Ecco la sagra dell’uva fragola

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Una degustazione dal titolo "Il vino: una storia, un'arte". Una degustazione guidata da Pippo Milone, agronomo e titolare, insieme alla moglie Laura, della cantina Ganci di Latina. E' questa la novità della sagra dell'uva fragola di Roccagorga, in programma oggi a partire dalle 9. Milone non presenterà le sue pregiate etichette (Trebbiano Circeo doc, Circeo Rosso doc, Colle Morello e Colle Parito), che comunque verranno esposte in uno dei tanti stand, ma accompagnerà i partecipanti allo scoperta dei vini locali. Vini tutti prodotti dai vignaioli, del posto per il consumo domestico e quasi tutti ottenuti con uve Ottonese, un vitigno da sempre coltivato a Roccagorga. Certo, non man­cherà qualche fragolino, ma saranno questi bianchi a farla da padrone e ad accompagna-re i piatti e i prodotti tipici che verranno distribuiti, insieme all'uva fragola, durante la gior­nata. Ricca di flavonoidi, noti per la loro azione antiossidan­te, l'uva fragola viene utilizzata anche in cucina: nella prepara­zione, per esempio, di una gustosa torta. Ecco la ricetta: si prepara una crema con quattro tuorli d'uovo, quattro cucchiai di zucchero, mezzo litro di latte, la scorsa di un limone e due cucchiai di farina. Si mette, poi, sul fuoco per una ventina di minuti e una volta addensata, si lascia raffreddarla. Infine, si stende sulla pasta frolla e si copre con i chicchi d'uva frago­la e l'uva pasticcera. Sorta nel 1984, questa sagra si tiene inin­terrottamente la prima domenica di ottobre. E' organizzata dalla Pro-Loco e dalle locali associazioni culturali e, come nella prima edizione, la matti­na viene riservata ad una serie di iniziative culturali. Il pomeriggio viene allietato da gruppi folcloristici, mentre la sera la festa si chiude con un spettacolo musicale. Da sempre a Roccagorga i vignaioli locali producono il vino fragolino. E continuano a farlo malgrado la vinificazione di questa uva sia vietata. E' vietata perché il suo vitigno pare sia un ibrido: non appartiene, infatti, alla Vitis vinifera. Una volta le donne del paese si recavano a venderla, con grandi cesti sulla testa, a Priverno, Sezze, Bassiano, Maenza, Sermoneta e Norma. Era un'attività redditizia, con il cui ricavato si arrotondavano i miseri salari di quei tempi. Anzi, nelle annate con un ricco raccolto, i guadagni venivano destinati all'acquisto del corre­do delle giovani spose. C'è stato, inoltre, chi "c'ha campato e s'è fatta la casa" con il com­mercio di quest'uva o dell'uva Ottonese, Ma mentre la vendita di quest'ultima uva ancora resiste, quella dell'uva fragola, invece, è sparita. O meglio, le donne non la portano più nei paesi vicini e nei negozi di frut­ta e verdura non ha mai trova­to un posto fra gli scaffali. L'unico modo, quindi, per comprarla è quello di recarsi oggi a Roccagorga ed acqui­starla negli stand. Oppure è possibile farlo rivolgendosi ai produttori: Massimo Ciotti (Contrada Ponte Boccetta, 9 – tel. 0773 960021), Amerigo Nardacci (via XXIII Maggio 99 – tel. 0773 959539), Erasmo Romanzi (via Borgo Madonna – tel. 0773 958020) e Lorenzo Cipriani (via della Fornace – tel. 0773 959539).

Fonte: Il Territorio [Roberto Campagna]