Il Kiwi Latina è pronto a conquistare il mercato Usa. Grazie alla collaborazione con dei buyers italoamericani, che credono nella qualità della produzione pontina e nell'attrattiva che il made in Italy esercita sul pubblico americano l'obiettivo che si sono dati i vertici del Consorzio Kiwi latina Igp e i vertici della Bellavita spa è aumentare l'esportazione del prodotto in cinque anni, passato dalle attuali 5/8 mila tonnellate fino ad arrivare a circa 120 mila tonnellate. Ama Non solo, i vertici della Bellavista sotto questo unico marchio vogliono esportare uva, olio e altri prodotti che siano riconoscibili come made in Italy di alta qualità: A presentare questo progetto ieri mattina, presso le sale dell'Hotel Europa sono arrivati direttamente dagli Usa diversi ospiti, fra cui il Presidente della Paganini Food Usa, Celso Paganini, che ha illustrato ai presenti le notevoli prospettive della vendita del kiwi nel mercato statunitense. Un kiwi che è migliore in qualità di quelli prodotti in Cile, Canada e Nuova Zelanda grazie al clima che lo rende più zuccherino.
Ad aprire la conferenza stampa ci ha pensato l'avvocato Enzo De Nicola, che ha parlato della necessità di creare una società unica che riunisca tutti i produttori pontini, una società necessaria a far si che tutti si sentano parte di questo percorso e capiscano nel dettaglio l'opportunità che si sta aprendo al territorio pontino.
«In questo percorso – ha poi aggiunto – non dimentichiamo di essere stati in passato terra di conquista, una società che ci vede uniti è il mezzo per evitare di ripetere gli errori del passato». Poi ha preso la parola Ottavio Cacioppo che nel 1971 fu il primo a portare a Latina la coltivazione di questo frutto originario della Cina.
Cacioppo ha intrattenuto i presenti con una lunghissima ricostruzione della storia del frutto e del percorso che lo ha portato fino a Latina, compreso il recente riconoscimento del marchio Igp. L'Italia è il secondo produttore al mondo di kiwi, al primo posto c'è la Cina che tuttavia non è concorrenziale, visto che, per non aver rispettato i protocolli sulla sicurezza nelle produzioni, per i prossimi sei anni non potrà esportare i suoi frutti sul mercato statunitense.
«E' una grande opportunità» – ha concluso il Presidente del Consorzio Gianni Cosmi.