Dati Excelsior.-I principali risultati relativi al mercato del lavoro nel 2016 in provincia di Latina

1 Stella2 Stelle3 Stelle4 Stelle5 Stelle (Nessun voto)
Loading...

ExcelsiorSecondo gli esiti dell’indagine annuale Excelsior, il sistema informativo per l’occupazione e la formazione di Unioncamere-Ministero del Lavoro, nel corso di quest’anno in provincia di Latina aumenta il numero di imprese con dipendenti che ha già provveduto o intende procedere con nuove assunzioni: sono quasi 8.500 le realtà aziendali con organici in espansione, il 19% delle oltre 45mila imprese della provincia con almeno 1 dipendente (erano il 15% nel 2015). Tale previsione di maggiore espansione degli organici è dovuta alla maggiore quota di imprese dell’industria che ha manifestato l’intenzione di procedere con nuove assunzioni rispetto a quanto rilevato l’anno precedente.
La propensione ad assumere è notevolmente superiore per le imprese usuali esportatrici e per le imprese innovatrici (rispettivamente 37% e 36%).
“Questo conferma” – ha commentato il Commissario straordinario della Camera di Commercio di Latina Mauro Zappia – “che l’internazionalizzazione, la digitalizzazione e l’open innovation sono fattori propulsivi dell’economia, con effetti diretti anche sul mercato del lavoro. In generale mi sembra che si possa parlare di un trend positivo, che vede una crescita di imprese che intendano procedere con nuove assunzioni, seppur in un quadro ancora difficile, soprattutto per quanto riguarda l’occupazione giovanile”.
Il quadro complessivo dei programmi occupazionali delle imprese mostra un leggero aumento delle entrate (+1%) sui dodici mesi precedenti, per una maggiore incidenza dei contratti “Atipici”, come illustrato nel grafico sottostante:

graf. 1- Entrate previste in provincia per modalità contrattuale nell’ultimo triennio (⇓)

In termini di occupazione dipendente, prevista in ingresso per 5.670 unità con riferimento a tutte le tipologie contrattuali ad esclusione dei contratti di somministrazione, il tasso di assunzione[1] provinciale si conferma al 6,8%, come per il 2015, sebbene le assunzioni di lavoratori dipendenti risultino in flessione (-3% rispetto alle previsioni riferite all’annualità precedente). Al riguardo le dinamiche settoriali sono piuttosto diversificate mutando, peraltro, considerevolmente l’articolazione settoriale dei nuovi ingressi previsti per quest’anno: il commercio, in flessione nell’ultimo triennio, perde quota (11,5% le assunzioni di personale dipendente, a fronte del 16,5% nel 2013) a favore degli Altri servizi (dal 21% nel 2013, giungono a quota 29% nel 2016). Nello specifico a trainare tale aggregato è l’exploit dell’ultimo biennio dei Servizi alla persona, in linea con i trend di demografia imprenditoriale.

graf. 2 – Assunzioni di personale dipendente in provincia di Latina per macro-settori. Serie storica Anni 2013-2016 (⇓)

graf.3 – Var. percentuale della assunzioni di personale dipendente in provincia di Latina per macro-settori Anni 2014-2016 (⇓)

La geografia delle dinamiche della domanda di lavoro in Italia è illustrata nel grafico seguente:

graf.4 – Variazione percentuale delle assunzioni 2016/2015 per provincia (⇓)

Il focus sulle giovani generazioni mostra, almeno in termini di intenzioni manifestate a priori dalle aziende locali, la maggiore quota destinata agli under30 nel 2016 rispetto all’anno precedente, risultando pari ad 1/3 delle entrate di personale dipendente previste, con un maggiore appeal nei settori dei servizi.

graf. 5 – Quota percentuale percentuale di assunzioni under30 in provincia di Latina. Anni 2015 e 2016 (⇓)

Di seguito la mappa a livello nazionale, che illustra coma la provincia di Latina si collochi in termini di domanda di occupazione giovanile nella fascia più elevata, laddove gli estremi dell’intervallo variano da un minimo del 16%, ad un massimo del 42% dei nuovi ingressi.

graf. 6 – Quota percentuale di assunzioni under30 per provincia (⇓)

La ripartizione delle assunzioni per titolo di studio, in linea con quanto avviene su scala nazionale, mostra l’innalzamento del livello di istruzione richiesto dalle imprese. L’evoluzione è significativa rispetto al periodo ante crisi, considerato che si modifica significativamente la struttura della domanda di occupazione a favore dei livelli di istruzione più elevati: crescono di circa 10 punti percentuali la quota dei diplomati e di 7 punti percentuali quella relativa alle qualifiche professionali, a discapito della richiesta di figure senza alcuna formazione specifica, come illustrato nel grafico seguente:

graf.7 – Assunzioni previste dalle imprese secondo il livello di istruzione in provincia di Latina. Anni 2008 e 2016 (⇓)

Di seguito la mappa geografica riferita alla percentuale di imprese che assumono laureati e diplomati a livello provinciale:

graf.8 – Quota percentuale di assunzioni previste dalle imprese di laureati e diplomati per provincia. Anno 2016 (⇓)

Focalizzando l’analisi in relazione alla domanda di competenze “trasversali”, in quanto distinte da quelle specifiche di tipo tecnico e che afferiscono maggiormente al profilo individuale in termini di capacità innate o acquisite, queste sono ritenute dalle aziende molto importanti per lo svolgimento dell’attività cui il candidato sarà destinato.
Al riguardo, il discrimine tra gruppi professionali è il passaggio da valutazioni di pari importanza, che in percentuale diminuiscono con il decrescere del livello della professione, verso indicazioni più polarizzate su alcune di esse. Ciò spiega perché il differenziale delle preferenze espresse cresce per le qualifiche inferiori, come illustrato nell’ultima colonna della tabella seguente:

tab.1 – Competenze trasversali richieste dalle imprese per gruppo professionale e livello di istruzione segnalato. Anno 2016 (⇓)

Diversamente, per quanto attiene alla variabilità interna, ossia riferita alle singole competenze, la capacità di lavorare in autonomia e la flessibilità e l’adattamento sono le due competenze con i differenziali più contenuti, ad indicare una rilevanza condivisa dalle imprese in sede di valutazione delle candidature.
Di seguito si riporta il quadro relativo agli indirizzi di studio più richiesti, con l’indicazione di quelli ritenuti di più difficile reperimento da parte delle imprese locali:

tab.2 – Indirizzi di studio più richiesti e quelli più difficili da trovare. Anno 2016 (⇓)