con l’evidente recupero progressivo del trend dell’ultimo quadriennio, cui segue il ripiegamento degli ultimi dodici mesi;

Graf. 2 – Andamento del saldo totale imprese artigiane in Italia. Serie storica annuale (⇓)

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LA REGIONE LAZIO

Come accennato nella parte introduttiva, la regione Lazio anche nel 2018 mette a segno la crescita demografica più sostenuta rispetto agli altri territori regionali (+1,57%), sebbene risulti in rallentamento rispetto ai dodici mesi precedenti (+1,65%). Tale performance, fatta eccezione per le dinamiche capitoline, in linea con i valori riferiti ai dodici mesi precedenti, è attribuibile alle realtà “minori” che condividono il ridimensionamento del bilancio demografico, come illustrato nella tabella seguente:

Tab. 5 – Movimento totale delle imprese presso il Registro Imprese camerale. Lazio e province. (⇓)

Peraltro, si evidenzia che Roma (+1,81%) si pone al vertice della graduatoria delle province italiane per tasso di crescita nel 2018; Frosinone e Latina si collocano nel primo quartile (entro il 25-simo posto), registrando valori di crescita annua al di sopra della media nazionale.
Nel grafico seguente è riportato l’andamento dei tassi di crescita su base trimestrale per l’Italia, il Lazio e Latina, dal quale emerge come la performance regionale continui a mantenersi costantemente al di sopra del valore nazionale, sebbene il differenziale mediamente risulti più contenuto rispetto al passato, fatta eccezione per il dato puntuale di fine anno:

Graf. 3 – Andamento del tasso di crescita Latina, Lazio e Italia (⇓)

 

LA PROVINCIA DI LATINA

L’universo imprenditoriale della provincia chiude a fine anno con 57.661 unità registrate delle quali 47.020 attive, pari all’81,5%. Complessivamente ammontano a 3.440 le iscrizioni (a fronte delle 3.778 dei dodici mesi precedenti), per un tasso di natalità in ulteriore flessione al 5,94% (rispetto al 6,53% del 2017); altrettanto avviene in termini di cessazioni, attestatesi a 2.973 unità in meno, per un tasso di mortalità che si conferma in calo al 5,13% (5,35% il precedente, pari a 3.097 cancellazioni nel 2017).
Anche nel 2018 si replica, dunque, un turnover imprenditoriale più contenuto rispetto all’analogo periodo dello scorso anno, che genera un tasso di crescita che si ferma al +0,81%, a fronte del +1,18% tra gennaio e dicembre 2017.

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L’ANDAMENTO DEMOGRAFICO PER SETTORE ECONOMICO

Il quadro riassuntivo relativo alla provincia di Latina per il 2018, disaggregato per settori economici, viene evidenziato nella tabella successiva, elaborata sulla base del criterio di classificazione delle attività imprenditoriali ATECO 2007:

Tab. 6 – Movimento delle imprese presso il Registro camerale per ramo di attività (⇓)

Per quanto attiene i settori più “tradizionali”, si evidenzia in primis, la contrazione dell’Agricoltura (-84 unità), in ragione delle dinamiche negative delle Coltivazioni di ortaggi, e delle Colture permanenti; per queste ultime, nello specifico si evidenzia la flessione nel segmento viticolo, mentre gli alberi da frutta crescono (in prevalenza kiwi), nonché l’appeal della frutta tropicale (melograno). Si confermano in ulteriore calo le stalle bovine. Lindustria e le costruzioni si mantengono, diversamente, su un sentiero positivo, sebbene entrambi mostrino un rallentamento; tuttavia, per quanto attiene la manifattura, il bilancio risulta in attivo per la Riparazione, manutenzione ed installazione di macchine, mentre gli altri segmenti non evidenziano risultati significativi.
Le attività commerciali mostrano una leggera decelerazione rispetto all’analogo periodo 2017, con un’articolazione delle dinamiche dei segmenti piuttosto disomogenea: la componente dell’auto traina i saldi positivi (+3,08% la variazione dello stock, il doppio rispetto allo scorso anno), mentre il commercio al dettaglio mette a segno una battuta d’arresto (sono 26 le unità in meno) e l’ingrosso rallenta considerevolmente sino a dimezzare la performance annuale (sono appena 30 le unità in più negli ultimi dodici mesi, a fronte delle 53 targate 2017).
Si mantengo vivaci i trasporti, che dopo il rimbalzo dello scorso anno realizzatosi nel segmento del magazzinaggio, nel corso del 2018 concentrano la variazione positiva esclusivamente nel trasporto terrestre.
Le Attività dei servizi di alloggio e ristorazione si mantengono vivaci, sebbene l’aggregato da gennaio a dicembre mostri un deciso rallentamento rispetto all’anno precedente (+1,12% la crescita cumulata, a fronte del +2,08% del 2017); al riguardo, contribuisce a tali esiti esclusivamente il segmento della ristorazione, mentre viene meno il contributo dei bar ed esercizi simili (pub, birrerie, enoteche…), che aveva alimentato la crescita nei dodici mesi precedenti (ammonta a 12 unità la sottrazione, a fronte del dato positivo pari a 29 attività nel 2017).
Le Attività artistiche, sportive di intrattenimento e divertimento, in decisa decelerazione rispetto ai dodici mesi precedenti, mostrano una variazione positiva comunque significativa (+2,11%, a fronte del +5,39% precedente); contribuiscono a tali esiti le attività legate alle rappresentazioni artistiche (nel 2017 “neutre” sul saldo complessivo), nonché  le consuete attività legate al fitness (palestre e centri sportivi).
Altrettanto significativa la dinamica delle Altre attività di servizi, nonostante la minore accentuazione; a determinare tale rallentamento, la più contenuta crescita del segmento dei Parrucchieri ed estetisti.
Infine, nel corso dell’ultimo anno le aperture di procedure fallimentari diminuiscono leggermente (110, -7,6% rispetto ai dodici mesi precedenti), in linea con la dinamica riscontrata su base nazionale (10.548 procedure aperte, -6,2% rispetto al 2017).

 

LE FORME GIURIDICHE

In relazione alle forme giuridiche attraverso cui le imprese in provincia di Latina operano, si conferma la lenta progressione positiva delle società di capitale, che alla fine dell’anno risultano essere 19.032 (pari al 33% delle imprese registrate), per un tasso di crescita demografica annuale del +4,66% (pari a 858 unità in più), pressoché in linea con quanto riscontrato nel 2017 (+4,71%). Si confermano in diminuzione, invece, le società di persone che rappresentano l’11% del totale (6.751 in valore assoluto); altrettanto, si confermano in area negativa le ditte individuali, per una contrazione di ulteriori 148 unità. Di seguito la tabella riepilogativa alla fine dell’anno 2018:

Tab. 7 – Movimento delle imprese presso il Registro camerale per forma giuridica (⇓)

Per ciò che concerne i settori, l’incidenza delle Società di capitali è più elevata nei segmenti della fornitura delle commodities (energia elettrica, gas e acqua), seguono le attività immobiliari e la manifattura. Per quanto riguarda le Società di persone, tale forma giuridica mostra una incidenza di gran lunga superiore alla media nel segmento della ristorazione. Infine, le imprese individuali sono la formula con il maggiore appeal nell’Agricoltura e nei Servizi alla persona (estetiste e parrucchieri).

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L’ARTIGIANATO

A fine anno le imprese artigiane presenti in provincia di Latina ammontano a 8.896, pari al 15,4% del totale imprese operanti nella provincia. Il saldo tra iscrizioni (543 unità) e cessazioni non d’ufficio (632 aziende) determina la sottrazione di ulteriori 89 unità, per una decrescita che sfiora l’1%, in accentuazione rispetto alla flessione registrata nei dodici mesi precedenti (-0,77% il tasso, -70 unità in termini assoluti).
Dal confronto con l’anno precedente emerge che il differenziale più significativo è da attribuire alle iscrizioni, in rallentamento più evidente rispetto alle cessazioni.
Dalla disaggregazione settoriale emerge come il comparto edile registri “perdite” superiori rispetto ai dodici mesi precedenti (-1,34% la variazione annuale dello stock, a fronte del -0,76% del 2017). Diversamente, la manifattura, in rosso anche quest’anno, mostra, tuttavia, per la prima volta nell’ultimo triennio una contrazione al di sotto della soglia del 2%: 27 le unità in meno, per una flessione del -1,47%, appunto in contenimento rispetto ai dodici mesi precedenti (-2,12% la variazione percentuale); al riguardo, pesa il contributo negativo delle imprese operanti nelle industrie del legno e tessili.
Le Altre attività dei servizi, in prevalenza parrucchieri ed estetiste, rappresentano la sola eccezione positiva, sebbene la crescita si ridimensioni rispetto ai dodici mesi precedenti (+1,64%, a fronte del +2,29% del 2017); da segnalare che il contributo in tale segmento delle attività dei tatuaggi e piercing, che mantiene comunque la vivacità dello scorso anno.
Prosegue, sebbene ad un ritmo meno accentuato quest’anno, la sottrazione delle attività commerciali, da attribuirsi esclusivamente al segmento delle officine meccaniche.
Di seguito la tabella riepilogativa per il comparto artigiano disaggregato per settore di attività e le relative dinamiche imprenditoriali:

Tab. 8 – Movimento annuale delle imprese artigiane presso il Registro camerale per ramo di attività (⇓)

In relazione alle forme giuridiche attraverso le quali gli artigiani operano, le ditte individuali (7.119 unità) sono le più numerose, rappresentando l’80% dell’universo delle piccole imprese, per un saldo annuale in valore assoluto di ulteriori 80 imprese in meno. Seguono le società di persone (1.112, pari ad una quota del 12%) ed infine le società di capitale, queste ultime in decisa accelerazione nel corso del 2018: il saldo annuale è positivo per +31 unità (+5,20% in termini relativi, a fronte del 3,50% riferito al 2017). Di seguito la tabella riassuntiva delle imprese artigiane per forma giuridica:

Tab. 9 – Imprese artigiane per forme giuridiche (⇓)

 

LE IMPRESE STRANIERE

Dopo un triennio di progressivo contenimento delle dinamiche, il 2018 si caratterizza per livelli di crescita della componente straniera ai minimi, al punto che per la prima volta in serie storica il contributo di tale segmento imprenditoriale si è posizionato nel 2° trimestre al di sotto dei valori registrati dalle realtà italiane, come illustrato nel grafico seguente riferito alla provincia di Latina:

Graf. 4 – Andamento del tasso di crescita dell’imprenditoria straniera e italiana in provincia di Latina (⇓)

Il bilancio annuale ammonta ad appena 62 unità in più (a fronte delle 172 targate 2017) determinando le complessive 4.273 imprese non indigene; il trend risulta in deciso contenimento, per un tasso di crescita del +1,44% (a fronte del +4,13% dei dodici mesi precedenti). Considerando esclusivamente le attività economiche a maggior appeal per gli stranieri, si evidenzia il deciso rallentamento delle costruzioni, che segue il rimbalzo dei dodici mesi precedenti; diversamente le attività di Commerciali scivolano in area negativa per la prima volta in serie storica. Tiene il comparto agricolo; diversamente, la ristorazione è l’unico segmento che si conferma in ulteriore accelerazione.
Di seguito la tabella riepilogativa delle imprese straniere operanti in provincia di Latina disaggregate per settore di attività e le relative dinamiche imprenditoriali:

Tab. 10 – Movimento delle imprese straniere presso il Registro camerale per ramo di attività (⇓)

La componente straniera del tessuto imprenditoriale corrisponde ad una quota del 7,41%, e si mantiene al di sotto del dato nazionale (9,87%) e regionale (12,14%).
Dall’analisi dei flussi in termini di aree di provenienza, emerge che la determinante sul bilancio demografico 2018 è il deciso rallentamento della componente Extracomunitaria che cresce di appena 25 unità (a fronte delle 111 dei dodici mesi precedenti), per un tasso di sviluppo demografico ai minimi storici: +0,84%, rispetto al già ridotto +3,83% registrato lo scorso anno. In rallentamento anche la componente comunitaria, che vede aggiungersi ulteriori +41 imprese, per una crescita annuale relativa del +3,12%, comunque prossima ai valori consueti in serie storica.
Di seguito, la tabella riepilogativa degli andamenti demografici annuali suddivisi per nazionalità in provincia di Latina:

Tab. 11 – Movimento delle imprese per nazionalità presso il Registro camerale (⇓)

 

 

IMPRENDITORIA GIOVANILE

A fine 2018, le imprese juniores registrate in provincia di Latina ammontano a 6.432, pari al 9,5% dell’intero universo delle aziende locali; tale dato è per la prima volta in serie storica in linea con le evidenze laziali (9,2% la quota) e nazionali (9,4%), rispetto alla storica maggiore incidenza a livello locale. Il saldo tra le 1.152 iscrizioni e le 501 cessazioni non d’ufficio (le prime in calo del 5% e le seconde in linea con i valori dell’anno precedente) si è attestato su 651 unità in più (rispetto alle 705 targate 2017), mostrando un tasso di crescita in ulteriore leggero contenimento (+9,83%, a fronte del +10,53% dei dodici mesi precedenti).
Analizzando le dinamiche per settore di attività, emerge, l’ulteriore rallentamento del comparto agricolo che mette a segno una crescita cinque punti percentuali inferiori ai dodici mesi precedenti (+9,70% il tasso, a fronte del +14,92% riferito al 2017); si conferma nuovamente il calo del segmento della  ristorazione, in particolare i bar ed esercizi simili (pub, birrerie, enoteche…).
Diversamente, si conferma l’appeal delle attività di cura della persona (parrucchieri ed estetiste), nonché il ritorno ad una maggiore vivacità delle attività professionali (consulenza d’impresa, design, pubblicità e fotografia)e dei servizi di supporto alle funzioni di ufficio -inclusi nel Settore N in tabella).
Di seguito viene riportata la tabella riepilogativa suddivisa per settori:

Tab. 12 – Movimento delle imprese giovanili presso il Registro camerale per ramo di attività (⇓)