LATINA — Millecinquecento. Poco più o poco meno. E' il numero ufficiale della protesta di piazza che ieri ha rappresentato, a Latina e per iniziativa di Cgil Cisl e Uil, la rabbia e le preoccupazioni di quanti lavorano (o lavoravano) nei comparti chimico, metalmeccanico e del commercio. Altissima, nei singoli presìdi industriali, l'adesione alla giornata di sciopero: una media dell'80%, in tutti i siti della provincia, con punte anche del 100%.
Spiccavano, in corteo, i «segni» (striscioni e/o slogan) delle aziende più toccate dalla crisi: dalla Recordati alla Selex, da Circeo Filati a Nuova Mistral, da Nuova Dublo ad Ilme, da Whyte Leaders a Tacconi, a Bristol. Ad aprire il corteo, i segretari provinciali di D'Incertopadre, Verrengia e Garullo. Presente ufficialmente anche la Provincia, rappresentata dall'ass. Tiero, quasi a voler rendere «tangibile» un'alleanza mai come in questo momento importante, alla vigilia della attesa visita di Marrazzo a Latina. In piazza, poi, gli interventi di Ranaldi e Schiavella (regionali di Uil e Cgil) e del segretario pontino della Cisl Pasquale Verrengia che ha sostanzialmente delineato la piattaforma sulla quale il Governatore del Lazio sarà chiamato a confrontarsi il 18 novembre prossimo. Intanto i Distretti: nautico, turistico, aeronautico, rurale, culturale, chimico-farmaceutico, agroalimentare (presupposto, per il leader provinciale della Cisl, anche per il rilancio dell'area meridionale del territorio dove con la chiusura del cravattificio Pompei l'industria è pratica-mente sparita). E poi i poli d'eccellenza, scolastici ed universitari, per legare la formazione, il ciclo di studi, alle vocazioni del territorio. Quattro le direttrici d'intervento individuate dal sindacato: il mantenimento industriale, nell'area nord della provincia più colpita dalla crisi; la valorizzazione delle peculiarità agricole, artigianali ed enogastronomiche dell'area centrale e dei Monti Lepini; il rilancio della vocazione turistica, culturale e portuale dell'area sud; l'efficienza della Pubblica Amministrazione, anche in termini di sburocratizzazione delle procedure. Grande attenzione è stata sollecitata sul fronte delle infrastrutture, con particolare attenzione ad una «viabilità finalmente sicura», allo sviluppo del sistema portuale, al potenziamento della ferrovia, ai collegamenti aerei. «Siamo stanchi di essere la Cenerentola del Lazio» – ha tuonato Verrengia, rivendicando il diritto del tessuto imprenditoriale pontino ad essere tirato fuori da un isolamento che si traduce in maggior costi e quindi minore competitività sui mercati nazionali ed internazionali. Nel pacchetto rivendicativo anche la maggiore attenzione al mercato ortofrutticolo di Fondi e l'impegno verso il mercato dei fiori di Aprilia e l'expo nell'ex Rossi Sud. Infine la riaffermazione del ruolo nuovo che il sindacato ha assunto ed intende consolidare nel complesso sistema delle relazioni sociali come motore di un modello di partecipazione che dovrà conoscere, in occasione del varo del «Progetto Latina» promesso da Marrazzo, la sua punta più alta. Sarà necessario un impegno a tutto campo, ha detto Verrengia auspicando un «canale permanente di relazioni per concertare e condividere» su scelte strategiche in tema di mobilità e trasporti, risorse idriche ed energia, scuola e formazione universitaria, rifiuti e tariffe, politica abitativa e socio-assistenziale. Una storia tutta da riscrivere, dunque, dopo i capitoli bui degli ultimi anni ed il recentissimo caso Tetrapak/ Bsp più volte citato come esempio di «intelligenza concertativa» così come il recente protocollo siglato da Cgil, Cisl e Uil con l'azienda sanitaria per favorire la partecipazione delle parti sociali alla elaborazione di scelte che coinvolgono la salute dei cittadini. Il discorso si sposta ora ai livelli istituzionali: dalla Provincia alla Regione. Sperando si riesca ad andare oltre i protocolli. Che non bastano a ridare fiducia al sistema, a restituire il lavoro a chi non ce l'ha, ad assicurare il futuro a migliaia di famiglie travolte dalla crisi.
Fonte: Il Tempo [Rita Calicchia]