Una giornata nazionale in difesa dell'Olio italiano. Con le specialità pontine e i loro artefici, già ai vertici enogastronomici e qualitativi del paese, assoluti protagonisti. Ieri mattina a Roma in piazza Montecitorio, è andata in scena la Giornata nazionale dell'olio Italiano, promossa da Coldiretti con la spremitura in piazza per tutelare la qualità della produzione nazionale e fermare l'inganno e lo scempio dell'olio ottenuto da olive spagnole e tunisine spacciato come Made in Italy.
La manifestazione ha conivolto migliaia di agricoltori con una foltissima rappresentanza dal territorio pontino. Per far conoscere la qualità e la varietà della produzione nazionale con la molitura delle olive in piazza e l'assaggio dell'olio nuovo appena spremuto con bruschette offerte a cittadini, turisti, politici e rappresentanti delle Istituzioni per accompagnare l'avvio della raccolta di firme per l'etichettatura Made in Italy. Tanti gli operatori in rappresentanza delle filiere dell'alta qualità olivicola di Itri, Sonnino, Cori ed altre zone di produzione tipica. Tanti gli stand, le curiosità del settore, colmi di piante di olivo, attrezzature d'epoca, banchetti informativi, e animati da degustazioni ed esposizioni della più ampia varietà di extravergini. E una piccola nota dolente. Anche in provincia di Latina sulla raccolta delle olive in corso pesa la mancanza di trasparenza nelle norme sull'etichettatura che lasciano la possibilità di commercializzare olio ottenuto da miscele di origine diversa senza che questo venga indicato chiaramente in etichetta. Una mancanza di trasparenza che inganna i consumatori e danneggia i produttori. E la mobilitazione messa in campo ieri da Coldiretti nasceva proprio per chiedere, con una raccolta di firme, l'applicazione della norme sulla rintracciabilità del prodotto, una sorta di carta d'identità dell'olio italiano. Il mezzo in questo senso è l'introduzione dell'obbligo di indicare nell'etichetta di tutti i prodotti alimentari l'origine territoriale delle materie prime agricole utilizzate nella loro preparazione e produzione. In tale prospettiva, la battaglia sulla rintracciabilità che Coldiretti sta portando avanti da anni si è sostanziata finora nell'adozione, da parte del legislatore comunitario e nazionale, di provvedimenti che hanno imposto l'indicazione obbligatoria del luogo di origine nell'etichettatura di prodotti alimentari di largo consumo. Tanti ma non tutti, perché la lista di alimenti non comprende una chiave di volta del made in Italy come l'olio d'oliva. E intanto il legislatore, approvando la proposta di legge di iniziativa popolare Coldiretti, ha stabilito che per «assicurare una migliore informazione ai consumatori e prevenire i fenomeni di contraffazione, nell'etichettatura degli olii di oliva vergini ed extra vergini è obbligatorio riportare l'indicazione del luogo di coltivazione e di molitura delle olive». Tuttavia, riguardo all'indicazione delle modalità di attuazione, la stessa legge ha rinviato ad un decreto ministeriale che ancora deve essere emanato. La nuova mobilitazione di Coldiretti è iniziata ieri. Decine di produttori pontini esigono risposte istituzionali. Non per mero interesse, ma per la difesa, con l'olio d'oliva, dell'inestimabile patrimonio culturale italiano, che nel cibo, così come nella pittura e nella scultura, trova una sublime forma d'arte.
Fonte: La Provincia [A.A.]