Osserfare: dati Movimprese I semestre 2014 e congiunturale II trimestre 2014

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OsserfareSi rendono pubblici i dati Movimprese relativi al primo semestre 2014 e l’analisi congiunturale del II trimestre 2014, elaborati da Osserfare, l’osservatorio economico della Camera di Commercio di Latina.

MOVIMPRESE I SEMESTRE 2014

L’ANDAMENTO DEMOGRAFICO
Si consolida a livello nazionale la tendenza che sta caratterizzando l’annualità in corso in cui complessivamente si registra un turnover nettamente inferiore in serie storica, con valori tra iscrizioni e cessazioni ai minimi; d’altronde le incertezze legate al ciclo economico stanno determinando scelte indirizzate verso una maggiore cautela nell’intraprendere una nuova attività d’impresa e questo si sta traducendo anche in una minore mortalità imprenditoriale. Di fatto il 2014 è una sorta di spartiacque rispetto alle annualità precedenti, in quanto la sintesi delle dinamiche appena esposte è un saldo imprenditoriale che supera le 11 mila imprese (+0,18% in termini relativi), in recupero, dopo un biennio significativamente critico con saldi ai minimi, soprattutto se confrontati rispetto alle più numerose aperture e chiusure che si rilevavano fino al 2013.
Dunque, come affermato dal Presidente di Unioncamere Ferruccio Dardanello: “….La crisi pesa ancora sulla vitalità del sistema produttivo italiano ma, seppur con fatica, il tessuto imprenditoriale reagisce e torna a crescere…”.

Tab. 1 – Serie storica delle iscrizioni, delle cessazioni e dei relativi tassi nel I semestre di ogni anno (⇓)

Oltre alla probabile minore improvvisazione nell’avvio di una nuova impresa, che spesso avviene con i risparmi familiari oggi sottopressione, senz’altro la brusca flessione delle iscrizioni della componente artigiana è una determinante importante sugli esiti appena descritti; peraltro, come evidenziato nella tabella seguente, le dinamiche mantengono una sostenuta accentuazione negativa.

Tab.2 – Serie storica delle iscrizioni, delle cessazioni e dei relativi tassi nel I semestre di ogni anno (⇓)

In sintesi, nel 2014 cambiano i comportamenti socio-economici, per una propensione al rischio imprenditoriale in netto ridimensionamento, in coerenza con le disattese aspettative di ripresa e con la connessa immobilità dei mercati e dei consumi.
Disaggregando le dinamiche nazionali a livello regionale, la performance di crescita più significativa è quella laziale (+0,89%), peraltro in miglioramento sulle risultanze semestrali dell’anno precedente (+0,60% a giugno 2013); guardando alle tendenze provinciali, subito dopo la Capitale, in decisa accelerazione (+1,15% nel 2014, a fronte del +0,79% del 2013), si conferma il posizionamento di Latina per un tasso di crescita che si attesta al +0,33% (+0,47% nel 2013).
Guardando alle altre realtà laziali, anche la provincia di Frosinone mostra un peggioramento, seppur lieve (-0,05% la crescita nei primi sei mesi del 2014, a fronte del +0,05% nel 2013), mentre Viterbo mette a segno una positiva inversione di tendenza (+0,20%, rispetto al -0,35% del giugno scorso) e Rieti, pur mentendosi in area negativa, mostra un parziale recupero (-0,29, rispetto al -0,52% precedente).
L’andamento del tasso di crescita relativo alla nazione, alla regione Lazio e alla provincia di Latina, viene riportato nel successivo grafico:

Graf.1: Andamento del tasso di crescita Latina, Lazio e Italia (⇓)

I dati demografici riassuntivi per la regione Lazio, disaggregata per province, e per l’Italia sono riportati nella tabella successiva:

Tab. 3: Movimento totale delle imprese nel I semestre 2014 nel Registro Imprese (⇓)

La situazione al 30 giugno relativa ai movimenti demografici al Registro Imprese camerale in provincia di Latina mostra uno stock imprese pari a 57.652 unità registrate, di cui più dell’81% attive, per un saldo positivo in termini assoluti di 193 unità, determinato dalla differenza tra le 2.095 iscrizioni dall’inizio dell’anno e le 1.902 aziende cancellate nello stesso periodo.
Il tasso di natalità si attesta al 3,62%, in deciso rallentamento rispetto all’indicatore relativo allo stesso periodo dell’anno precedente (+4,15% a giugno 2013); più contenuta la flessione del tasso di mortalità, pari al 3,28%, anch’esso inferiore a quanto rilevato nel I semestre 2013 (3,68%).

L’ANDAMENTO DEMOGRAFICO PER SETTORE ECONOMICO
Il quadro riassuntivo al 30 giugno relativo alla provincia di Latina, disaggregato per settori economici, viene evidenziato nella successiva tabella, elaborata sulla base del criterio di classificazione delle attività imprenditoriali ATECO 2007:

Tab.4: Movimento delle imprese presso il Registro imprese per ramo di attività (⇓)

Sono praticamente tutti i settori a mostrare il fiato grosso, ma preoccupanti sono i dati demografici rilevati per i comparti cardine, come il Manifatturiero (-1,45% nel 2014, a fronte del -0,20% del 2013), per un saldo negativo di ben 70 imprese dall’inizio dell’anno. Come già evidenziato anche nel precedente rapporto, tali risultanze sono l’effetto della minore spinta all’avvio di nuove attività industriali, per un contestuale tasso di mortalità che, tuttavia, non rallenta rispetto ai dodici mesi precedenti: i comparti del legno, tessile, carta e lavorazione dei metalli sono i più penalizzati.
Anche il Commercio mostra un ulteriore appesantimento delle tendenze: gli sviluppi di demografia imprenditoriale mostrano un tasso di crescita negativo che nel semestre si attesta al -1,21%, in deciso peggioramento rispetto alle analoghe risultanze 2013 (-0,18%); nei primi sei mesi di quest’anno hanno chiuso i battenti 190 attività commerciali.
Diversamente, si attenua in corso d’anno il bilancio in rosso del settore delle Costruzioni: -0,80% la decrescita del comparto a giugno, che lascia sul campo ulteriori 61 imprese dall’inizio del 2014, frutto di un secondo trimestre quasi stazionario, dopo la pesante apertura d’anno; tuttavia, il confronto tendenziale conferma comunque l’accentuarsi delle difficoltà, atteso che la perdita a giugno 2013 era circa la metà (-0,38%, per 29 unità in meno).
Anche le attività di Servizi di alloggio e ristorazione mostrano un’accentuazione negativa (-0,61%, a fronte del positivo 0,57% relativo ai primi sei mesi dello scorso anno), dovuta prevalentemente alla più contenuta iniziativa imprenditoriale (le iscrizioni a giugno si fermano a quota 61, a fronte delle 110 nuove aperture nel primo semestre dello scorso anno), soprattutto nel settore della ristorazione e degli esercizi pubblici. Altrettanto vale nel campo dei trasporti che vedono dimezzarsi le nuove iniziative imprenditoriali, per una decrescita leggermente più accentuata rispetto a quanto riscontrato nel giugno precedente (-1,57%, a fronte del -1,20% a giugno 2013).
Le Attività Professionali scientifiche e tecniche mostrano segnali di sofferenza, evidenziando a metà anno valori negativi (-0,62%,a fronte del +0,70% dello scorso giugno), determinati soprattutto dal minore appeal del segmento della pubblicità e ricerche di mercato; per quanto attiene l’aggregato relativo alle attività di Noleggio, Agenzie di viaggio e servizi di supporto alle imprese si registra un deciso rallentamento (-0,34%, a fronte di un +2,40% nello scorso anno), determinato soprattutto dalla minore crescita dei Servizi per edifici e paesaggi (prevalentemente si tratta dei segmenti dei servizi di pulizia, cura e manutenzione del paesaggio) e delle attività di supporto alle imprese; tuttavia, queste ultime rimangono comunque l’unico segmento in crescita di tale insieme di attività.
Altrettanto vale per le attività riguardanti la Sanità e Assistenza sociale, che non solo si mantengono su un sentiero positivo, ma mostrano anche una decisa accelerazione (+1,22%, il tasso di sviluppo, a fronte del precedente +0,48%).

LE FORME GIURIDICHE
Si conferma il trend positivo delle Società di Capitali, che alla fine del semestre fanno registrare un tasso di crescita del 2,21%, in leggera flessione rispetto al dato dello stesso periodo del 2013 (+2,35%), per un saldo positivo di 360 società. In diminuzione il tasso di crescita delle Società di persone (-0,65%), il cui saldo è negativo per 52 unità in meno; dello stesso segno le risultanze semestrali relative alle Imprese individuali che registrano un tasso di crescita del -0,47%, per un saldo negativo di 144 imprese. In termini di peso percentuale non si segnalano delle sostanziali differenze rispetto alla rilevazione precedente.
Nella sottostante tabella i dati complessivi rilevati alla data del 30 giugno riferiti all’intero semestre:

Tab.5: Movimento delle imprese presso il Registro imprese per forma giuridica – I semestre 2014 (⇓)

 

L’ARTIGIANATO
Stanti le considerazioni su esposte, non si rilevano grandi sorprese per quanto riguarda gli andamenti demografici relativi al comparto dell’Artigianato. Alla data del 30 giugno per le imprese artigiane iscritte al relativo Albo si rileva un dato di stock pari a 9.305 imprese; il segmento imprenditoriale artigiano rappresenta il 19,75% delle imprese registrate, in leggera flessione rispetto a quanto rilevato al termine del primo semestre dello scorso anno, in cui lo stock era ancora superiore al 20%.
In termini di flussi, nei primi sei mesi del 2014 il comparto ha evidenziato una decrescita del -1,35%, in peggioramento rispetto alle analoghe risultanze dei dodici mesi precedenti (-1,20% a giugno 2013), per un saldo negativo in termini assoluti di 128 imprese, determinato dalla differenza tra le 340 iscrizioni dall’inizio dell’anno e le 468 aziende cancellate nello stesso periodo.
Pressoché invariati i dati riguardanti le forme giuridiche delle imprese artigiane; in un ulteriore ridimensionamento le imprese individuali che mostrano un tasso di sviluppo negativo del -1,58%, in termini assoluti pari a -119 imprese.
Nel grafico di seguito si evidenzia l’andamento dei tassi di crescita dell’Artigianato comparato con quello delle imprese in generale (escluse le imprese agricole):

Graf.2: Andamento del tasso di crescita delle imprese artigiane e non in provincia di Latina (⇓)

In termini di crescita demografica, a giugno si rileva l’appeal crescente delle attività di ristorazione, prevalentemente rosticcerie, friggitorie, pizzerie a taglio (+1,59%, a fronte del -1,56% relativo al I semestre 2013); anche il segmento dei Servizi alle imprese, trainato dalle nuove iscrizioni delle attività di pulizia (+1,72% nel I semestre 201,4 contro il -1,40% dello stesso periodo 2013), mostra una significativa inversione di tendenza.
Anche l’aggregato relativo alle Altre attività di servizi, evidenzia l’accentuazione delle tendenze negative (-1,67% il tasso di crescita, a fronte del -0,12%), determinate prevalentemente dalle piccole iniziative imprenditoriali nel campo dei Servizi alla persona (estetiste, barbieri e parrucchieri), che nell’ultimo risentono della minore vitalità imprenditoriale anche in ragione del calo dei consumi, perdendo il ruolo di sponda all’inoccupazione crescente. Complessivamente stazionarie, invece, le attività di Riparazione di computer e di beni per uso personale e per la casa.
Diversamente, pesa sul bilancio in rosso dell’artigianato l’andamento negativo delle costruzioni, in significativa accentuazione (-1,50%, a fronte del -0,86% precedente), soprattutto della componente dell’installazione di impianti elettrici; nonché la flessione del comparto industriale (-1,64%, rispetto al 1,54% di giugno 2013), penalizzato dalle dinamiche negative della lavorazione dei metalli e dell’industria del legno; diversamente, l’alimentare si mantiene in sentiero positivo.
Altrettanto negativo il contributo delle attività commerciali, determinato per la gran parte dalle chiusure delle officine meccaniche, attività artigiane che risentono senz’altro anche della crisi del settore auto.
Ad ogni modo di seguito è rappresentata la tabella riepilogativa per settori:

Tab. 6: Movimento delle imprese artigiane nel Registro imprese per ramo di attività – I semestre 2014 (⇓)

LE IMPRESE STRANIERE
Uno sguardo ora alle imprese straniere che nelle ultime rilevazioni hanno sempre evidenziato valori di un certo interesse, mostrando una vitalità costantemente maggiore rispetto a quelle “indigene”. Alla data del 30 giugno in provincia di Latina, le imprese straniere operanti risultano essere 3.516 e per la prima volta superano la soglio del 6% del totale delle imprese registrate, per un saldo positivo nel semestre, in termini assoluti pari a +160 unità.
Tal esito è la risultante di un tasso di crescita del 4,75%, in decisa accelerazione rispetto ai valori relativi allo stesso periodo dell’anno precedente (+2,72% la crescita a giugno 2013), a rappresentare un’annualità che sembrerebbe all’insegna di una ritrovata vivacità imprenditoriale della componente straniera, dopo l’appesantimento dei flussi di demografia imprenditoriale del trascorso biennio.
Tende dunque ad ampliarsi il differenziale sulla componente italiana, che diversamente registra un rallentamento delle tendenze, come illustrato nel grafico sottostante:

Graf.3: Andamento del tasso di crescita dell’imprenditoria straniera e totale economia provinciale (⇓)

Come già evidenziato nel precedente rapporto, incrociando tale risultanza con le osservazioni relative alla più contenuta spinta all’imprenditorialità della componente italiana, senza commettere un elevato errore di valutazione, è possibile affermare che i fattori legati alle motivazioni di insediamento nel nostro Paese sostengano tassi di natalità più vivaci per la componente straniera, anche in ragione delle diverse “modalità di approccio al mercato”, rispetto a quella italiana, su cui intervengono determinanti più strettamente connesse al ciclo economico in quanto incidono su una dimensione familiare frequentemente più ampia, atteso che l’imprenditore straniero avvia il ricongiungimento familiare solo dopo un periodo di ambientamento e di maggiore stabilizzazione economica.
Di seguito il grafico che riassume l’andamento dei tassi di crescita per nazionalità di impresa.

Tab.7: Movimento delle imprese straniere presso il Registro imprese per ramo di attività – I semestre 2014 (⇓)

La disaggregazione settoriale delle tendenze su esposte mostra la decisa accelerazione delle costruzioni: +4,53% la crescita, a fronte della stazionarietà rilevata a giugno 2013; anche per le attività commerciali si rileva un ritrovano appeal (+1,87%, rispetto al +0,95% dei 12 mesi precedenti).
Di seguito la tabella riepilogativa degli andamenti demografici per nazionalità, nella provincia di Latina:

Tab.8: Movimento delle imprese straniere presso il Registro imprese per nazionalità – I semestre 2014 (⇓)

IMPRENDITORIA GIOVANILE
A giugno lo stock di questa tipologia di imprese supera le 6.500, per un saldo positivo di +375 unità dall’inizio del 2014 e un tasso di crescita del 5,34%, in diminuzione se raffrontato con le analoghe risultanze del 2013 (+7,40%); tale performance risulta grossomodo in linea con le dinamiche laziali (+7,33%), e nettamente superiori ai valori nazionali (+5,83%).
Le imprese giovanili operano prevalentemente nelle attività commerciali (1.899 imprese, per un peso dell’11,7%), nelle costruzioni (818 unità, 10,6% la quota); notevole anche il peso dell’Agricoltura (736, in termini relativi pari al 6,9%), che peraltro continua a far registrare incoraggianti valori di crescita (+3,49%), a dimostrazione di come il settore agricolo possa rappresentare un ottimo sbocco imprenditoriale per le nuove generazioni.
Tuttavia, i settori caratterizzati dalla maggiore giovanilità sono le Altre attività dei servizi (estetiste e parrucchieri) e l’aggregato dei servizi di pulizia, di cura e manutenzione del paesaggio e servizi di supporto alle imprese (17,20%), dove circa il 18% è rappresentato da Imprese juniores.
Per quanto attiene alle performance demografiche relative ai settori quantitativamente più significativi, oltre al bilancio molto positivo dell’agricoltura, per le giovani generazioni si mantengono in crescita, sebbene in rallentamento, le dinamiche delle attività commerciali e delle costruzioni.
La tabella sottostante offre un quadro riassuntivo dell’imprenditoria giovanile:

Tab.9: Movimento delle imprese giovanili presso il Registro imprese per ramo di attività – I semestre 2014 (⇓)

ANALISI CONGIUNTURALE II TRIMESTRE 2014

Dall’analisi congiunturale condotta dall’Osservatorio economico emerge che nel secondo trimestre dell’anno in corso non si confermano significative inversioni di tendenza rispetto al periodo precedente, a meno di un lieve miglioramento del clima di fiducia degli imprenditori.

Grafico andamento congiunturale 2014 (⇓)

Il lieve accenno di ripresa della fiducia non trova effettivo riscontro nei giudizi circa l’andamento dei ricavi, in lieve crescita, ma ancora ben lontani dai livelli pre-crisi, peraltro con un differenziale sulla media nazionale che si mantiene significativo, come illustrato nel grafico sopra riportato.
Non si inverte, inoltre, il trend che caratterizza da diversi trimestri lo scenario occupazionale, in progressivo deterioramento. Nei rapporti di fornitura le imprese prevedono una riduzione dei costi, mostrando un certo ottimismo connesso, probabilmente, con la prospettiva di poter spuntare, proprio per via della crisi esistente e del livello basso della domanda, prezzi migliori; tuttavia, questo potrebbe rappresentare anche un ulteriore indicatore dello spauracchio deflattivo che incombe nell’Eurozona. Si accorciano leggermente i tempi di pagamento da parte dei clienti, con un outlook che lascia preludere tuttavia ad un nuovo peggioramento.

Esaminando il clima di fiducia espresso dagli imprenditori nei vari settori di attività, si osserva che nel comparto manifatturiero (19,9% l’indicatore di fiducia relativa all’andamento della propria azienda, in linea con i valori del trimestre precedente) non mutano i giudizi degli imprenditori intervistati operanti nell’industria alimentare e chimico-farmaceutica, mentre crescono le incertezze nel metalmeccanico e nel tessile. Per l’intero comparto industriale si rileva in leggera ripresa il livello degli ordini, sia in termini di domanda interna che estera, quest’ultima senz’altro più vivace; tuttavia, si mantengono bassi i livelli produttivi, a dimostrazione di una domanda che non riesce a decollare come sarebbe auspicabile e necessario e, di conseguenza, i prezzi di vendita delle imprese manifatturiere sembrano in lievissima crescita, ma ancora in termini molto contenuti. Un segnale che può essere preso in considerazione come positivo è quello relativo al livello delle scorte e giacenze, presso le PMI industriali, che paiono in diminuzione. Ma tale dato va letto anche alla luce del significativo sottoutilizzo gli impianti produttivi, rispetto alle potenzialità esistenti.
Passando al comparto del commercio la fiducia delle imprese sembra essere in miglioramento in tutte le sue componenti (18% l’indicatore di fiducia relativa all’andamento della propria azienda, a fronte del 16,5% rilevato lo scorso trimestre), tra le quali spiccano le riparazioni, in deciso rimbalzo (si attesta al 27% il giudizio sull’andamento della propria impresa, a fronte del 17,7% relativo alla prima porzione d’anno). Anche gli operatori del turismo mostrano un diffuso maggiore ottimismo, con giudizi significativamente più positivi espressi per tutte le attività ricettive riguardo l’andamento della propria azienda (l’indicatore dal 14,4% dei primi tre mesi del 2014 guadagna quasi 9 punti percentuali, attestandosi al 22,9%). E i Servizi sono sulla stessa lunghezza d’onda, sebbene con spostamenti più contenuti e dinamiche che si confermano relativamente più vivaci nel campo della sanità e dei servizi alle persone. Il livello degli ordini viene valutato in miglioramento anche dalle attività terziarie, sebbene si mantenga su livelli ancora piuttosto bassi. Per la prima volta dalla fine del 2013 tornano a salire i prezzi di vendita, trend che sembra destinato a ripetersi anche in prospettiva nel periodo estivo.
La situazione di grande difficoltà continua ad essere invece una costante per il settore delle Costruzioni dove gli ordinativi continuano a decrescere, con un livello di attività molto basso; in altre parole è un mercato in una situazione di profonda stagnazione, in termini marinari ci troviamo nel mezzo di una vera e propria bonaccia.
La dinamica relativa agli investimenti effettuati dalle imprese nell’ultimo biennio, mostra una sostanziale stazionarietà: la percentuale delle imprese pontine che hanno dichiarato di avere investito si attesta al 19,0%, valore di gran lunga inferiore a quanto rilevato a livello nazionale, attestandosi la media Italia al 30,1% ed altrettanto può dirsi per ciò che riguarda le intenzioni di investimento per i prossimi 2 anni.

Percentuali di imprese che faranno investimenti (⇓)

Non si inverte la tendenza per quanto concerne la capacità delle imprese della provincia di Latina nel far fronte ai propri impegni finanziari, con preoccupazioni crescenti per i prossimi mesi; peraltro si allarga il differenziale rispetto ai valori nazionali, come illustrato nel grafico sopra riportato.

Capacità di far fronte al fabbisogno finanziario (⇓)

Dalle risultanze dell’Osservatorio sul Credito (approfondimento ad hoc realizzato in sede di indagine congiunturale) non emergono situazioni incoraggianti, stante la difficoltà delle imprese ad ottenere aperture di credito da parte del sistema creditizio, il che avviene in misura più accentuata nella nostra provincia rispetto allo scenario nazionale.

Percentuali imprese che hanno fatto accesso al credito (⇓)

D’altronde, la situazione è indubbiamente connessa anche alle rigide regole imposte alle banche in merito al Patrimonio di Vigilanza da parte della Banca d’Italia. Per cui gli Istituti di credito sono portati a preferire gli investimenti liquidi piuttosto che assumersi rischi finanziari connessi alle concessioni di credito a favore di imprese di Piccole e Medie dimensioni, senza rating e non quotate.
Nel secondo trimestre 2014 resta stazionaria la quota di imprese che si sono rivolte al sistema bancario per un fido, un finanziamento o la rinegoziazione di un fido: la quota si conferma intorno al 12%, dunque significativamente al di sotto dei valori nazionali (16%), peraltro questi ultimi in crescita costante da circa 12 mesi. Tuttavia, nella nostra provincia si rileva una seppur lenta ma progressiva crescita delle imprese cui è stato accordato il finanziamento richiesto (26,6%, a fronte del 31,0% a livello Italia) e, contestualmente, l’area di irrigidimento mostra tensioni in leggera attenuazione, sebbene il confronto con la media nazionale evidenzi le maggiori complessità del mercato del credito locale: 62% le imprese pontine (47,5% in Italia) che si collocano nell’area di irrigidimento, di cui una quota del 33% non ha ricevuto il finanziamento (valore nettamente superiore alla media nazionale pari al 23%) ed il 29% ha visto accolta la domanda di credito, ma per un importo inferiore (24,5% il dato Italia). Unici aspetti positivi possono essere colti dal fatto che si rileva una riduzione dei tassi di interesse praticati, ma nello stesso tempo vengono rilevati in aumento i costi connessi alle altre condizioni per l’accesso al credito e una maggiore richiesta di garanzie da parte degli Istituti di Credito.