Latina come il Mezzogiorno

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Sembrerebbe di trovarsi davanti alle tri­sti pagine che Fortunato e Villari ormai 150 anni fa scrivevano per relazionare sulla disastrosa situazione del mezzogiorno dopo l'unificazione e invece si scopre che si tratta, in realtà, del documento con­clusivo dell'attivo unitario dei delegati per l'industria e per il commercio di Cgil Cisl e Uil di Latina dello scorso 5 ottobre.

La relazione evidenzia come, contrariamente alla tendenza del resto del paese che sem­bra, dopo anni di stallo, avviato a una ti­mida ripresa, la nostra provincia si dimo­stri ancora oggi incapace di trovare le ri­sorse per risollevarsi da questa situazione generalizzata di crisi. Ancora recentemen­te, infatti, alcune crisi industriali hanno comportato la perdita di posti di lavoro in una situazione in cui l'assenza delle isti­tuzioni pubbliche e l'immobilismo dei soggetti privati rappresenta ormai una pras­si consolidata.
Il documento unitario re­datto dalle segreterie provinciali dei sin­dacati evidenzia che Latina presenta alcu­ne carenze tipiche delle province del mez­zogiorno: la scarsa dotazione infrastruttu­rale che costituisce un collo di bottiglia per lo spostamento delle merci su gomma e su rotaia, la mancanza di un piano organico per lo smaltimento dei rifiuti industriali, il sostanziale fallimento di strumenti di intervento territoriali come i contratti d'area. A ciò si aggiunge, in danno delle piccole imprese, il ritardo dell'attuazione di quei sistemi di rete o di distretto che garanti­scono proprio a queste ultimi di realizzare quelle economie di aggregazione e quei vantaggi di produttività che per questi ope­ratori economici risultano essere fondamentali.
Si sottolinea, infine, la mancan­za del coinvolgimento dei soggetti sociali, imprenditoriali e istituzionali in un progetto comune di rilancio dell'economia provinciale pontina. L'attivo Cgil Cisl e Uil ribadisce con forza la necessità della pro­grammazione di uno sviluppo locale coinvolgendo tutti i soggetti pubblici e privati con l'individuazione in un progetto co­mune di priorità ed obiettivi da perseguire.
I sindacati provinciali intendono perseguire ancora la strada del dialogo con le istituzioni locali, soprattutto provincia e regione, gestendo la vertenza latina sulla base di un documento programmatico per lo sviluppo della provincia in armonia con gli altri 4 capoluoghi laziali e in particolar modo con Frosinone.
Oltre alla strada del dialogo che i sindacati non intendono abbandonare si ritiene però necessaria anche una mobilitazione generale. Lo sciopero, che vuole espressamente richiamare l'attenzione sui problemi della provincia pontina, si svolgerà il 10 novembre prossimo e sarà una prima iniziativa di lotta a sostegno delle ragioni di una provincia che vive ormai una crisi non congiunturale, cioè dovuta alla generale situazione economica del paese, ma strutturale, cioè legata alle carenze specifiche del territorio che vanno assolutamente risolte.
Il presupposto che consentirà di superare questa crisi sta nella capacità del territorio di fare sistema affinchè si possa riavviare un ciclo virtuoso che garantisca un solido processo di sviluppo. Occorre quindi coordinare le iniziative su obiettivi con­divisi e stabilire le priorità per indirizza­re al meglio le scarse risorse disponibili.
La concertazione e il confronto fra parti sociali, datori di lavoro e istituzioni loca­li diventa un momento fondamentale per questo processo di rilancio dell'economia pontina.
I sindacati chiedono con forza l'istituzione dello sportello per le impre­se, una seria lotta al lavoro nero e una po­litica volta a valorizzare la rete stradale e ferroviaria della provincia. Occorre uno sforzo da parte di tutti i soggetti a vario titolo coinvolti per portare fuori dalla si­tuazione di crisi l'intera provincia ponti­na.

Fonte: La Provincia [Cristiana Cappabianca]