Carciofo Romanesco del Lazio IGP

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CarciofoIl Carciofo Romanesco del Lazio IGP è l’ortaggio fresco ottenuto dall’inflorescenza (o capolino) della pianta della specie Cynara scolymus, che viene raccolta immatura. E’ ottenuto dalle cultivar Castellamare, Campagnano e relativi cloni.

Metodo di produzione
Il terreno deve essere sottoposto ad un’accurata preparazione, che prevede l’interramento di concimi e un livellamento della superficie. Per la costituzione di nuove carciofaie possono essere utilizzate piantine cin pane di terra oppure “carducci” (germogli che si formano dalle radici), che sono messi a dimora da agosto ad ottobre. La carciofaia è mantenuta in coltivazione per non più di quattro anni, con un avvicendamento triennale della coltura. La raccolta si effettua a mano, tagliando obliquamente i gambia circa 15-18 cm dal terreno. Inizia a gennaio e può protrarsi fino  amaggio. Tuttavia, il periodo ottimale è quello compreso tra inzio marzo e fine aprile. Raccogliendoil carciofo nel momento giusto, si impedisce la formazione di un’eccessiva peluria interna all’inflorescenza.

Aspetto e sapore
Il Carciofo Romanesco del Lazio IGP si presenta di grandi dimensioni, con capolini quasi tondi, di colore dal verde al violetto. Il capolino centrale, chiamato “cimarolo” o “mammola” è caratterizzato da una forma sferica, compatta, con un diametro superiore a 10 cm ed è privo di spine. Rispetto ai capolini laterali risulta più ricercato, perché molto tenero.

Storia
Il Carciofo Romanesco del Lazio IGP ha una lunga tradizione. Questo ortaggio è infatti presente da tempo immemorabile nella cultura gastronomica e rurale delle popolazioni del centro Italia. Tuttavia, solo dopo la seconda guerra mondiale il carciofo cominciò a diffondersi con sorprendente rapidità. Per le sue eccellenti proprietà organolettiche e la grande versatilità in cucina, oggi è un ortaggio molto diffuso nelle regioni centro-meridionali della Penisola, ma è nel Lazio che si sono sviluppate le cultivar più pregiate.

Gastronomia
Il Carciofo Romanesco del Lazio IGP dovrebbe essere consumato subito dopo l’acquisto: è tuttavia possibile conservarlo in frigo per alcuni giorni. Se è molto giovane e tenero si può mangiare crudo, tagliato a fettine, condito con sale, olio, limone e menta, magari in abbianmento a scaglie di Parmigiano Reggiano DOP. Molto versatile, in cucina si presta per la preparazione di svariate ricette, soprattutto in quanto, data la morbidezza che lo contraddistingue, cuoce in soli 15 minuti circa. Il Carciofo Romanesco del Lazio IGP è molto conosciuto nella tradizionale ricetta “alla romana” farcito con aglio, prezzemolo, mentuccia e cotto a lungo in acqua e vino bianco. Se è fritto è noto come “carciofo alla Giudia”.

Commercializzazione
Il prodotto è immesso in commercio da metà febbraio a maggio nella tipologia Carciofo Romanesco del Lazio IGP, nella varietà Castellamare e Campagnano. E’ commercializzato in in confezioni sigillate ricoperete con rete di plastica oppure in mazzi avvolti con una fascia.

Nota distintiva
Il Carciofo Romanesco del Lazio IGP ha trovato nei terreni della regione Lazio le caratteristiche ottimali che gli hanno permesso uno splendido adattamento.

Zona di produzione
La zona di produzione del Carciofo Romanesco del Lazio IGP ricade in alcuni comuni del viterbese, della provincia di Roma e di Sezze, Priverno, Sermoneta, Pontinia in provincia di Latina, nella regione Lazio.

Riferimenti
Carciofo Romanesco IGPConsorzio Tutela Carciofo Romanesco
Via Carlo Cavalieri 1/A – 00052 Ladispoli
www.carcioforomanesco.it
info@carcioformanesco.it