«Ma gli altri amministratori?»

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«Clamorosa l'iniziativa del vicesindaco Bianchi, ma adesso aspettiamo gli altri amministratori. Se ci deve essere il ripristino della legalità, deve coinvolgere tutti i politici e non il singolo». Pasquale Verrengia, segretario generale della Cisl, lancia un appello che è anche una speranza. Ora sarà interessante vedere chi risponde e chi si dilegua, sport del resto estremamente praticato. Il segretario si rifà alla logica: «Se va ripristinata l'onestà e la legalità vuoi dire che manca. Se manca è giusto fare quadrato e portare avanti iniziative clamorose. Non entrando nel modo della personale e singolare iniziativa dell'onorevole Vincenzo Bianchi, va dato atto al personaggio però – e qui entro nel merito – del contenuto di questo esposto-denuncia da presentare in Procura che si riassume in un volgare (nel senso che è accessibi­le a tutti) "inda­gate su di noi". dove il "noi" è il politico-amministratore». Bian­chi, il vicesinda­co e vicecoordi­natore di Forza Italia, ha presen­tato denuncia ie­ri alle 13, il gior­no prima ne ave­va spiegato i mo­tivi: «Stanco di generiche accuse su mala gestione e presunte illegalità in Comune, leso nella mia dignità da un quotidiano loca­le, ho deciso di dire basta: inda­ghino, io sono onesto, se qual­cuno non lo è voglio saperlo, ne trarrò adeguate conseguenze».

Torniamo a Verrengia, lui è stupito, e come dargli torto, non è arrivata una riga di solidarietà e di condivisione né da sindaco e giunta né da nessuno di Forza Italia, dal «silenzio assordante da parte degli altri colleghi dell'onorevole Bianchi. Voglio proprio osservare ora se è davvero giunto il mo­mento della stagione della lega­lità, del ripristino dell'onestà e degli uomini trasparenti, che agiscono per il bene della collet­tività e non inseguono i propri personalismi. L'onorevole Bianchi è stato coraggioso, ma quello stesso coraggio devono averlo anche tutti gli altri suoi colleghi, perché se si vuole la legalità diffusa in una città di 120mila abitanti l'esempio non può certo venire sponta­neo dal basso, ma sempre deve essere calato dall'alto. Se il gel sto provocatorio di Vincenzo Bianchi dovesse cadere nel vuoto, nel senso che nessuno della classe dirigente della cit­tà-capoluogo (ma anche da parte di figure istituzionali più alte) dovesse seguire le sue orme, non so cosa potrebbero pensare i cittadini, che avrebbe­ro chiaro lo spessore dei protagonisti della vita amministrativa del Palazzo che li rappresen­ta. Noi, come sindacati, in que­sti giorni abbiamo deciso una dura linea di comportamento lo dimostra che dall'8 settem­bre abbiamo deciso di portare la "questione Latina" all'atten­zione regionale e nazionale».

Fonte: Il Messaggero [Monica Forlivesi]