3.778 imprese in più nel 2017 (+1,18%) al di sopra della crescita media nazionale

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OsserfareL’Osservatorio Economico della Camera di Commercio di Latina – Osserfare, come di consueto, rende pubblici i dati Movimprese relativi all’anno appena concluso sulla base dei dati messi a disposizione da Unioncamere ed Infocamere.

DATI NAZIONALI

L’anno 2017 si chiude in maniera positiva per quanto riguarda l’andamento demografico delle imprese italiane, per un avanzo di +45.710 mila unità; tale saldo è l’esito della differenza tra le 356.875 iscrizioni e le 311.165 cessazioni (non d’ufficio) registrate durante l’anno. In termini relativi, il tasso di natalità si è attestato al 5,88%, confermandosi pressoché in linea con i valori precedenti (6,00% nel 2016), mentre la mortalità scesa al 5,12% (a fronte del 5,32% riferito ai dodici  mesi precedenti) ha mostrato minore mordente, proseguendo la lenta progressione avviatasi dal 2014. Dunque si assiste ad un “assestamento numerico” dell’universo imprenditoriale, che nell’ultimo triennio mostra una sorta di “mantenimento”, come illustrato nel grafico seguente:

Graf. 1 – Andamento del saldo totale Imprese Italia (⇓)

Di seguito si riporta la tabella riepilogativa dei tassi annuali rilevati su base nazionale a partire dal 2008:

Tab. 1 – Serie storica delle iscrizioni, delle cessazioni e dei relativi tassi per anno (⇓)

Tab. 2 – Nati-mortalità delle imprese registrate per regioni – Anno 2017 (⇓)

Il riferimento al Sud trova conferma nel fatto che, in termini di crescita su base annua, il  mezzogiorno registra i valori più elevati (+1,35%, a fronte del +1,15% dell’anno precedente); ai primi posti per tasso di crescita demografica annuale troviamo la Sicilia ed il Lazio (+1,65%), seguite dalla Campania (+1,64%) e dalla Sardegna (+1,25%), come illustrato nella tabella precedente.
In termini di disaggregazione settoriale, Turismo e Servizi alle imprese evidenziano i valori positivi più elevati in termini assoluti di saldo imprenditoriale, come illustrato nella tabella seguente:

Tab. 3 – Imprese registrate per i principali settori di attività economica – Anno 2017 (⇓)

Passando al comparto dell’Artigianato, alla fine dell’anno 2017, le imprese iscritte nell’apposito Albo presso le Camere di Commercio italiane ammontano a 1.327.180; tale segmento mostra un bilancio in rosso di -11.429 unità, determinatosi dalla differenza tra le 80.836 iscrizioni e le 92.265 cessazioni (non d’ufficio). Un saldo, dunque, che si mantiene negativo, ma che si conferma in deciso contenimento nell’ultimo quadriennio e che si traduce in un tasso di decrescita comunque in netto miglioramento (-0,85%, a fronte del -1,16% riferito ai dodici mesi precedenti), realizzatosi in ragione della riduzione del numero di cessazioni avvenuta in misura di gran lunga più significativa rispetto alla contestuale contrazione delle iscrizioni.
Di seguito si riporta la tabella riepilogativa dei saldi annuali e relativi tassi a far a data dal 2008:

Tab. 4 – Serie storica delle iscrizioni, delle cessazioni e dei relativi tassi per anno- Artigianato (⇓)

La rappresentazione grafica della serie storica dei saldi registrati dal comparto a partire dal 2008 di seguito riportata mostra con evidenza l’inversione del trend dell’ultimo quadriennio, sebbene il il saldo dell’artigianato,come già sottolineato, si mantenga in area negativa:

Graf. 2 – Andamento del saldo totale Imprese Artigiane in Italia. Serie storica annuale (⇓)

 

LA REGIONE LAZIO

Come accennato nella parte introduttiva, la regione Lazio ha registrato nel 2017 il miglior valore di crescita demografica su base nazionale (+1,65%), sebbene risulti in rallentamento rispetto ai dodici mesi precedenti (+1,77%). Tale performance è frutto di dinamiche contrastanti, in quanto è alimentata dalle realtà territoriali che in serie storica sono risultate meno vivaci, come il viterbese ed il reatino, che mostrano un deciso rimbalzo, che fa da “mediazione” alla più evidente minore crescita romana (+1,79%, a fronte del +2,08% del 2016), come illustrato nella tabella seguente:

Tab. 5 – Movimento Totale delle imprese anno 2017 presso il Registro Imprese camerale (⇓)

Peraltro, si evidenzia che Rieti (+1,97%) si pone al quarto posto tra tutte le province italiane per tasso di crescita nel 2017, dopo Messina, Nuoro e Catania e alla pari con Agrigento. Diversamente, l’area sud del Lazio mostra un rallentamento rispetto alla significativa accelerazione dei dodici mesi precedenti, che comunque vede Latina e Frosinone collocarsi su valori di crescita annua nettamente al di sopra della media nazionale.
Nel grafico seguente è riportato l’andamento dei tassi di crescita su base trimestrale per l’Italia, il Lazio e Latina, dal quale emerge come la nostra provincia, rispetto ad un’apertura d’anno più brillante della media italiana, nel corso dei trimestri successivi si collochi su dinamiche più prossime al dato riferito all’intero territorio nazionale. La regione Lazio continua invece a mantenersi costantemente al di sopra del valore nazionale, sebbene il differenziale risulti più contenuto rispetto al passato:

Graf. 3 – Andamento del Tasso di crescita Latina, Lazio e Italia (⇓)

 

LA PROVINCIA DI LATINA

L’universo imprenditoriale della provincia chiude a fine anno con 57.911 unità registrate delle quali 47.271 attive, pari all’81,3%. Complessivamente ammontano a 3.778 le iscrizioni (a fronte delle 3.958 dei dodici mesi precedenti), per un tasso di natalità in leggera flessione al 6,53% (rispetto al 6,86% del 2016); altrettanto avviene in termini di cessazioni, attestatesi a 3.097 unità in meno, per un tasso di mortalità in lieve calo al 5,35% (5,54% il precedente, pari a 3.197 cancellazioni nel 2016).
Si chiude dunque un’annualità in cui si registra un turnover imprenditoriale più contenuto rispetto all’analogo periodo dello scorso anno, che genera un tasso di crescita che si ferma al +1,18%, a fronte del +1,32% tra gennaio e dicembre 2016.

 

L’ANDAMENTO DEMOGRAFICO PER SETTORE ECONOMICO

Il quadro riassuntivo relativo alla provincia di Latina per 2017, disaggregato per settori economici, viene evidenziato nella tabella successiva, elaborata sulla base del criterio di classificazione delle attività imprenditoriali ATECO 2007:

Tab. 6 – Movimento delle imprese presso il Registro camerale per ramo di attività (⇓)

Per quanto attiene i settori più “tradizionali”, si evidenzia in primis, la contrazione dell’Agricoltura (-77 unità), in ragione delle dinamiche negative delle Coltivazioni di cereali, delle Colture permanenti e dell’Allevamento. Lindustria e le costruzioni si mantengono, diversamente, su un sentiero positivo, sebbene la manifattura mostri dinamiche più modeste (+4,45% la variazione, rispetto al +6,45% precedente), che in ogni caso conferma la crescita più sostenuta dell’ultimo biennio. Il bilancio risulta attivo per la gran parte dei segmenti, con un’accentuazione maggiore per la fabbricazione di prodotti in metallo, l’alimentare e le confezioni.
Le attività commerciali mostrano una leggera accelerazione, in ragione del maggior vigore dei segmenti dell’ingrosso e della più contenuta contrazione del commercio al dettaglio; in decisa accelerazione i trasporti che mostrano un rimbalzo significativo delle attività di magazzinaggio.
I servizi di alloggio e ristorazione replicano grossomodo le dinamiche dello scorso anno; al riguardo, contribuiscono a tali esiti il segmento della ristorazione seppur ad un passo più “circostanziato”, i bar ed esercizi simili senza cucina (pub, birrerie, enoteche…), nonché la new entry degli affittacamere che raddoppiano la crescita rispetto ai dodici mesi precedenti (+14 unità, rispetto alle 7 del 2016).
Le Attività artistiche, sportive di intrattenimento e divertimento, in decisa accelerazione rispetto ai dodici mesi precedenti, sono trainate dalla maggiore vivacità delle attività legate al fitness (palestre e centri sportivi) e dalle consuete sale giochi.
Altrettanto vigorosa l’accelerazione delle Altre attività di servizi, che mostrano il ritorno su dinamiche più accentuate del segmento dei Parrucchieri ed estetisti.
Infine, nel corso dell’ultimo anno crescono le aperture di procedure fallimentari (119, con un incremento del +13,3% rispetto all’anno precedente ), in controtendenza rispetto al dato riscontrato su base nazionale dove, invece, le procedure fallimentari nell’anno 2017 risultano in contrazione del -11,7%.


LE FORME GIURIDICHE

In relazione alle forme giuridiche attraverso cui le imprese in provincia di Latina operano, si conferma la lenta progressione positiva delle società di capitale, che alla fine dell’anno risultano essere 18.405 (pari al 31,78% delle imprese registrate), per un tasso di crescita demografica annuale del +4,71% (pari a 835 unità in più), pressoché in linea con quanto riscontrato nel 2016 (+4,85%). In diminuzione, invece, le società di persone che rappresentano l’11,97% del totale (6.934 in valore assoluto); diversamente, tornano in area negativa le ditte individuali, per una contrazione di 148 unità.
Di seguito la tabella riepilogativa alla fine dell’anno 2017:

Tab. 7 – Movimento delle imprese presso il Registro camerale per forma giuridica anno 2017 (⇓)

Per ciò che concerne i settori, il maggior numero di Società di capitali si registra nel Commercio, con 4.428 unità, seguito dalle Costruzioni e dalla Manifattura (rispettivamente con 3.161 e 2.143 realtà). Per quanto riguarda le Società di persone, tale forma giuridica prevale, anche in questo caso, nel Commercio (2.020 imprese), al secondo posto le Attività di Alloggio e ristorazione (1.239 sedi). Infine, le imprese individuali sono la formula con il maggiore appeal nell’Agricoltura (8.740 unità).

 

L’ARTIGIANATO

A fine anno le imprese artigiane presenti in provincia di Latina ammontano a 8.988, pari al 15,5% del totale imprese operanti nella provincia. Il saldo tra iscrizioni (580 unità) e cessazioni non d’ufficio (650 aziende) mostra la sottrazione di ulteriori 70 unità, per una decrescita che si attesta al -0,77%, in deciso recupero rispetto alla flessione registrata nei dodici mesi precedenti (-1,63% il tasso, -150 unità in termini assoluti).
Il grafico riportato di seguito mostra il confronto tra i tassi di crescita rilevati trimestralmente per l’artigianato e quelli relativi alla componente imprenditoriale locale non artigiana (escludendo l’agricoltura in considerazione della scarsa significatività di tale comparto per il segmento artigiano):

Graf. 4 – Andamento del Tasso di crescita delle imprese artigiane e non in provincia di Latina (⇓)

Al riguardo, fatta eccezione per il consueto picco negativo che si replica ad inizio anno con maggiore evidenza per il segmento artigiano, in relazione all’attività amministrativa degli uffici camerali di istruttoria delle cessazioni presentate entro il 31 dicembre precedente, il 2017 si distingue in serie storica, in quanto in corso d’anno il differenziale dei tassi di crescita di tale segmento e dell’universo non artigiano risulta significativamente più contenuto. Tale esito è la risultante del deciso miglioramento delle dinamiche di demografia imprenditoriale delle realtà artigiane, atteso che il loro “complemento” (universo delle imprese non agricole e non artigiane) replica andamenti pressoché simili all’anno precedente. Al riguardo, si sottolinea l’importante bilancio positivo emerso per la prima volta alla fine del 2017, considerato che la serie storica del segmento artigiano mostra dinamiche “per consuetudine” in sottrazione nel IV trimestre, a chiusura di attività protratte non oltre la fine dell’anno.
Come già evidenziato nei report precedenti, il fattore dirimente del 2017 rispetto agli anni passati è il più contenuto numero di cessazioni di aziende del mondo artigiano.
Dalla disaggregazione settoriale emerge come il comparto edile e i trasporti dimezzino le “perdite” rispetto ai dodici mesi precedenti (rispettivamente -0,76% e -2,55% la variazione annuale dello stock, a fronte del -1,40% e del -4,85% del 2016). Diversamente, le dinamiche della manifattura mostrano un recupero più lento: 40 le unità in meno, per una flessione del -2,12%, comunque in leggero contenimento rispetto ai dodici mesi precedenti (-2,43% la variazione percentuale); al riguardo, pesa il contributo negativo delle imprese operanti nellindustria del legno e nella trasformazione alimentare.
Le Altre attività dei servizi, in prevalenza parrucchieri ed estetiste, mostrano un continuità del trend in corso d’anno, tale da registrare un deciso rimbalzo sui dodici mesi precedenti: +2,29% la variazione dello stock, a fronte del +0,12% dell’annualità precedente; positivo anche il contributo in tale segmento delle attività dei tatuaggi e piercing, legate anch’esse al mondo della bellezza.
Unico segmento in peggioramento tendenziale sono le attività commerciali, in rosso per 16 unità, da attribuire esclusivamente alle officine meccaniche.
Di seguito la tabella riepilogativa per il comparto artigiano disaggregato per settore di attività e le relative dinamiche imprenditoriali:

Tab. 8 – Movimento annuale delle imprese artigiane presso il Registro camerale per ramo di attività (⇓)

In relazione alle forme giuridiche attraverso le quali gli artigiani operano, le ditte individuali (7.199 unità) sono le più numerose, rappresentando circa l’80% dell’universo delle piccole imprese, per un saldo annuale in valore assoluto di 50 imprese in meno. Seguono le società di persone (1.170, pari ad una quota del 13%) ed infine le società di capitali, queste ultime in costante crescita, con un saldo annuale positivo nel 2017 di +20 unità (+3,50% in termini relativi).
Di seguito la tabella riassuntiva delle imprese artigiane per forma giuridica:

Tab. 9 – Imprese artigiane per forme giuridiche (⇓) 

 

LE IMPRESE STRANIERE

Dall’esame della componente straniera alla fine del 2017, a tutti i livelli territoriali si confermano valori di crescita superiori a quelli rilevati per le imprese italiane; tuttavia, come già sottolineato, la serie storica mostra dinamiche in contenimento, come illustrato nel grafico seguente riferito alla provincia di Latina:

Graf. 5 – Andamento del tasso di crescita dell’imprenditoria straniera e italiana. provincia LT (⇓)

Il bilancio annuale ammonta a 172 unità in più che si vanno ad aggiungere alle complessive 4.312 imprese non indigene; il trend risulta in contenimento rispetto all’analogo periodo 2016 (+209 imprese), per un tasso di crescita del +4,13% (a fronte del +5,25% dei dodici mesi precedenti).
La componente straniera del tessuto imprenditoriale corrisponde ad una quota del 7,43%, in lenta ma costante crescita e si mantiene al di sotto del dato nazionale (9,62%) e regionale (11,82%).
In termini di aree di provenienza, la spinta della componente extracomunitaria tende ad essere meno incisiva, atteso che il saldo positivo di +111 unità ha determinato un tasso di crescita demografico del +3,83%, significamene più contenuto rispetto al biennio precedente. Risultano diversamente in accelerazione le dinamiche della componente comunitaria, che vede aggiungersi ulteriori +61 imprese, per una crescita annuale relativa del +4,84%, in decisa accelerazione rispetto ai dodici mesi precedenti (+2,59%).
Di seguito, la tabella riepilogativa degli andamenti demografici annuali suddivisi per nazionalità in provincia di Latina:

Tab. 10 – Movimento delle imprese per nazionalità presso il Registro camerale (⇓)

Considerando esclusivamente le attività economiche a maggior appeal per gli stranieri, si evidenzia il deciso rimbalzo delle costruzioni e l’ottima performance del comparto agricolo; diversamente, le attività di Commerciali mostrano un contenimento del trend, mentre la ristorazione torna a mostrare un passo più accentuato.
Di seguito la tabella riepilogativa delle imprese straniere operanti in provincia di Latina disaggregate per settore di attività e le relative dinamiche imprenditoriali:

Tab. 11 – Movimento delle imprese straniere presso il Registro camerale per ramo di attività (⇓)

 

IMPRENDITORIA GIOVANILE

A fine 2017, le imprese juniores registrate in provincia di Latina ammontano a 6.621, pari all’11,4% dell’intero universo delle aziende locali; tale dato è superiore sia alle evidenze laziali (9,5% la quota), sia a quelle nazionali (9,7%). Il saldo tra le 1.208 iscrizioni e le 503 cessazioni (non d’ufficio) si è attestato sulle 705 unità in più, mostrando un tasso di crescita in leggero contenimento (+10,53%, a fronte del +11,81% dei dodici mesi precedenti).
Analizzando le dinamiche per settore di attività, emerge, come già evidenziato in corso d’anno, la decisa battuta d’arresto del comparto agricolo che mette a segno una crescita dieci punti percentuali inferiori ai dodici mesi precedenti (+14,92% il tasso, a fronte del +26,85% riferito al 2016); diversamente, si conferma l’appeal delle attività di cura della persona (parrucchieri ed estetiste), nonché il ritorno ad una maggiore vivacità delle attività commerciali.
Significativo il deciso rimbalzo delle attività finanziarie.
Di seguito viene riportata la tabella riepilogativa suddivisa per settori:

Tab. 12 – Movimento delle imprese giovanili presso il Registro camerale per ramo di attività (⇓)