Nasce il bovino “trasparente”

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Portare a tavola un prodotto alimentare di dubbia prove­nienza non piace ai consumatori. Nel corso degli anni la diffidenza nei confronti di al­cuni cibi, come carne, latte e suoi derivati è cresciuta, facen­do registrare una diminuzione dei consumi.

Un fenomeno che non ha risparmiato il terri­torio pontino dove, in base all'analisi di confronto sui dati dal 4° e del 5° censimento del!' Agricoltura, in provincia di La­tina, si è assistito ad un forte indebolimento del settore, che ha interessato sia il numero di capi, passati da 90.400 a 74.940, sia la quantità di stalle operative, oggi 2.339 in meno rispetto a qualche anno fa. Puntare sulla salvaguardia alimen­tare attraverso l'utilizzo di so­luzioni tecnologiche sempre più all'avanguardia, che garan­tiscano qualità e sicurezza gra­zie ad un sistema di conoscen­ze di processo in grado di assicurare la tracciabilità delle fasi di vita dell'animale è indispen­sabile. Nasce da questa esigen­za il "progetto Latina", messo a punto dall'assessorato per le Politiche agricole della Provin­cia in collaborazione con Apa, associazione provinciale allevatori di Latina, Asl, l'Izs del Lazio e della Toscana, la Came­ra di Commercio di Latina, che coinvolgerà 80 allevamen­ti, bovini e bufalini, situati su tutto il territorio. Un piano di intervento innovativo, il pri­mo a livello nazionale, affida­to alla società WinCat, della durata di 8 mesi suddiviso in due fasi: la realizzazione del progetto e la predisposizione delle infrastrutture tecnologi­che seguita dall'inserimento dei microchip "leggi e scrivi" nei capi di bestiame. In questo modo tutti i punti critici della filiera saranno accuratamente individuati, i pericoli prevenu­ti e gli eventuali rischi valutati. I dati saranno inseriti in un sistema di radiofrequenza, uni­co e di facile accesso, che darà importanti informazioni. Quelle ritenute maggiormente sensibili invece verranno rese disponibili via internet o in formato cartaceo. Gli alleva­menti mediante l'uso di tran­sponder potranno rintraccia­re, velocemente e senza possi­bilità d'errore, eventuali ano­malie, ritirare gli animali "ma­lati" dal mercato, fornire tutti i dati del processo di allevamen­to e certificare lo stato di salute dei capi di bestiame attraverso la registrazione elettronica dei controlli sanitari della Asl. «Dobbiamo valorizzare la no­stra produzione – dichiara Enrico Tiero, assessore provincia­le alle Politiche agricole – L'obiettivo da raggiungere è quello di creare un distretto alimentare di qualità per promuovere i nostri prodotti ab­battendo i costi di gestione».

Fonte: Il Messaggero [Viviana Donarelli]