LATINA — Vertice dai toni accesi e dai risvolti drammatici per cento lavoratori, fra permanenti e temporanei, della Bristol di Sermoneta scalo.
L'azienda ha sostanzialmente confermato l'esubero, ieri sera, motivandolo con un trend negativo ormai costante ed inesorabile (in tutta Italia) ma anche – ed è l'aspetto che ha scatenato le contestazioni sindacali – con una scelta globale di strategia aziendale del gruppo (una sorta di riallineamento delle risorse) che non prevede investimenti su Latina. Lo stabilimento di Latina (un autentico colosso che impiega quasi mille lavoratori, fra fissi ed indotto) produce penicillina: insieme alla consorella, il sito di Anagni, riesce a realizzare 1500 tonnellate di medicinali dirette in ben 89 paesi del mondo. Il problema del colosso sta tutto nella prospettiva, chiaramente indicata dal piano industriale discusso in Assindustria: le 10 aree terapeutiche non prevedono la produzione di penicillina. Nessun investimento dunque è previsto. Anzi, il budget 2007, conferma D'Arcangeli della Cgil, è in chiara flessione. La crisi, del resto, è nei numeri annunciati: 100 esuberi. Un dato che preoccupa, commenta il segretario provinciale della Filcea, e che non può vederci inerti. La crisi della Bristol è del resto annunciata. Già nei mesi scorso i lavoratori avevano dichiarato lo stato d'agitazione per l'ipotesi di trasferimenti da da Sermoneta ad Anagni di una parte della maestranze, ventilata dalla stessa proprietà. Poi la notizia della possibile mobilità per 100 unità. E, di «contorno», i segnali inequivocabili di una crisi … annunciata: fra questi, la riduzione dei servizi di trasporto un tempo garantiti dall'azienda ai lavoratori. Una crisi «pesante», una crepa che preoccupa in un settore un tempo asse portante dell'economia pontina: quel chimico-farmaceutico che vanta le ultime grandi industrie, i marchi multinazionali che costituiscono l'ossatura del sistema industriale della provincia di Latina e lo mantengono ancora in vita. Bristol Myers Squibb è sicuramente uno dei più illustri marchi internazionali presenti sul nostro territorio. Basti pensare che lo stabilimento pontino è considerato un autentico pilastro del polo italiano di Bristol, a sua volta considerato uno dei più importanti al mondo del colosso americano. Con quello di Anagni, lo stabilimento di Sermoneta rappresenta una realta' produttiva di riferimento per tutti i Paesi nei quali Bristol è presente con un volume di 130 milioni di confezioni prodotte all'anno. Sul sito-madre del gruppo, si legge che le due unità produttive costituiscono un sistema di produzione caratterizzato da un altissimo livello di automazione che consente di tutelare sia la salute degli operatori che la qualità del risultato. Basti pensare che oltre 1500 le tonnellate di bulk di penicilline e cefalosporine semisintetiche sono prodotte in Italia ed esportate in 89 Paesi. Insomma una realtà favvero importante (anche per numero di unità impiegate), che negli anni ha sempre rappresentato una sorta di ambita mèta per tanti giovani alla ricerca della prima occupazione e/o per diosoccupati in cerca del posto. Bristol per decenni è stata espressione equivalente al classico «posto di lavoro sicuro»: nulla, fino a qualche anno fa, avrebbe lasciato presagire una crisi così pesante, che del resto non sta risparmiando altri marchi prestigiosi del comparto come Wyeth, Recordati, Pfizer.
Fonte: Il Tempo [Rita Calicchia]